La mostra storico-documentaria intende illustrare uno spaccato della presenza ebraica nella citta' che e' stata per secoli uno straordinario crogiolo di etnie e di culture. L'esposizione si incentra principalmente sulla singolare vicenda del salvataggio degli ebrei italiani a Salonicco nel 1943, grazie all'azione dei Consoli italiani Guelfo Zamboni e Giuseppe Castruccio. A cura di Franco Bonilauri, Vincenza Maugeri, Giacomo Saban.
A cura di Franco Bonilauri, Vincenza Maugeri, Giacomo Saban.
La mostra storico-documentaria intende illustrare uno spaccato della presenza ebraica a
Salonicco, città che è stata per secoli uno straordinario crogiolo di etnie e di culture; annessa
alla Grecia nel 1912, aveva conservato la propria impronta cosmopolita, con una persistente
maggioranza di popolazione ebraica, la cui presenza si datava dalla metà del XV secolo, quando divenne una delle mete dell’espulsione degli ebrei sefarditi dalla penisola iberica.
L’esposizione si incentra poi principalmente sulla singolare vicenda del salvataggio degli ebrei
italiani a Salonicco nel 1943, grazie all’azione dei Consoli italiani Guelfo Zamboni e Giuseppe
Castruccio. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, gli ebrei salonicchioti di nazionalità
italiana erano alcune centinaia. Nell’aprile del 1941, a Salonicco venne firmata la resa
dell’esercito greco alle forze nazifasciste.
Nel 1943, il Console italiano Guelfo Zamboni - oggi iscritto a Gerusalemme nell’elenco dei “Giusti tra le Nazioni” - e il suo successore Giuseppe Castruccio organizzarono la tradotta che mosse da Salonicco nella notte del 15 luglio, consentendo la fuga degli ebrei italiani verso Atene, zona di occupazione controllata dal Regio Esercito italiano, sottraendoli all’atroce destino dello sterminio ad Auschwitz.
Museo Ebraico di Bologna
Via Valdonica 1/5, Bologna
Orari da domenica a giovedì: 10.00 - 18.00
venerdì: 10.00 - 16.00, sabato e festività ebraiche: chiuso
Ingresso libero