Che mille fiori fioriscano. La mostra propone una lettura inedita dell'interesse di Anselm Kiefer per il ruolo politico-culturale di Mao Zedong nella storia occidentale, attraverso 40 opere, suddivise in dipinti e libri d'artista. La sua pittura e' il risultato di una solidificazione della memoria storica, dove le materie, dalla sabbia al piombo, dai girasoli alle fotografie, insieme all'iconografia di paesaggi e di persone, di navi militari e di architetture, rimandano allo spessore del tempo e alle figure della cultura mitteleuropea. A cura di Germano Celant.
a cura di Germano Celant
Triennale Bovisa presenta la mostra “Kiefer e Mao che mille fiori fioriscano” a cura di
Germano Celant, che propone una lettura inedita per il pubblico italiano dell’interesse di
Anselm Kiefer per il ruolo politico-culturale di Mao Zedong nella storia occidentale
attraverso 40 opere, suddivise in dipinti e libri d’artista.
Anselm Kiefer è nato nel 1945 a Donauechingen in Germania. Dopo aver studiato legge,
lingue e letterature romanze, decide di dedicarsi interamente alla pittura, formandosi
all´Ecole des beaux-arts di Fribourg-en-Brisgau ed in seguito a Düsseldorf con Joseph
Beuys. Con la sua opera a carattere monumentale, ha interpretato, attraverso mezzi
espressivi diversi, come la pittura, la fotografia, il libro, le installazioni, la scultura e
l’architettura, le grandi questioni politiche e culturali al centro della sensibilità moderna
europea. Numerose le mostre personali a lui dedicate, tra cui quelle al Museum of Modern
Art, New York (1987), alla Neue Nationalgalerie, Berlino (1991), alla Galleria d’Arte
Moderna, Bologna (1999), alla National Gallery, Londra (2000), alla Royal Academy,
Londra (2001), a Villa Medici, Roma (2005), al Musée d’art Contemporain de Montréal
(2006), all’Hirshhorn Museum, Washington (2006), al Guggenheim Bilbao Museum,
Bilbao (2007) e al Grand Palais, Parigi (2007). Nel 1999, gli è stato attribuito il Premio
Imperiale, Tokyo, ed è stato recentemente invitato a progettare un’installazione permanente
per il Louvre.
La pittura di Anselm Kiefer è il risultato di una solidificazione della memoria storica, dove
le materie, dalla sabbia al piombo, dai girasoli alle fotografie, insieme all’iconografia di
paesaggi e di persone, di navi militari e di architetture, rimandano allo spessore del tempo e
alle figure della cultura mitteleuropea. I suoi dipinti, di grande formato, sono attraversati
dai miti e dalle leggende che segnano la letteratura ed il pensiero antichi e sono impregnati
di nomi, di volti e di corpi dei protagonisti di un processo energetico e spirituale che va dal
medioevo germanico ad oggi.
In questo percorso, iniziato nel 1969, si inserisce la serie di grandi tele dedicate alla figura
storica e culturale di Mao Zedong, dipinta a partire dal 1998 dal titolo Lasst tausend
Blumen blümen (che mille fiori fioriscano). Per la prima volta in Italia, vengono esposti 33
dipinti e 8 libri d’artista, provenienti sia da collezioni private che di proprietà dell’artista,
che formano il nucleo dell’insieme totale.
Sulle tele, Mao è ritratto in primo piano o mentre saluta, giovane filosofo della rivoluzione
o maturo leader dell’esercito, sorridente o pensieroso, riprendendo le modalità di
rappresentazione tipiche della propaganda politica ufficiale dell’epoca. La sua figura si
staglia su uno sfondo paesaggistico spesso ricoperto di fiori, che alludono alla famosa frase
pronunciata nel 1956: “che cento fiori fioriscano”. L’artista tedesco modifica la frase
sostituendo la parola “cento” con “mille” (“tausend” in tedesco), creando uno scarto, critico
e visuale, tra l’originale entusiasmo con cui Mao avvia la riforma culturale e gli epiloghi
conservativi della sua politica nella Repubblica Popolare Cinese.
A questi quadri di grandi dimensioni (da circa 200 x 200 cm a circa 300 x 600 cm), carichi
della simbologia caratteristica di Kiefer, in cui l’immagine del presidente cinese si
sovrappone al paesaggio nato dalle suggestioni visive basate su fotografie scattate
dall’artista durante un suo viaggio in Cina nel 1993, si affiancano i libri d’artista composti
da grandi pagine (le misure variano intorno a 104x80x11 cm), su cui è impressa una
fotografia in bianco e nero modificata con argilla, sabbia, pigmento o tempera. Talvolta
l’immagine di Mao è ben riconoscibile, mentre altre volte compaiono deserti attraversati da
un tornado o porzioni di mura fortificate che alludono metaforicamente alle imprese del
popolo cinese dalla Grande Muraglia alla Grande Marcia.
Attraverso il forte impatto emotivo della sua pittura, Anselm Kiefer, con la sua indagine
sull’iconografia di Mao, inevitabilmente modificata dalla stratificazione degli eventi
accaduti negli ultimi trent’anni, sottolinea le conseguenze del culto della personalità e
l’importanza storica e politica dell’essere mito.
Catalogo Skira Editore
Triennale Bovisa
via Lambruschini, 31 - Milano
Orari: dalle 11.00 a mezzanotte, chiuso il lunedì
Ingresso: 8/6/5 euro