Malia dell'enigma. Nuovo ciclo pittorico. "L'organica, attualissima creazione del pittore, definita da 5 grandi tele, concepite nel comune denominatore di un'idea tanto enigmatica quanto attraente, si pone come intenso paradigma sui momenti qualificanti l'esistenza antropologica individuale entro la piu' vasta dimensione di carattere universale". (Bruno Cora')
Dopo le recenti esposizioni di Roma (2006), di Verona (2006) e di Firenze
(2007), che hanno consentito di prendere visione del grado sempre crescente
della lezione pittorica di Vasco Bendini, sabato 16 febbraio 2007 alle ore 18,00
presso gli ambienti della galleria in via Bruno Longhi, 6 a Parma si aprirà la
mostra del più recente ciclo di opere di Bendini.
L’organica, attualissima creazione del pittore, definita da cinque grandi tele,
concepite nel comune denominatore di un’idea tanto enigmatica quanto attraente,
si pone come intenso paradigma sui momenti qualificanti l’esistenza
antropologica individuale entro la più vasta dimensione di carattere universale.
Le immagini delle opere, ancorché svincolate da ogni possibile riferimento o
richiamo iconografico nell’apertura percettiva dello spazio e del colore, non
rinunciano alla facoltà evocativa che resta presente in ognuna delle opere.
Articolate e scandite tra le temporalità della ‘nascita’ e della ‘vecchiaia’, le
opere dischiudono la malia dell’enigma stesso della vita. Ma se questa è la lettura
a cui è possibile ricondurre l’intero episodio odierno della pittura di Bendini,
esso in realtà si sottrae a ogni possibile ‘narrazione’ per affermare l’irriducibile
pronunciamento del linguaggio visivo delle immagini, le quali non si lasciano
surrogare da qualsivoglia altro medium che si interponga tra loro e i sensi di
“malia dell’enigma”
La pittura di Vasco Bendini, com’è noto, dopo aver contribuito con esiti originali
e di forte impronta individuale alla vitalità di tutta la vicenda ‘informale’,
dagli anni Cinquanta ai Sessanta, e dopo le esperienze di integrazione di una
gestualità artistica comportamentale nella concezione della pittura a partire dal
’66, ha avuto modo di essere ampiamente conosciuta in occasione della XXXII
e della XXXVI edizione della Biennale di Venezia (1964 e 1972). E se in quelle
decadi si distinguono, tra le altre, le riflessioni critiche sul suo lavoro di Francesco
Arcangeli, Maurizio Calvesi e Giulio Carlo Argan, negli anni Ottanta è Emilio
Villa che, nel presentarlo alla galleria L’Attico, coglie precocemente, con la
sua temeraria ‘voce aforismatica’, la coraggiosa volontà di Bendini di rimettere
in questione l’intero arco delle sue intuizioni e delle sue essenziali formulazioni,
mosso da nuovi impulsi di ampiezza cosmogonica.
Nonostante l’attitudine solitaria e riservata nel partecipare agli sviluppi delle
più importanti interrogazioni estetiche della seconda metà del Novecento,
Bendini non ha mancato mai, sino ad oggi, di fornire significativi moti della sua
presenza, rendendo concreto e stimolante il suo contributo. Ne è prova questo
ulteriore ciclo di disarmante freschezza, pregno di senso e di drammatica urgenza.
Accompagna la mostra una pubblicazione con le immagini delle opere e un
testo critico di Bruno Corà.
Inaugurazione: Sabato 16 Febbraio 2008 alle 17:30
Galleria Niccoli
via Bruno Longhi, 6 Parma
Orario: 10.00-12.30 / 16.00-18.30 escluso lunedì e festivi
ingresso libero