Dirty Drama. "E' in pantofole che ho voglia di vedere l'esposizione per cambiare canale davanti alla pittura che troppo bene rappresenta questo sporco dramma, che al di la' di ogni concettualizzazione post-moderna non abbiamo ancora potuto capire, noi vittime della modernita' liquida..." (J.M. Reynier)
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Siamo in uno di quei posti dove la paura della morte fa miracoli. Un
lungo budello che porta dalle Belle Arti fino alla stazione centrale di
Milano, arrivandoci da un lato o dall'altro, come si fa, quando si cerca
qualcosa di violento e snob al tempo stesso, in un percorso che nulla ha
di tutto cio'.
Le automobili, attardatesi nel futurismo spiattellato a
ogni lato della strada, con i loro autisti decorati da occhiali da sole
e meretrici invecchiate troppo presto... Magari sono asini e non
Lamborghini... forse sono maschere e non Ray Ban... Sui marciapiedi, a
loro agio, vanno e vengono questi stranieri, osservatori ignoti:
pubblico, critica e servitori.
Qualche barbone, non ammesso al comizio
elettorale, osserva costernato i loro abiti, la loro nudita' e il loro
solo sguardo li porta a credere nel successo... una proiezione
annichilita dal modesto colpo di pennello che loro non potranno dare a
quella tela vergine e glabra, troppo ricca di sottintesi; troppo stretta
per i loro piedi e il loro naso.
E' in pantofole che ho voglia di vedere
l'esposizione di Dario Pecoraro, per cambiare canale davanti alla
pittura che troppo bene rappresenta questo sporco dramma che al di là di
ogni concettualizzazione post-moderna non abbiamo ancora potuto capire,
noi piccoli bambini, vittime "innocenti" della modernita' liquida...
voglio le pantofole di Dario Pecoraro.
Jean-Marie Reynier
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This is one of those places where the fear of death can work wonders. A
long string of bowels extends from the Belle Arti all the way to Milan's
main station, arriving from every side, as you yourself might do if you
were looking for something simultaneously brutal and snobbish in a
passageway containing nothing of the sort.
The vehicles with their
drivers wearing sunglasses and the whores who got old too fast, left
behind in a futurism splayed out by the side of the road... Perhaps
they're jackasses and not Lamborghinis... Perhaps they're masks and not
Ray Bans… All these strange characters come and go in high spirits on
the sidewalk, unfamiliar observers: onlookers, critics, attendants.
Here
and there a beggar excluded from the gathering gloomily observes their
clothes and their bareness, his glance alone enough to have them believe
in their success, a projection that is annihilated by the modest
brushstroke which it could never give on this bare, naked page so rich
in overtones; too cramped for their feet and their nose.
I'd prefer to
visit Dario Pecoraro's exhibition in my slippers so I can change
channels in face of the image that this sordid drama depicts so well,
but which we cannot yet comprehend over our postmodern
conceptualization, we, the little children, the "innocent" victims of
the flow of modernity... it is Dario Pecoraro's slippers that I want.
Jean-Marie Reynier
Vernissage: friday / venerdì 15.02.2008, 18.00 - 21.00
Galleria Balmelli
Via Orico 4 A, CH Bellinzona
Da martedì a sabato / From Tuesday to Saturday 14-18
free admission