Qui ed Ora. I dipinti di Crivelli trasportano l'osservatore nella sua attualita' emotiva tramite un intenso magnetismo tonale che poco concede al fascino del colore, nei suoi dipinti le figure emergono da un altrove quotidiano ma sorprendente. I soggetti rappresentati affiorano dalla tela come impronte di attimi sottratti all'assalto della dimenticanza.
Vivere il momento attuale. Incidere un segno nel taccuino del tempus edax. Consumare i giorni con gusto, attimo dopo attimo. Cristallizzare l’illusione di un eterno presente. Tutto questo significa esistere qui ed ora, sfuggendo sia al familiare richiamo di ciò che è stato, sia all’indistinta proiezione in un domani ricco di potenzialità dai confini sfumati.
Rappresentare il qui ed ora è nel contempo un impegno ed una sfida, un anelito all’esternazione di un universo interiore che filtra l’esperienza dell’oggi narrandola in prima persona.
Tradurre in arte i delicati passaggi che registrano lo scorrere delle stagioni, mettendo in gioco i fantasmi di un effimero che è tale solo in apparenza, comporta una scomposizione della realtà in frammenti necessariamente confluenti. Per sua natura, infatti, il presente è un innesto di influssi la cui scissione richiede delle scelte, oppure una resa incondizionata di fronte al persistente ricorrere di taluni elementi.
I dipinti di Valentina Crivelli trasportano l’osservatore nell’attualità emotiva dell’artista tramite un intenso magnetismo tonale, che svela il segreto del graduale emergere delle figure da un altrove quotidiano eppure sorprendente. I soggetti della rappresentazione si concedono alla vista con pudore, affiorando dalla tela come impronte di attimi sottratti al polveroso assalto della dimenticanza.
Diversi sono i temi affrontati; unico il linguaggio adottato dalla pittrice per raccontare di sé e del mondo, o meglio del mondo attraverso sé. È un linguaggio che poco concede al fascino del colore, ma che con discrezione si fa latore di messaggi profondi.
Nella serie di opere dedicata alla donna che si specchia, o che in qualche modo viene sorpresa da un’invisibile webcam, è proprio il neutrale mezzo fuori campo a registrare la nuda fragilità della silenziosa protagonista. La femminilità contemporanea è colta nel feriale tentativo di obbedire ai dettami dell’estetica vigente per sentirsi accolta ed accettata, mascherando con precaria e fittizia sicurezza l’esigenza di mostrarsi nella propria miracolosa essenzialità.
Un fascino memoriale e nel contempo contingente alberga nei lavori ispirati al viaggio in metropolitana. L’autrice raccoglie in un album ideale sequenze fulminee del transito sotterraneo, accelerata metafora del fluire dell’esistenza umana. Vagoni anonimi e spersonalizzanti si fanno inconsapevoli contenitori di sogni, stanchezze, speranze che si sfiorano senza creare intersezioni. Gli occhi ne fotografano i prevedibili copioni, consueti ma interpretati da attori sempre differenti.
L’incontro con la sofferenza livellatrice è narrato da Valentina attraverso il sonno e la veglia di una fata sospesa tra un futuro senza domande ed un passato scivolato lungo gli argini dell’oblio. Persino il dolore e l’amore migrano in lontananze ovattate, quando il ricordo oscilla al ritmo di misteriose intermittenze.
Produce incantamento, infine, l’enigmatico sguardo della Fillette che periodicamente irrompe nell’ora della pittrice conducendola in un paese da osservare tra ciglia argentate. La salda percezione dell’innocenza infantile si insinua con tenera prepotenza tra le pieghe degli incessanti interrogativi dell’età adulta, invitando a riscoprire la forza di credere che le favole possano divenire, un giorno, condivisibili realtà.
Testo critico di Daniela Madonna
Immagine: Eurostar 8,45 #2, acrilico su tela 60 x 80, 2007
Opening sabato 12 gennaio 2008, ore 18.00
3)5 Arte Contemporanea
via Dell'Ospizio Cerroni 3/5 Rieti
orario: martedì - sabato 16-19.30. Festivi e domenica su appuntamento