Audience. Grazia Toderi sceglie il video perché questo mezzo le permette di lavorare con la pura energia della luce, e ne fa da sempre un uso particolare, estremamente originale e innovativo. L'artista utilizza la telecamera fissa per un tempo prolungato e dilatato collocando l'immagine in una dimensione di sospensione e mettendo in evidenza le relazioni geometriche, le leggi fisiche che le sono sottese. Per questa mostra Grazia Toderi presenta alcuni recenti lavori.
"Audience"
Nella personale di Grazia Toderi saranno presentati lavori recenti.
Grazia Toderi sceglie il video perché questo mezzo le permette di lavorare con la pura energia della luce, e ne fa da sempre un uso particolare, estremamente originale e innovativo.
L'artista utilizza la telecamera fissa per un tempo prolungato e dilatato collocando l'immagine in una dimensione di sospensione e mettendo in evidenza le relazioni geometriche, le leggi fisiche che le sono sottese.
La mostra che la porta all'attenzione della critica e del pubblico internazionale è la Biennale di Venezia nel 1993 .
Fin dall'inizio Grazia Toderi dedica un'attenzione quasi ipnotica a microcosmi come i domestici spazi sigillati entro i quali si verificano eventi prodotti da leggi gravitazionali o centrifughe (una lavatrice in Soap, 1993; un bicchiere in C'era in lei qualcosa della fata; il vetro di una finestra in Caldo, 1995).
L'artista passa a esplorare i paesaggi dell'astronomia, mentre a questo ampliamento della visione corrisponde la dilatazione di un io che si traduce immediatamente in noi.
Grazia Toderi infatti lavora da tempo sull'immaginario collettivo, a partire da video come Prove per la Luna e Nata nel '63 (1996).
In questa coincidenza del piano personale dell'autobiografia con quello pubblico della storia un modello importante è costituito dal cinema, il grande sogno collettivo a occhi aperti cui infatti sono dedicati lavori come Le orbite del principe Otto (1998), Ragazzi caduti dal cielo (1999), Il fiore delle 1001 notte (1998).
I microcosmi si fanno sempre più pubblici, diventano edifici collettivi come lo stadio (Il Decollo, 1998, San Siro, 2000, Olympia, 2000) e la sua matrice formale, antenata di quel tempio dello sport (Arena, 2000).
Tra lo stadio e l'arena un altro grande edificio collettivo costituisce l'anello mancante di quella catena di situazioni corali a cui Grazia Toderi dedica la sua attenzione: si tratta della tipologia architettonica del teatro.
L'artista ribalta il punto di vista privilegiando lo spazio dello spettatore: quello dai palchetti di un teatro "all'italiana" (e non, si badi, dalla platea) è, come nel caso dello stadio che lentamente ruota nello spazio, uno sguardo dall'alto.
E ancora importante diviene l'elemento acustico, il sonoro di questi luoghi di naturale aggregazione: il tifo nel Decollo, l'applauso in Arena e infine il mormorio delle persone in attesa in Eclissi (1999).
Rumori anch'essi corali, a emanazione collettiva, che spontaneamente si innescano e difficile sarebbe attribuire individualmente.
Lo stesso rumore di sottofondo torna in un'altra immagine di teatro nel video Audience: ecco pronunciata una parola-chiave.
Lo sguardo dall'alto appare ormai irreversibile e viene applicato anche nei lavori sulla morfologia delle città .
Per questa mostra alla galleria Giò Marconi Grazia Toderi presenta alcuni recenti lavori.
Random (2001), girato al Teatro Massimo di Palermo, ripropone l'anello del teatro abitato da una folla di spettatori biancovestiti muniti di una macchina fotografica che emette flash luminosi.
Vera protagonista è la luce, mentre assistiamo a un'improvvisa accensione di stelle: ogni palco è una costellazione e ogni flash è una delle stelle che ne compone il disegno.
"Random" è un termine tecnico usato nel linguaggio del computer per indicare una casualità che si ripete all'infinito secondo le regole di una logica predeterminata.
World series è il nome del campionato di baseball americano, ma questa competizione di livello mondiale si è guadagnata il più familiare titolo di Subway series per le due linee di metro che passano accanto ai due stadi di New York (Yankee Stadium e Shea Stadium).
I video, che presentano per ambedue gli stadi una visione dall'alto e una frontale poste una sopra all'altra, sono collocati secondo una disposizione spaziale speculare, come nella contrapposizione del derby.
Ancora una volta emerge una struttura geometrica che combina triangolo e cerchio e che, vista in prospettiva, si configura come un diamante.
Silenzio e rumore del tifo si alternano in questo lavoro che corona tutta la ricerca dell'artista sugli spazi dello spettacolo, stadi o teatri, e tiene aperto il discorso già avviato sul rapporto tra cultura, società e gioco.
In Super Tuesday l'attenzione si concentra su un altro campo di gioco: quello del Madison Square Garden nel momento in cui appare ricoperto dalla bandiera americana.
La mostra, che è stata realizzata grazie al contributo di Epson Italia, sarà accompagnata da un catalogo dal titolo "Audience" con un testo di Laura Cherubini (a colori e bianco e nero, pp. 48.)
Grazia Toderi è nata a Padova nel 1963, ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Bologna e si è trasferita nel 1992 a Milano dove vive e lavora. E' stata presente con mostre personali e collettive in gallerie private (Giò Marconi, Milano; Michel Rein, Parigi; Meert-Rhioux, Bruxelles; The Project, New York; S.A.L.E.S., Roma; fa projects, Londra, Gagosian, New York) e nelle principali istituzioni internazionali come: Museum Ludwig, Colonia; Castello di Rivoli, Torino; Casino Luxembourg, Lussemburgo; Chisenhale Gallery, Londra; Kunsthalle Wien, Vienna; De Appel Foundation, Amsterdam; Biennale di Sidney; International Istanbul Biennial, Istanbul; Guggenheim Museum, New York; Institute of Contemporary Art, Boston; MuseuSerralves, Porto; Biennale di Venezia 1993 e 1999 (Leone d'oro).
Inaugurazione: martedì 27 novembre 2001 dalle 19 alle 21
Orario di apertura:
da martedì a sabato 10-13 16-19,30
Ufficio stampa:
Cristina Pariset tel. +39/024812584 fax. +39/024812486
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Galleria Giò Marconi
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