Civica Galleria d'Arte Moderna - GAM
Gallarate (VA)
viale Milano, 21
0331 791266 FAX 0331 791266
WEB
Turi Simeti
dal 24/11/2001 al 6/1/2002
0331 791266 FAX 0331 791266

Segnalato da

Raffaella Formenti




 
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24/11/2001

Turi Simeti

Civica Galleria d'Arte Moderna - GAM, Gallarate (VA)

Il silenzio dello spazio. Perfetta sintesi dei due spiriti mediterraneo e nordico, classico e romantico, che attraversano la sua opera, il suo lavoro. “Il silenzio dello spazio è un’ipotesi di penfezione proiettata al di la' dell’opera” scrive Simeti, condensando in una frase tutta la sua poetica, e aggiungendo la volonta' di “modificare con un intervento minimo una superficie in modo che perda ogni misura di neutralita', e creare una presenza evidenziata dal rapporto tela-luce”. Antologica a cura di Francesco Tedeschi.


comunicato stampa

Il silenzio dello spazio

Andare “oltre la tela” in una visione razionale e sensibile allo stesso tempo, ”clonando” una,due,tre volte una forma che riporta alla primitività, pur spostandola dal centro dell’opera e ponendola fuori asse. Arrivano alla Civica Galleria d’Arte Moderna dì Gallarate (Va), in viale Milano 21 dal 25 novembre 2001 al 6 gennaio 2002, le “ellissi”di Turi Simeti, artista siciliano ( nato nel 1929 ad Alcamo) espressione di un’arte che, come ha scritto nel 1996 Marco Meneguzzo, “pone il problema di una realtà sostanzialmente geometrica che scaturisce da una culture e un costume che un luogo comune vuole vitali, caotici, solari, ma proprio per questo confusi e disordinati, che si sublimano nell’ espressione coerente di una cultura razionale”.

Siciliano, in questa sua visione di passione e realtà, esempio artistico che porta nella pittura ciò che Luigi Pirandello, siciliano anch’egli, lasciava nella letteratura: la costruzione geometrica delle passioni umane. L’ellisse è la forma ripetuta dell’arte di Turi Simetì, l’ellisse come ricerca per portare all’infinito le possibilità espressive date da questa forma, un’ellisse che non è dipinta sulla tela, ma che ne increspa la superficie: sola, ripetuta, allineata, spostata, riprodotta nello spazio e nel tempo a turbare le quiete dell’universo. Così in Turi Simeti “Il telaio, anziché nido di forme, diventa forma esso stesso: materia prima che, modificandosi, diventa oggetto, spazio, segno” (Elena Pontiggia, 1991).
Simeti fa parte di quei trenta artisti del gruppo “Zero Avantgarde” che nel I 965 furono presentati in una mostra da Lucio Fontana: in quell’anno l’artista siciliano si trasferì a Milano, dove vive e lavora ancora oggi, dopo aver vissuto per sette anni a Roma e aver viaggiato e soggiornato a Londra, Parigi, Basilea. Fu anche a New York daI 1 966 al 1969, dal 1980 trascorre invece i suoi inverni a Rio De Janeiro.

Perfetta sintesi dei due spiriti mediterraneo e nordico, classico e romantico, che attraversano la sua opera, il suo lavoro. “Il silenzio dello spazio è un’ipotesi di penfezione proiettata al di là dell’opera” scrive Simeti, condensando in una frase tutta la sua poetica, e aggiungendo la volontà di “modificare con un intervento minimo una superficie in modo che perda ogni misura di neutralità, e creare una presenza evidenziata dal rapporto tela-luce”. La luce assume dunque una dimensione quasi mitica, appare all’improvviso. “La luce dipinge, ed è compito dell’ artista inventare strumenti siffatti, che diano la possibilità di realizzare tale fenomeno. assente di norma nell’esperienza quotidiana dell’illuminazione erroneamente intesa come luce. (…) Quello che presuppone questo tipo di arte è l’arte del vedere. L’osservatore stesso deve capire il fatto che la sua capacità percettiva è educabile. Deve capire che gli si apre un nuovo modo di partecipare come fruitore ìn questo mondo della percezione e dello speri mentare aperto alla fantasia e all’ immagìnazione”.(Frìedrich W. Heckmanns, direttore della “Graphische Sammlung” del Museo di Dusseldorf, 1991).

Turi Simeti ci invita dunque con la sua arte a percepire, realizzando come osservatori ciò che vediamo, superando quella che è la visione abituale dell’arte: invita l’osservatore a mettere in relazione spazi, oggetti, movimenti, “ in modo che tutto ciò giunga a dischìudere stati d’animo dì armonica quiete” (F.W. Heckmanns. 1991).

Antologica a cura di Francesco Tedeschi

Orari di apertura, da martedì a domenica 10-12,30 e 14.30-18.30 Lunedi chiuso.
Ingresso libero.

Per informazioni alla Stampa e materiale fotografico: 0331 791266, 348-7286133

Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate (Varese)
viale Milano 21, tel. 0331 - 791266

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