Da Manet ai nostri giorni. Un tema classico della tradizione artistica occidentale. La rassegna si propone di analizzare gli sviluppi stilistici e iconografici della natura morta attraverso circa 120 significative opere pittoriche e scultoree provenienti da importanti istituzioni museali, fondazioni e collezioni pubbliche e private di tutta Europa e degli Stati Uniti. In parallelo con la mostra, verrà presentata la sezione fotografica (La natura della natura morta - fotografia. Da Fox Talbot ai nostri giorni), che si propone di ripercorrere la storia del soggetto 'natura morta'.
Da Manet ai nostri giorni
A cura di Peter Weiermair con la collaborazione di Uliana Zanetti e Samuel Vitali
dal 1 dicembre 2001 al 24 febbraio 2002
La Galleria d'Arte Moderna di Bologna, con la mostra 'La natura della natura
morta', dedica a questo tema classico della tradizione artistica occidentale
un'estesa e approfondita ricognizione.
La rassegna, che si avvale del patrocinio del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, si propone di analizzare gli sviluppi stilistici e
iconografici della natura morta da Manet fino ai nostri giorni, attraverso
circa 120 significative opere pittoriche e scultoree provenienti da
importanti istituzioni museali, fondazioni e collezioni pubbliche e private
di tutta Europa e degli Stati Uniti.
Una sezione apposita sarà inoltre dedicata alla fortuna del tema nella
storia della fotografia, dall'invenzione di questo mezzo fino ad oggi.
Per la prima volta un museo italiano si impegna a presentare con
un'esposizione di ampie proporzioni e di respiro internazionale, questo
specifico genere, ritornato attuale negli ultimi anni grazie al continuo
favore tributatogli dal pubblico e dai collezionisti e al rinnovato
interesse da parte di critici e studiosi.
Con questa iniziativa la Galleria d'Arte Moderna intende offrire un nuovo
contributo alla ricerca nel settore, riunendo opere in molti casi mai
esposte in Italia e rappresentative delle maggiori personalità e dei più
importanti fenomeni artistici apparsi negli ultimi 150 anni.
Bologna si presenta come sede certamente qualificata per questo progetto
tematico che può essere letto come un omaggio a Giorgio Morandi, sicuramente
uno dei maggiori pittori di nature morte del XX secolo.
Rispettando un ordinamento cronologico, la rassegna presenterÃ
l'avvicendarsi di sperimentazioni stilistiche e di riprese della tradizione,
documentando non solo l¹apparizione di nuove soluzioni formali, ma anche
l'aggiungersi di oggetti inediti ai tradizionali elementi iconografici che
nel tempo hanno caratterizzato le diverse tipologie codificate della natura
morta.
Componenti convenzionali come fiori, frutti, stoviglie o strumenti
musicali offrono agli artisti spunti inesauribili per la sperimentazione,
dalle indagini ottiche di Manet agli scardinamenti prospettici di Cézanne,
dalla vorticosità spaziale dei Futuristi alla disarticolazione percettiva
dei Cubisti, dall'esuberanza cromatica di Jawlensky alle classiche cadenze
di Morandi, alla matericità di Fautrier.
Gli stessi elementi, tuttavia,
mantengono principalmente, per altri artisti, peculiari valenze metaforiche
e simboliche, ravvisabili, sia pure in modi diversi, in Redon come in
Gauguin, in Soutine come in De Pisis.
Sintomatiche delle molteplici potenzialità che il genere, proprio con la
prevedibilità dei suoi schemi, seppe offrire agli artisti maggiormente
orientati all'astrazione sono le opere di autori anti-accademici per
vocazione, come gli esponenti del Futurismo italiano e delle Avanguardie
Russe, ampiamente presenti in mostra con opere fra le più note e importanti
di Boccioni, Severini, Larionov, Gontcharova, Puni.
Ma altrettanto rilevante e frequente è l'attenzione degli artisti al
diffondersi di nuovi oggetti, mode e abitudini: vasi e ventagli orientali
sono soggetti frequenti alla fine dell¹Ottocento, mentre oggetti di arte
popolare o primitiva divengono elementi caratteristici delle opere
Espressioniste.
In concomitanza con il 'ritorno all'ordine', con il
rifiorire di una rappresentazione minuziosa e quasi fotografica del reale,
il campionario degli oggetti raffigurati si allarga ulteriormente: piante
grasse, frutti e cibi esotici, giocattoli e, soprattutto, strumenti
meccanici e prodotti industriali fanno il loro ingresso in nature morte che
si mantengono per il resto apparentemente fedeli agli assetti più
tradizionali.
Il ruolo centrale che la natura morta riacquista così negli
anni Venti nell'ambito della Nuova Oggettività in Germania e del Realismo
Magico in Italia, sarà documentato dalla mostra con lavori, fra gli altri,
di Lenk, Kanoldt e Casorati.
Al sistematico sovvertimento del genere mirano invece i Surrealisti, con una
resa illusionistica di improbabili commistioni di oggetti, effetti
metamorfici ed incongruità spaziali e dimensionali.
Nei decenni successivi la natura morta rimane un campo ricco di suggestioni
per i realisti da un lato, come Guttuso e Manzù, e per gli artisti che,
nonostante il dilagare delle correnti non figurative negli anni Cinquanta,
continuano ad ispirarsi alla realtà per elaborare pure giustapposizioni
pittoriche di forme e colori, come Nicholson o De Staël.
Il modificarsi delle situazioni storiche e culturali, che condizionano la
stessa percezione degli oggetti, del loro valore e del loro significato, si
riflette puntualmente nelle elaborazioni successive del tema, soprattutto
con i fedeli ritratti di merci di consumo proposti dalla Pop Art dagli inizi
degli anni Sessanta.
Intersezioni fra i mutamenti delle condizioni sociali e le evoluzioni
interne alle pratiche artistiche si evidenziano in seguito, con orientamenti
assai diversi, nell'Arte Povera, nel cosiddetto Neo-Espressionismo e nelle
ultime vicende artistiche contemporanee, delle quali verranno dati nella
rassegna alcuni selezionati esempi in grado di segnalare, da un lato,
l'inarrestabile vitalità del genere anche nell'epoca attuale e, dall'altro,
la radicale revisione alla quale gli artisti continuano incessantemente a
sottoporlo.
Il catalogo, edito da Electa, conterrà una completa documentazione
fotografica a colori delle opere, testi introduttivi dei curatori e saggi
di Renato Barilli, Gottfried Boehm, Gian Casper Bott, Paolo Fabbri, Samuel Vitali,
Peter Weiermair, Uliana Zanetti.
Catalogo Electa, Milano Lit. 75.000 (Euro 38,70) in cofanetto Lit.
120.000(Euro 62,00)
Inaugurazione: venerdì 30 novembre ore 19
Orari: lunedì dalle 12 alle 18;
martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle 10 alle 18;
giovedì e sabato
dalle 10 alle 21.
Biglietti: intero L. 12.000 (euro 6,20);
ridotto
L. 8.000 (euro 4,13)
Ente organizzatore: Galleria d'Arte Moderna Bologna
Musei e Enti prestatori: Fondazione Magnani Rocca, Traversetolo (PR);
Fondazione Primo Conti, Fiesole; Civiche Gallerie d'Arte Moderna e
Contemporanea, Ferrara; Galleria d¹Arte Moderna di Palazzo Pitti, Firenze;
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma; Galleria d'Arte Moderna e
Contemporanea, Torino; MART, Trento; Fondation Le Corbusier, Paris; Musée
d'Art Modern de la Ville de Paris, Paris; Musée Départemental d'Art
Contemporain, Rochechouart (F); Suermondt Ludwig Museum, Aachen; Städtische
Museen Freiburg, Museum für Neue Kunst; Sprengel Museum Hannover; Museum
Ludwig, Köln; Städtische Kunsthalle, Mannheim; Städtische Galerie im
Lenbachhaus und Kunstbau, München; Staatsgalerie Stuttgart; Von der
Heydt-Museum, Wuppertal; Stiftung Seebüll Ada und Emil Nolde, Neukirchen
(D); Kunstmuseum, Bern; Kunsthaus Zürich; Kunstmuseum Basel; Stiftung
Sammlung E. G. Bührle, Zürich; Stiftung Langmatt Sidney und Jenny Brown,
Baden (CH); Petit Palais, Genève; Österreichische Galerie Belvedere, Wien;
Oberösterreichisches Landesmuseum, Linz; Rupertinum, Salzburg; Koninklijk
Museum voor Schone Kunsten, Antwerpen; Nasjonalgalleriet, Oslo; Tate
Gallery, London; Hayward Gallery, London; The British Council, London; Museu
Calouste Gulbenkian, Lisboa; Museum of Fine Arts, Houston; The Andy Warhol
Museum, Pittsburgh (Pennsylvania); Salvador Dalà Museum, St. Petersburg
(Florida); State Russian Museum, St. Petersburg.
Immagine: Manet Edouard
Pruneaux, 1880 ca.
olio su tela
cm. 24,3 x 25
La natura della natura morta - fotografia
Da Fox Talbot ai nostri giorni
A cura di Peter Weiermair
Dal 1 dicembre 2001 al 1 aprile 2002
In parallelo con l'evento espositivo La natura della natura morta. Da Manet
ai nostri giorni, verrà presentata la sezione fotografica della mostra, che
si propone di ripercorrere la storia del soggetto "natura morta" attraverso
più di 140 lavori.
L'evoluzione di questo tema, documentato in mostra con
stampe originali provenienti da importanti collezioni pubbliche e private,
vuole evidenziare i diversi orientamenti stilistici e le innumerevoli
soluzioni iconografiche apparse dalla nascita di questo "nuovo" mezzo sino
ad arrivare alle ultime e più recenti sperimentazioni.
Ricordando le parole di Roland Barthes che vede la fotografia come il mezzo
espressivo della morte, il curatore della mostra Peter Weiermair, vuole
sottolineare la posizione di assoluto rilievo che il tema della natura morta
assume nella storia della fotografia: lo scatto fotografico ha il potere di
immobilizzare i soggetti, bloccare un attimo di vita, fermare la
transitorietà del quotidiano, amplificando il significato simbolico sotteso
a questo affascinante motivo.
La fotografia, alle origini, interpreta la
natura morta dando scarsa importanza al colore e, facendo leva sulla
connotazione di realismo intrinseca al mezzo, si concentra sui giochi di
luce, sugli spazi e sul taglio e la composizione dell'immagine.
Questo
genere è protagonista nella storia della fotografia fin dai primi scatti
realizzati attorno al 1830 e può essere letto come un punto d'incontro
elitario tra pittura e fotografia, quindi, tra tradizione e sperimentazione.
Durante il percorso evolutivo della fotografia si assiste ad un ribaltamento
di ruoli nei confronti dell'arte tradizionale: da una condizione di
subordinazione come strumento, tecnicamente utile per raggiungere
virtuosismi pittorici a medium del fare artistico contemporaneo.
Il dialogo e la rilevanza dei reciproci influssi intercorsi nell'arte
contemporanea tra pittura e mezzo fotografico saranno puntualmente
raffrontati attraverso le numerose sperimentazioni compositive e le
differenti tecniche fotografiche adottate e i relativi referenti pittorici e
scultorei presenti nella prima sezione della rassegna.
In mostra, oltre ai
lavori delle grandi personalità della fotografia dell'800 come Fox Talbot,
Roger Fenton, Eugène Atget, Eugène Cuvelier, Charles Aubry e Adolphe Braun,
saranno presenti anche i maestri del Pittorialismo, corrente fotografica
connotata da una precisa volontà di avvicinarsi all'arte pittorica.
Tra i
maggiori esponenti di questo movimento troviamo Heinrich Kühn e Adolf De
Mayer, per passare ai protagonisti del Surrealismo come Herbert List e
Madame Yevonde.
Saranno inoltre esposte immagini dei più significativi
rappresentanti della Nuova Oggettività , di Piet Zwart, Anton Stankowski e
Sougez, e delle tendenze sperimentali apparse tra le due guerre mondiali da
El Lissitzky, Herbert Bayer, Rossler, Reichmann, Ruzicka a Man Ray.
Infine
non mancheranno i protagonisti del dopoguerra da Wols a Warhol.
Fondamentale per la selezione è stata la qualità rappresentativa di ciascuna
delle opere, che testimoniano un modo di vedere trasformatosi nel corso del
tempo.
Inaugurazione: venerdì 30 novembre, ore 19
Orari: lunedì dalle 12 alle 18;
martedì,
mercoledì, venerdì e domenica dalle 10 alle 18;
giovedì e sabato dalle 10
alle 21.
Biglietto: Lit. 12.000 (Euro 6,20) - ridotto Lit. 8.000 (Euro 4,13)
Catalogo: Electa, Milano Lit. 60.000 (Euro 31)
cofanetto contenente i
due cataloghi Lit. 120.000 (Euro 62,00)
Testi critici: Claudio Marra, Timm Starl, Peter Weiermair
Ente organizzatore: Galleria d'Arte Moderna Bologna
Artisti in mostra: Berenice Abbott; Franz Antoine; Nobuyoshi Araki; Eugène
Atget; Charles Aubry; Ellen Auerbach; Roger Ballen; Max Baur; Herbert Bayer;
Valérie Belin; Ludwig Belitski; Arthur Benda; Aenne Biermann; Erwin
Blumenfeld; Costantin Brancusi; Adolphe Braun; Jeff Burton; Paul Citroen;
Eugène Cuvelier; Baron Adolf De Mayer; John Dugdale; Georg Maria Eckert;
Otto Erhardt; El Lissitzky; Walker Evans; Gertrude Fehr; Roger Fenton; Hans
Finsler; Gisèle Freund; Flor Garduño; Luigi Ghirri; Mario Giacomelli; Ralph
Gibson; Jan Groover; Hervé Guibert; Pietro Guidi; Franz Hanfstaengl; Robert
Häusser; Florence Henri; Matthias Herrmann; David Hockney; Evelyn Hofer;
Horst P. Horst; Arno Janssen; Mimmo Jodice; Allen Jones; Charles Jones;
Peter Keetman; André Kertész; Edmund Kesting; August Kotzsch; Rolf Koppel;
Milo_ Kore_ek; Heinrich Kühn; G.R. Lambert & Co.; Louise Laffon; Jan
Lauschmann; Paul Albert Leitner; Edgard Lissel; Herbert List; Omar
Lorenzoni; Madame d'Ora; Madame Yevonde; Chema Madoz; Ann Mandelbaum; Sally
Mann; Robert Mapplethorpe; David Mc Dermott/Peter Mc Gough; Duane Michals;
Emile van Moerkerken; Mark Morrisroe; Charles Nègre; Rosemarie Nohr; Paul
Outerbridge; Bill Owens; Roger Parry; Irving Penn; Peter Peryer; Walter
Peterhans; Jack Pierson; John Priola; Man Ray; Vilém Reichmann; Victor
Reynault; Louis-Rémy Robert; Jaroslav Rössler; Drahomìr Josef Ruzicka; Miron
Schmückle; Toni Schneiders; Hanna Seewald; Camille Silvy; Baldassare Carlo
Simelli; Frank Eugene Smith; Giorgio Sommer; Emmanuel Sougez; Anton
Stankowski; Elfie Stegemeyer; Studio Borchmann; Otto Steinert; Josef Sudek;
William Henry Fox Talbot; Otmar Thormann; John Thomson; Wolfgang Tillmans;
Arthur Tress; Ludovico Tuminello; Andy Warhol; Edward Weston; Minor White;
Thomas R. Willams; Manfred Willmann; Joel -Peter Witkin; Paul Wolff; Wols;
Woodbury & Page; VÃ clav Zykmund; Piet Zwart.
Patrocini: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali della Repubblica
Italiana; Presidenza della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana
Sponsor: Ascom, Associazione Commercianti di Bologna; ATC, Bologna; Bologna
Fiere; Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna; Provincia di Bologna,
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Galleria d'Arte Moderna Bologna
Piazza Costituzione 3 Bologna