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Simona Bassano di Tufillo
dal 31/1/2008 al 7/2/2008
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31/1/2008

Simona Bassano di Tufillo

Ex Chiesa di Santa Apollonia, Salerno

Burka! 24 tavole a fumetti. Un'illustratrice italiana e un giornalista afgana da anni impegnata nella difesa dei diritti delle donne: dal loro confronto nasce un contributo spiritoso e tagliente alla descrizione della vita quotidiana a Kabul.


comunicato stampa

IN BREVE
Provate a bere, a mangiare, a camminare, a baciare, o anche solo a farvi riconoscere da vostro figlio o da vostro marito. Provate a vivere con un burka addosso...

Un’autrice di fumetti italiana e un giornalista afgana da anni impegnata nella difesa dei diritti delle donne: dal loro confronto nasce un contributo spiritoso e tagliente alla descrizione della vita quotidiana a Kabul durante il governo dei Mujahiden e la presa del potere dei Talebani. Lontano da retorica, forte dell’immediatezza delle immagini e del racconto in presa diretta, il libro – che ha ricevuto il patrocinio di Amnesty International – è una denuncia ironica e amara dei soprusi cui tante donne musulmane sono soggette.

DATI PRINCIPALI
Le tavole di Simona Bassano di Tufillo tratte dal libro saranno in mostra dall'1 al l'8 febbraio 2008 presso lo spazio espositivo di Sant'Apollonia, a Salerno (orario di visita: 17-20; ingresso gratuito). L'inaugurazione della mostra e la presentazione del libro avverranno alle 18 di venerdì 1 febbraio 2008, nell'ambito delle manifestazioni in occasione della Giornata della Memoria.
La mostra è curata dall'associazione culturale Erchemperto, in collaborazione con l'associazione Memorie e con il gruppo salernitano di Amnesty International.
Interverranno all'inaugurazione:
Paola Valtutti, Presidente di Erchemperto;
Teresa Fulco, Presidente di Memorie;
Marco Alfano, teorico dell'arte;
Serena Silvestre, responsabile circoscrizionale campainging di Amnesty International;
Stefano Romano, Itaca ong onlus
Simona Bassano di Tufillo, autrice dei fumetti del libro

info:
info@erchemperto.it

COME NASCE IL LIBRO
La storia della nascita di questo libro è piuttosto singolare: Simona e Jamila a libro stampato e distribuito, non si erano ancora mai incontrate di persona. Il loro primo incontro è avvenuto solo a Napoli, quando la Presidenza del Consiglio Comunale decise di invitare la giornalista afghana a Napoli per la presentazione del libro e la mostra delle tavole (novembre 2007) e per consegnarle una targa al merito per il suo impegno nella lotta per i diritti umani femminili in Afghanistan.

La collaborazione tra le due autrici del libro nacque via mail: Jamila si vide arrivare una serie di tavole a fumetti sul burka da uan sconosciuta napoletana che le chiedeva di partecipare al suo progetto con una testimonianza scritta della sua esperienza di donna di Kabul. Jamila rimase stupita da quelle vignette. Non perché fossero offensive, come temeva Simona, bensì perché trovava che dipingessero la condizione della donna afghana con una precisione e una puntualità che non potevano appartenere ad una persona che non l'avesse vissuto di persona e che non era mai stata in Afghanistan.

Jamila accettò con piacere la proposta di partecipare alla realizzazione di ''BURKA!'', in quanto per lei rappresentava un'ulteriore possibilità di fare dare voce a coloro che nel suo paese voce non hanno: le donne.

LA TESTIMONIANZA DA KABUL
Nel libro, Jamila Mujahed racconta la sua esperienza dell'imposizione subita del velo integrale in Afghanistan, nel periodo in cui i Talebani presero il potere. A parte il trauma, di una persona colta ed emancipata che si vide privare dei propri diritti oltre che del lavoro in radio e tv, Jamila racconta delle oggettive difficoltà che portare il burka comporta, ricordando di essere stata investita a causa della impossibilità di vedere chiaramente attraverso i piccoli fori dell'abito-prigione.

Jamila è venuta in Italia oltre che per presentare il libro, per chiedere aiuto alle sorelle occidentali per la realizzazione di un progetto di biblioteca per le donne di Kabul, dove possano istruirsi, seguire corsi di inglese, accedere al sapere che altrove è loro negato, per potere trovare da sole la forza di riprendersi i propri diritti.


LE VIGNETTE... NAPOLETANE
Le vignette di Simona sono degli spot surreali, realizzati con l'ausilio di pochi tratti decisivi, che pescano donne in burka in situazioni di banale quotidianità, mostrandone in tal modo l'assurdità, anzi, lasciando che sia chi guarda la scena a dedurla da sé, passando dal sorriso alla messa a fuoco della questione femminile afghana. Due donne che si incontrano per strada e si fanno convenevoli: ''Ti trovo bene!''; un bimbo tra tante donne in burka che non trova la mamma; uomini con la sindrome della persecuzione, circondati da donne irriconoscibili, fantasmi, come mostra un'altra vignetta.

Le immagini sono semplici, di immediata comprensione e veloce lettura, ma veicolano un messaggio molto preciso: chiunque, guardandole, ridendo, può facilmente percepire il non-senso e la mostruosità di un oggetto come il burka, capace in un attimo di cancellare la personalità, la vita, i diritti più elementari delle donne, e dell'umanità stessa.

Ex Chiesa di Santa Apollonia
via San Benedetto - Salerno

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