Galleria Giraldi
Livorno
piazza della Repubblica, 59
0586 883022 FAX 0586 887778
WEB
Jean Mario Berti
dal 15/2/2008 al 21/3/2008
Feriali 10-13 17-20

Segnalato da

Galleria Giraldi




 
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15/2/2008

Jean Mario Berti

Galleria Giraldi, Livorno

La pittura e' astratta. Con una ricca ed esaustiva mostra antologica, la galleria rende omaggio a uno dei protagonisti della scena artistica livornese degli anni Cinquanta.


comunicato stampa

a cura di Mattia Patti

Galleria Giraldi, Livorno
16 febbraio – 22 marzo 2008

Con una ricca ed esaustiva mostra antologica, la galleria Giraldi rende omaggio a Jean Mario Berti (1917-1992), uno dei protagonisti della scena artistica livornese degli anni Cinquanta.

Dopo un importante periodo di formazione a Milano, ove seguì i corsi dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Berti tornò a Livorno, sua città natale, e dopo la fine della seconda guerra mondiale iniziò ad esporre in numerose mostre collettive. Il suo linguaggio, partito da posizioni di moderato espressionismo, approdò ben presto all’astrazione. I primi risultati della produzione astratta furono esposti da Berti in una importante personale allestita nel 1955 da Giraldi. Fin da subito, così, Berti intrecciò un prezioso rapporto di collaborazione con Bruno Giraldi, gallerista coraggioso, pronto a sposare la linea modernista.

Tra il 1956 e il 1959 Jean Mario Berti portò avanti la propria ricerca pittorica con grande passione e sensibilità, riuscendo tempestivamente ad intercettare le più aggiornate e importanti novità del panorama artistico italiano. In mostra sono esposti alcuni quadri fondamentali di questo periodo, da Autunno (1956) a Il pozzo delle idee (1957), per arrivare infine a dipinti di grande respiro e di notevole fascino quali Devo o L’ora meravigliosa (entrambi datati 1959). In questo periodo Berti costituì, insieme a Ferdinando Chevrier e Elio Marchegiani, il gruppo dei «Tre dell’astrattismo», che presto s’impose a Livorno come punta dell’avanguardia artistica. I tre, dopo la prima mostra ufficiale di gruppo allestita ancora una volta da Giraldi (febbraio 1959), allargarono il proprio campo di azione ben oltre i confini cittadini, esponendo ripetutamente nella prestigiosa galleria Numero di Firenze e partecipando a importanti rassegne nazionali ed internazionali.

Proprio allo scadere degli anni Cinquanta maturò in Berti un nuovo senso dello spazio e della luce: venuta meno la ricchezza di materia e di colore che aveva fino a quel momento contraddistinto i suoi dipinti, Berti iniziò a dipingere profonde immagini in bianco e nero, splendide ed estreme testimonianze della stagione dell’Informale. Sono oggi in mostra alcuni significativi esempi di questo periodo, tra cui Quel che so (1959) e Momento n. 3 (1961). Con opere simili Berti ottenne un importante riconoscimento in occasione del V Premio Modigliani di Livorno e partecipò alla VIII Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma.

A metà degli anni Sessanta Berti impresse una nuova, decisiva svolta alla propria pittura: su un fondo uniforme, irreale (alternativamente bianco, nero o rosso), il pittore livornese eresse forme monumentali, simili a sculture megalitiche. Il ciclo dei «Totem», sviluppato per più d’un decennio, è oggi ampiamente documentato, a dimostrare la sapiente ricerca che Berti seppe condurre in questi suoi anni di piena maturità. Scioltosi il gruppo dei «Tre dell’astrattismo», sul finire degli anni Sessanta Bertì smise, o quasi, d’esporre i propri lavori. Le interessanti opere realizzate nel corso degli anni Settanta e Ottanta sono state, pertanto, raramente esposte o pubblicate. Anche da questo punto di vita l’esposizione odierna offre una preziosa occasione di conoscere l’interessante e mai scontato lavoro di Jean Mario Berti.

Accompagna la mostra un importante volume edito dalla galleria Giraldi. Al suo interno, oltre a un testo introduttivo del Sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, si trova un saggio critico di Mattia Patti e un ricco apparato illustrativo. Questa pubblicazione completa il progetto editoriale sostenuto dalla galleria Giraldi, in collaborazione con il Comune di Livorno, su Berti, Chevrier e Marchegiani, i «Tre dell’astrattismo».

Galleria Giraldi
piazza della Repubblica 59 - Livorno
Orario: Feriali 10-13 17-20
Ingresso libero

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