Kryptoi. L'artista ha svolto un lavoro di recupero iconografico all'interno di una ex-Manifattura Tabacchi. Il curatore Gianni Romano scrive: "la pittura in questo caso fa il possibile per restituirci 'oggettivamente' uno stato delle cose, ma nello stesso tempo non riesce a fare a meno di mostrarci un punto di vista".
A cura di Gianni Romano
A tre anni da Nero, la seconda personale di Andrea Chiesi da Corsoveneziaotto si intitola Kryptoi, dal nome dato dagli spartani ai ragazzi che vivevano da antagonisti ai margini delle città, vestiti di nero e dal cranio rasato: una metafora dell’artista che ritrova uno spazio per esprimere le proprie idee.
Per questa occasione l’artista ha svolto un vero e proprio lavoro di recupero iconografico all’interno di uno di quegli spazi industriali della periferia milanese destinati alla riconversione edilizia e a nuove funzioni. Si tratta della ex-Manifattura Tabacchi di Viale Fulvio Testi. Andrea Chiesi ha cominciato a visitarla a smantellamento già iniziato, “armato” di un taccuino e di una macchina fotografica, percorrendo in lungo e in largo corridoi, uffici, servizi e gli enormi spazi tipici della grande industria. Tutto il materiale raccolto dall’artista è poi servito come archivio personale per i disegni e dipinti realizzati successivamente.
Davanti a questi luoghi, ormai privi di macchine e operai, l’artista oltre a ricostruire una “poetica degli spazi” – è infatti innegabile il fascino che trasmettono questi luoghi e che viene restituito nei dipinti di Andrea Chiesi – annota con cura le tracce lasciate dall’uomo, spesso quasi impercettibili eppure presenti proprio quando il vuoto sembra avere la meglio sulla nostra immaginazione:
“C’era quello che conta, c’era e non si vedeva...” (A. Chiesi).
Tuttavia Kryptoi non si basa sul fascino di una pittura capace di ricostruire dei luoghi. Nel saggio in catalogo, il curatore Gianni Romano scrive: “La duplice anima di questa nuova ricerca di Chiesi consiste proprio nel dichiararci un’impossibilità tipica del mezzo utilizzato: la pittura in questo caso fa il possibile per restituirci “oggettivamente” uno stato delle cose, ma nello stesso tempo non riesce a fare a meno di mostrarci un punto di vista”.
La mostra è accompagnata da “Riconvertire i luoghi” una pubblicazione che va oltre il concetto tradizionale di catalogo registrando tutta l’operazione compiuta da Andrea Chiesi con un vero e proprio “artist book” nel quale – oltre alle opere in mostra – troviamo le immagini d’archivio e i precedenti lavori dedicati dall’artista ad altre fabbriche milanesi (ad esempio: le ex acciaierie Falck e i gasometri della Bovisa) e interventi di teorici e architetti (Silvia Berselli, Stefano Mirti, Anthony Vidler, Lorena Bari, Cecilia Pirovano, Bert Theis, Emanuela De Cecco…) nei quali teorie, fatti e aneddoti raccontano una città in cambiamento. “Riconvertire i luoghi” è pubblicato da postmedia books nella collana “artist production” e sarà disponibile in libreria a partire dal 14 febbraio.
Immagine: Kryptoi 12, 2007, olio su tela cm 35x20
Inaugurazione: giovedì 14 febbraio 2008, ore 18.30
Corsoveneziaotto
C.so Venezia 8 20121 Milano
Orari: lunedì-venerdì ore 10.00-13.00/15.30-19.30. Sabato ore 10.00-13.00