1/9 Unosunove Arte Contemporanea
The ties that bind. Nei lavori esposti in questa personale, l'artista britannico si interroga sul modo in cui una serie di eventi e fenomeni diventano storia mentre altri ne vengono esclusi, rivelando cosi' il grado in cui una interpretazione soggettiva puo' influenzare la percezione storica.
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La galleria 1/9 Unosunove arte contemporanea è lieta di annunciare la prima mostra personale italiana del giovane artista inglese Jamie Shovlin (1978, Leicester, UK), apprezzato e riconosciuto come uno degli artisti più brillanti ed originali attivi in Gran Bretagna. Già protagonista di eventi espositivi presso prestigiose istituzioni pubbliche e parte di importanti collezioni private, il nome di Jamie Shovlin è legato principalmente ad una serie di progetti tra cui Naomi V. Jelish (2001-2004) e Lustfaust: A Folk Anthology 1976-1981 (2003-2006) nei quali l’artista ha realizzato una serie di lavori a tecnica mista parallelamente a materiali presumibilmente “ufficiali” presentandoli all’osservatore come una raccolta di documenti autentici. Entrambi i progetti esaminano la tensione tra realtà e finzione, la linea spesso sottilissima che separa verità ed invenzione – una delle principali caratteristiche del lavoro di questo artista.
Negli ultimi tempi la ricerca di Jamie Shovlin si è concentrata sugli Stati Uniti, su come la prima potenza mondiale viene diversamente percepita e rappresentata attraverso le molteplici fonti a disposizione dell’individuo: la politica, la musica, lo sport, i giornali, Internet. Filtrando la propria visione di tali fenomeni attraverso la musica “ereditata” dai propri genitori e personali canoni artistici, l’artista ha realizzato una serie di installazioni inedite che includono dipinti, disegni, sculture, oggetti ritrovati, neon.
The Ties that Bind si interroga sul modo in cui una serie di eventi e fenomeni diventano storia mentre altri ne vengono esclusi, rivelando così il grado in cui una interpretazione soggettiva può influenzare la percezione storica. Concentrandosi sugli ultimi cinquant’anni del XX secolo, Shovlin ha realizzato una serie di lavori che, dialogando gli uni con gli altri a formare una complessa rete di allusioni e rimandi, illustrano un momento di storia americana – e mondiale – caratterizzato da contestazione politica e lotta sociale.
Jamie Shovlin si è diplomato presso il Royal College of Art (2001-2003). Tra le principali mostre personali ricordiamo: Naomi V. Jelish, Riflemaker, Londra (2004), In Search of a Perfect Harmony, Tate Britain, Londra (2005), Lustfaust: A Folk Anthology 1976-1981, Freight & Volume Gallery, New York (2006), A Dream Deferred, Haunch of Venison, Londra (2007). Tra le principali mostre collettive “Galleon and Other Stories” presso la Saatchy Gallery, Londra, (2004), “Naturalia”, 1/9 unosunove arte contemporanea, Roma (2006) e la partecipazione all’ultima edizione del Beck’s Futures che si è tenuta presso l’ICA (Institute of Contemporary Arts), Londra (2006).
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Galleria 1/9 Unosunove arte contemporanea is delighted to announce the first solo exhibition in Italy of the young British artist Jamie Shovlin (1978, Leicester, UK). Esteemed as one of the most original artists working in Great Britain, Shovlin, whose work has been exhibited at internationally-renowned public institutions and is held in numerous important private collections, is perhaps best known for projects detailing fictional archives such as Naomi V. Jelish (2001-4) and Lustfaust: A Folk Anthology 1976-1981 (2003-6). In each of these projects, the artist created a series of mixed media artworks that were displayed alongside supposedly ‘official’ material presented to the viewer as a collection of authentic documents. Both of these works consider the tension between reality and fiction and the thin line that separates truth and invention – a major characteristic of the artist’s practice.
Most recently Shovlin’s work has focused on the United States and specifically how the world’s most powerful nation is differently perceived and portrayed from afar, through some of the various sources available - politics, music, sports, newspapers, and the Internet. Filtering his perceptions of such phenomena through his parents’ record collection and personal art historical canon, the artist has produced a series of carefully considered installations that include paintings, drawings, sculptures, found objects and neon.
The Ties That Bind examines the way in which selected events are subsumed into history whilst others remain forgotten, revealing the degree to which subjective interpretation affects historical perception. Concentrating on the latter part of the twentieth century, Shovlin has created a body of interconnected works that form a complex web of allusions and associations illustrating a period in American – and global – history marked by political upheaval and social struggles.
Jamie Shovlin studied at the Royal College of Art (2001-2003). Recent solo exhibitions include: Naomi V. Jelish, Riflemaker, London (2004), In Search of Perfect Harmony, Tate Britain, London (2006), Lustfaust: A Folk Anthology 1976-1981, Freight & Volume Gallery, New York (2006), and A Dream Deferred, Haunch of Venison, London (2007). Recent group exhibitions have included: Galleon and Other Stories, Saatchi Gallery, London, (2004), Naturalia, 1/9 unosunove arte contemporanea, Rome (2006), and Beck’s Futures 2006, Institute of Contemporary Arts, London (2006).
Inaugurazione 29 febbraio 2008
1/9 Unosunove Arte Contemporanea
via degli Specchi, 20 - Roma
Orari: mart ven 10-20; sab 12-20
Ingresso libero