Camera chiara, camera oscura. Una mostra articolata su 4 momenti del lavoro del fotografo, organizzati nei cicli: Panorami per insetti, Costruzione di un paesaggio, Un luogo sull'altro, Paesaggio dissolto. I quattro aspetti propongono il particolare uso che si puo' fare oggi della camera oscura in rapporto con la riproduzione digitale e con quello ancora esclusivo della tradizionale macchina fotografica analogica.
A cura di Fabio Castelli
Fotografia Italiana arte contemporanea presenta Camera chiara camera oscura, una mostra di Luigi Erba su quattro momenti del suo lavoro organizzati nei cicli: Panorami per insetti, Costruzione di un paesaggio, Un luogo sull’altro, Paesaggio dissolto.
I quattro aspetti propongono il particolare uso che si può fare oggi della camera oscura in rapporto con la riproduzione digitale e con quello ancora esclusivo della tradizionale macchina fotografica analogica. Nel primo ciclo (Panorami per insetti) l’autore produce una “matrice” in camera oscura, sovrapponendo per contatto diretto sulla carta insetti e fiori secchi, su uno sfondo ottenuto in proiezione di fotogrammi da una tradizionale pellicola; nel secondo (Costruzione di un paesaggio) assembla diversi negativi con esposizioni multiple sullo stesso foglio o riduce il tempo di esposizione in sede di stampa dei singoli fotogrammi. In entrambi i casi l’opera che ne risulta è un pezzo unico e irripetibile che, con la successiva acquisizione in digitale, diviene matrice per ulteriori manipolazioni di montaggio in un metacrilato di alcuni centimetri, o in una teca contenitore di una scenografia vegetale, o più semplicemente con la tradizionale immagine su carta.
Si tratta quindi di un rapporto dialettico tra la magica creatività della camera oscura e della camera chiara. Diversa è la tipologia di ricerca di Un luogo sull’altro, lavoro che va avanti da oltre dieci anni: è realizzato in sede di ripresa con la macchina fotografica, sovrapponendo sulla pellicola immagini di luoghi diversi anche a mesi di distanza, contraddicendo così l’idea di fotografia come scatto che congela il tempo in un unico spazio e lasciando adito alla casualità.
A conclusione del percorso, con Paesaggio dissolto, si torna all’uso della camera oscura e della camera chiara dopo aver ottenuto un annullamento del tradizionale paesaggio mediante sfocature (Fabbrica) o distorsioni in sede di stampa (Case alpine), come per prendere una distanza emozionale dal senso iconico tradizionale del paesaggio.
La mostra si configura anche come un progetto di riflessione sulla fotografia: la progettualità e la costruzione da una parte e l’emozionalità e l’istinto dall’altra oltre che la potenzialità dei processi e materiali analogici e digitali. A un primo momento referenziale di immersione nel flusso della natura, se ne affianca un altro di costruzione dell’immagine di un paesaggio interiore ed emozionale di memoria, e uno successivo di annullamento del concetto dell’unicità-riconoscibilità del luogo, dello spazio e del tempo.
Catalogo in galleria con testi di Elisabetta Longari e Roberto Mutti
Inaugurazione 29 gennaio ore 18.30 su invito
Galleria Fotografia Italiana
Corso Venezia 22, Milano
Orario: dal martedi al venerdi 15 - 19, sabato su appuntamento
Ingresso libero