Maria D. Rapicavoli
Tamara Ferioli
Wai Kit Lam
Mariacristina Ferraioli
Veronica Liotti
Stefania Meazza
I video di Maria D. Rapicavoli, le installazioni e i quadri a collage di Tamara Ferioli e le fotografie di Wai Kit Lam funzionano come dei "generatori di emozioni" che ci portano a riconsiderare l'immagine di noi stessi, il modo in cui gli altri ci vedono e quello in cui noi stessi ci vediamo.
317 associazione per l’arte contemporanea è lieta di presentare Who’s that girl? collettiva sul
concetto d’identità con Tamara Ferioli, Wai Kit Lam e Maria D. Rapicavoli.
Who’s that girl? È la prima mostra curata da 317 e desidera quindi essere una reale occasione d’incontro e conoscenza. Per
questa ragione è stato scelto uno spazio non convenzionale e conviviale come il Kinà Art Cafè, dove sarà possibile ammirare le
opere in mostra e scambiare due chiacchiere davanti ad una tazza di caffè oppure sorseggiando un bicchiere di buon vino!
Un po’ per caso, un po’ per scelta gli artisti di Who’s that girl? sono tutte donne così come le curatrici nonché fondatrici di
317 – Mariacristina Ferraioli, Veronica Liotti e Stefania Meazza. Il titolo, preso in prestito dal tormentone anni ’80 di Madonna,
tenta un approccio leggero e auto-ironico ad una questione complessa e tormentata come quella dell’identità.
Who’s that girl? E’ la domanda che chiunque potrebbe farsi, chiedendosi appunto “Chi è quella ragazza?” o meglio “Chi sono
quelle ragazze?” ed è la domanda che le curatrici si sono poste decidendo di dedicare la mostra al tema dell’identità personale,
intesa sia come consapevolezza del sé – di loro stesse e del lavoro di 317, presente ma soprattutto futuro – che come immagine
di ognuno di noi davanti al resto del mondo.
Who’s that girl? E’ una domanda che in realtà non avrà una risposta esaustiva immediata ed assoluta ma troverà tante
risposte parziali continuamente nei progetti futuri di 317.
Attraverso un lavoro d’introspezione a volte complicato che le porta anche fare i conti con momenti di auto-critica e di crisi
profonda, spesso superati grazie ad una buona dose d’ironia, le artiste in mostra giungono con medium differenti a restituirci
una immagine di loro stesse che non si chiude in un circuito di auto-referenzialità ma che al contrario stimola nell’osservatore
pensieri e considerazioni sul rapporto con la propria identità.
I video di Maria D. Rapicavoli, le installazioni e i quadri a collage di Tamara Ferioli e le fotografie di Wai Kit Lam
funzionano come dei “generatori di emozioni” che scavando nel nostro vissuto ci portano a riconsiderare l’immagine di noi
stessi, il modo in cui gli altri ci vedono e quello in cui noi stessi ci vediamo, l’idea di come siamo, come siamo stati e come
speriamo o temiamo di diventare.
Tamara Ferioli [Legnano (MI), 1982 - vive e lavora a Milano]
Tamara Ferioli propone, nei sui collage, in cui impiega anche materiali non convenzionali – vino, capelli, brodo, latte – carichi di
significati evocatori, una riflessione su alcuni momenti dolorosi della sua storia personale.
Nelle opere in mostra, della serie Notti di Riso (2007), la giovane artista si rivela con un linguaggio forte e spoglio, senza tuttavia
chiudersi in un autocompiacimento solipsistico. Lo spettatore vi riconosce esperienze di vita vissuta comuni, partecipa alle
stesse sensazioni sentendosi profondamente coinvolto dal gioco delle rappresentazioni. Tamara Ferioli posa sul mondo il suo
sguardo, non privo di ironia e sensualità nei singoli elementi incollati sul supporto cartaceo, nei titoli, parte integrante del suo
messaggio, e nella maniera morbida e realistica con cui sono raffigurati i corpi femminili.
Wai Kit Lam [Hong Kong (Cina), 1966 - vive e lavora a Ferrara e Hong Kong]
I lavori in mostra appartengono tutti al ciclo The divided mind (2006-2008), dittici fotografici in cui l’artista giustappone
immagini catturate in momenti e luoghi diversi, spesso lontanissimi tra loro. L’unità che ne deriva raffigura una nuova realtà che
avendo perso ogni riferimento spazio-temporale si sgancia dalla contingenza autobiografica consentendo ad ognuno
d’interpretarne il significato autonomamente.
Elementi ricorrenti di questa serie di opere sono porte, finestre, superfici specchianti, spazi aperti contrapposti ad ambienti
chiusi. Una simbologia semplice ed efficace che rimanda a noi – l’interno/il dentro - e al nostro rapportarci al mondo -
l’esterno/il fuori – e a noi stessi attraverso la nostra immagine riflessa.
Maria Domenica Rapicavoli [Catania, 1976 – vive e lavora a Londra e Catania]
Il video in mostra è perfettamente coerente con la produzione della Rapicavoli caratterizzata da opere in cui, attraverso un
meccanismo ormai collaudato di rovesciamento totale dei tradizionali canoni d’interazione, Maria punta sempre la telecamera
verso di sé diventando la protagonista assoluta.
L’artista ha realizzato Masticare Lentamente (2007) pranzando ogni giorno, per una settimana, in diversi ristoranti parigini. Al
momento dell’ordinazione l’artista mette in atto il ribaltamento dei ruoli chiedendo al cameriere di scegliere per lei sulla base
della prima impressione. Maria si mette letteralmente nella mani degli altri al punto di accettare di mangiare ciò che degli
sconosciuti hanno scelto per lei a dispetto dei propri gusti personali. Non senza una forte dose d’ironia Maria gioca con se stessa
evidenziando la gabbia di stereotipi e luoghi comuni che imprigiona ognuno di noi fin negli aspetti più intimi e privati della
nostra identità.
Inaugurazione 19.01.2008 h. 18.30
Kina' Art Cafe'
c.so Trieste, 49 - Marino
Lunedì: 9:00 - 15:00, Mar, Mer, Gio, Dom: 9:00 - 15:00 / 17:00 - 24:00, Venerdì, Sabato: 9:00 - 15:00 / 17:00 - 02:00
Ingresso libero