The Watari Museum of Contemporary Art
Tokyo
3-7-6 Jingumae, Shibuya-Ku
WEB
Marco Mazzi
dal 17/1/2008 al 20/1/2008
338 8060156

Segnalato da

Monica Zanfini


approfondimenti

Marco Mazzi
Koichi Watari



 
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17/1/2008

Marco Mazzi

The Watari Museum of Contemporary Art, Tokyo

Voyager, a Journey through Time and Water. Presentazione del mediometraggio dell'artista. Un percorso sensoriale per immagini che narra 2 storie parallele e diverse, intrecciate fra loro su vari livelli, con situazioni indefinibili.


comunicato stampa

A cura di Koichi Watari

Progettato nel 1990 dall’architetto Mario Botta, il Watari Museum of Contemporary Art di Tokyo è da considerarsi insieme al Mori Arts Center di Tokyo e al 21st Century Museum di Kanazawa fra le principali istituzioni giapponesi che si occupano di arte contemporanea e fra le più significative in Asia. Oltre ad ospitare grandi retrospettive di Joseph Beuys, Larry Clark, Henry Darger, Jean Fabre, Federico Herrero, Mike Kelly, Barry Mc Gee, Nam June Paik, Gerda Steiner& Jorg Lenzlinger, il museo ha dato vita a un intensa attività di conferenze, workshop, laboratori per bambini, project room, prestando pari attenzione sia ad artisti già affermati che alla scena emergente.

Il primo artista italiano invitato a presentare un lavoro per la project room del museo è Marco Mazzi con la proiezione del mediometraggio Voyager, a Journey through Time and Water (2005-2008). Il film sara’ presentato in anteprima mondiale dal curatore Koichi Watari (assistente curatore a Documenta IX e curatore del padiglione giapponese della Johannesburg Biennale del 1995) e dal poeta e performer Gozo Yoshimasu. Quella di Mazzi è anche la prima mostra personale che il Watari Museum organizza di un artista italiano contemporaneo.

Voyager è un percorso sensoriale per immagini che narra due storie parallele e diverse, ma intrecciate fra loro su vari livelli. In questo film Mazzi affronta stati d’animo senza nome, situazioni astratte e indefinibili, per le quali non esiste enunciazione, ma alle quali è possibile soltanto alludere con una tipologia di vocabolario differente, quello delle immagini.

Un uomo evoca con la memoria un viaggio in auto lungo una strada deserta. Il ricordo di questo viaggio si trasforma (nel sogno o nei pensieri dell’uomo) in una ambigua prefigurazione della morte, o nel presentimento della terminazione di qualcosa, forse soltanto la fine di un’estate. La seconda situazione riprende una giovane donna che guarda il vuoto dal tetto di un grattacielo. Nel film il problema che angustia i due personaggi non viene mai nominato apertamente. L’uomo e la donna, immersi tra i loro ricordi e le loro visioni, vagheggiano con i pensieri, ma senza mai verbalizzare i loro sentimenti o indicare precisamente i loro desideri. Pertanto, la drammaticita’ della narrazione esplode nel non detto. La particolarità del film è proprio questa: Mazzi per tutta la durata della pellicola evita di esplicare le problematiche che attivano il pensiero dei personaggi, suggerendocene le percezioni con l’ausilio di rapide sequenze (girate in super 8) che si susseguono in una atmosfera temporale sospesa e onirica.

In occasione della mostra di Mazzi al Watari Museum, l’artista sarà invitato alla Tokyo University of Foreign Studies (TUFS) per incontrare gli studenti e discutere il suo lavoro.

Marco Mazzi (1980) è artista e filmaker. Si laurea nel 2004 in letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’Universita’ di Firenze, e alterna soggiorni di studio in Giappone. Si interessa alla poesia visiva e concreta e cura, per le edizioni Libri Scheiwiller, il libro The Other Voice, L’altra voce (2005) di Gozo Yoshimasu. Fra le sedi che hanno ospitato il lavoro dell’artista ricordiamo il 798 Art District di Pechino (Cina), il Komaba Art Museum di Tokyo, “Artissima” 14 – Torino Lingotto (Italia), la Galleria Daniele Ugolini di Firenze (Italia). Immagini e scritti dell’artista sono apparsi su vari periodici fra cui “Arte e Critica”, “Flash Art”, “Exibart”, “Gendaishi Techo” e “Koku Bungaku”. Il mezzo privilegiato dall’artista è il film. Vive e lavora fra Firenze e Tokyo.

The Watari Museum of Contemporary Art
3-7-6 Jingumae, Shibuya-Ku - Tokyo

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