Jam session. "Tra musica jazz e ritmi architettonici, l'artista propone affascinanti sequenze narrative, dove la musica si muta in architettura e l'architettura canta sulle note del jazz."
A sette anni dalla personale Ein Weltklasse, allestita con successo nelle stanze della 8,75 Artecontemporanea, la giovane fotografa reggiana Silva Nironi torna in galleria, questa volta con le seducenti sequenze narrative di Jam Session, dove la musica si muta in architettura e l’architettura canta sulle note del jazz.
“Attraverso le analogie tra i suoni musicali, le forme e il simbolismo dei colori”, dice l’artista, “ho cercato di far scaturire la loro forza evocativa e farne risuonare l’eco, prendendo a prestito terminologie jazzistiche come “groovy” (musicista jazz pieno di ardore), “growl” (sonorità sporca ottenuta con gli strumenti a fiato), “tailgate” (modo di suonare il trombone con largo uso di glissandi, in uso a New Orleans) e altre ancora”.
“Nelle sue mani”, come si legge nella nota critica di Chiara Serri, “la fotografia diventa lo strumento privilegiato per indagare uno spazio che, in perfetta consonanza con l’evoluzione stilistica del jazz -da sempre colonna sonora degli scenari urbani- è uno spazio cittadino. Le sue fotografie, però, non sono scattate per trasporre la ridondanza estetica di un determinato monumento o scolpirne un dettaglio, al contrario sono apparizioni, immagini vaporose che dell’edifico sussurrano l’essenza. Un’architettura, la sua, che, in una giostra di forme, suoni e colori, è pervasa da morbidi fiati di luce e da iniezioni cromatiche che, svincolando sempre più le colonne, i cancelli e le scalinate da un referente razionale, le proiettano in una dimensione altra, estremamente evocativa e personale, tendente all’astrazione”.
“Immerse nel nero, sospese nel vuoto, virate nel colore, queste immagini sono mute solo per chi non sa guardarle. In esse vediamo, con tutto il piacere del riconoscimento e della scoperta, il segno del suono, ossia di una linea a tratti rigorosa, a tratti sciolta e fluente che, attraverso sottili stimolazioni percettive, dà vita ad un’avvolgente narrazione, quella del ritmo che si fa colore e del colore che diventa ritmo, suggerendo anche note rauche che, come in Tailgate, sembrano strappate alla tromba di Bubber Miley”.
Nata a Reggio Emilia e diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, alla scuola di Concetto Pozzati, Silva Nironi ha poi seguito un Corso di Specializzazione in Didattica dell’Arte. La sua ricerca artistica è da sempre incentrata sugli aspetti caratterizzanti del paesaggio urbano contemporaneo (scelta probabilmente influenzata dalle sue precedenti esperienze musicali come cantante jazz), in un percorso che parte dall’archeologia industriale per arrivare ad afferrare lo spirito dei non luoghi.
Inaugurazione 2 febbraio 2008
Associazione Culturale 8,75 Vetrina
Corso Giuseppe Garibaldi, 4 - Reggio Emilia
Orari: 16.30 alle 19.30. Lunedì, giovedì e festivi su appuntamento
Ingresso libero