Delloro Arte Contemporanea Roma
Roma
via del Consolato, 10
06 64760339 FAX
WEB
Urs Luthi
dal 24/1/2008 al 21/2/2008
martedi-sabato 16.30 - 19.30
06 64760339

Segnalato da

Galleria Delloro



approfondimenti

Urs Lüthi
Maurizio Cesarini



 
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24/1/2008

Urs Luthi

Delloro Arte Contemporanea Roma, Roma

Il corpo come linguaggio. Viene presentata la serie intitolata, in un edizione del 1975, "Un'isola nell'aria". Ritratti fotografici che mostrano l'artista nella consueta forma di essere androgino, ma privato della vista, con i bulbi oculari bianchi.


comunicato stampa

La galleria Delloro presenta una importante mostra di Urs Lüthi, artista che pur avendo operato significativamente negli anni '70, tuttavia conosce ora una rilettura della sua opera che dimostra quanto la sua ricerca sia ancora significativamente attuale.

Nel descrivere l'aspetto del suo lavoro lo stesso artista afferma che Il risultato di questa mia indagine è il ritratto. Un ritratto cha ha una sua propria esistenza e che vive fuori al di fuori di me, appena si spengono i riflettori. Chiunque lo osservi lo paragona alla sua propria esistenza, fino a modificarsi, sdoppiarsi… Già da questa dichiarazione si evince il senso profondo dell'immagine che Lüthi presenta, non solo quindi una dissezione identitaria tra il maschile ed il femminile, ma una triangolazione speculare tra l'artista ed il fruitore, di contro il pubblico che la osserva, innesca anch'esso un processo di identificazione, quasi che la figura osservata non sia semplicemente una foto, ma uno specchio entro il quale guardarsi. La capacità di Lüthi è quella di creare una sorta di cortocircuito empatico tra lui ed il pubblico giocando su diversi registri visuali ed espressivi, adottando una retorica dell'immagine che passa attraverso il tragico, il clownesco, il simbolico ed il metaforico.

Questi passaggi coprono tutta una gamma esperienziale che oscilla tra il riso sardonico e l'immagine mortifera del tragico, questo è ben rappresentato da una serie di foto presente in mostra, che ci rimanda l'immagine di Lüthi nella consueta forma di essere androgino, ma privato della vista, con i bulbi oculari impietosamente bianchi. Occorre fare un passo indietro, la serie descritta è ricalcata su un lavoro precedente, una sequenza di venti foto intitolata Numbergirl dove l'artista appare in pose diversamente esibite, generalmente frontali e dove l'idea di iato, di divisione viene espressa attraverso la consueta immagine androgina che in questo caso mostra altre immagini fotografiche. In questo caso il vedere, il percepire senziente è disperso in un iperbolico gioco di riflessioni speculari; l'artista guarda il pubblico dietro il mascheramento della sua alterità femminea, ma al tempo esibisce varie immagini con paesaggi, scorci marini, nuvole, interni deserti, quasi a suggerire un contraltare quotidiano al suo pensiero, anzi al suo sentire.

Le immagini esibite divengono interpunzioni visive della sue emozioni e della sua interiorità, così da darsi come paradigmi visivi di un rapporto con il mondo. Nella serie esposta in galleria, in una edizione del 1975 intitolata Un'isola nell'aria, le stesse immagini presentano gli occhi completamente bianchi ad indicare da un lato la metamorfosi avvenuta tra l'immagine di Lüthi e la sua maschera, dall'altro afferma amaramente l'impossibilità del vedere ed essere visti, poiché l'occhio, organo significativo di questa funzione, scompare dietro una raggelante coltre bianca. Quindi anche le immagini che l'artista presenta divengono fogli bianchi deprivati di qualunque immagine; l'alterità che nei lavori precedenti è usata come mezzo per innescare una processo comunicativo segnato dall'identificazione immaginaria, qui diviene uno schermo impossibile da attraversare, una sorta di azzeramento del vedere.

L'autore quindi ostenta tutta una serie di metamorfiche possibilità identitarie, passando attraverso l'adozione di maschere, alterazioni fisionomiche, superfici epidermiche segnate dal trascorso temporale, il tutto segnato dalla nullificazione di un vedere che interrompe (o esalta) il rapporto speculare con il fruitore. Una mostra dunque che permette di vedere le opere storiche di Lüthi, divenute nell'immaginario artistico vere e proprie icone di un tempo che si dimostra sempre attuale e significativo. (Maurizio Cesarini)

Inaugurazione 25 gennaio

Galleria Delloro
Via del Consolato 10, Roma
Orario: dal martedi al sabato 16.30 - 19.30
Ingresso libero

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