Emmeotto
Roma
via Margutta, 8
06 3216540 FAX 06 3217155
WEB
Pino Pascali
dal 28/2/2008 al 29/4/2008
10,30-13 e 16,30-20, chiuso lunedi' e festivi

Segnalato da

Scarlett Matassi



approfondimenti

Pino Pascali



 
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28/2/2008

Pino Pascali

Emmeotto, Roma

Disegni per la pubblicita'. Nel quarantennale della morte, la galleria ricorda l'inesauribile vitalita' dell'artista che voleva "rifare a mano il mondo" con una mostra lieve e sorridente. Esposti disegni, collages e fotomontaggi, gli spot pubblicitari che inchiodavano le famiglie italiane di fronte a Carosello, ma anche spot commissionati dalla Rai per autopromuoversi.


comunicato stampa

L'11 settembre 1968, il giorno in cui un incidente motociclistico pone fine alla sua vita e alla sua carriera, Pino Pascali ha solo trentatre anni. Quella fine inaspettata priva l'arte italiana di uno dei più vivaci talenti di una stagione in cui il talento dilaga: gli anni '60. Anni di miracolo economico e benessere diffuso, ma anche di rinnovamento culturale autentico e inesausta tensione creativa.

Nel quarantennale della morte, EMMEOTTO ricorda l'inesauribile vitalità dell'artista che voleva "rifare a mano il mondo" con una mostra lieve e sorridente: "Pino Pascali, disegni per la pubblicità".
La rassegna va inquadrata nell'ambito di un lavoro di ricerca e divulgazione che da anni impegna Daniela Ferraria, oggi socia di EMMEOTTO, su un aspetto specifico della carriera di Pascali: la sua attività nel campo della creazione di filmati pubblicitari per il cinema e, soprattutto, la televisione.

In esposizione una ricca raccolta di materiali che testimoniano l'inclinazione al gioco e alla fiaba del loro autore, la sua raffinata ironia, la fantasia esplosiva appaiata al rigore pignolo del professionista che nulla concede all'improvvisazione e infine quella sua celebrata manualità posta al servizio di un raro talento progettuale. Ci sono i disegni, su carta o acetato, i collages e i fotomontaggi che preparavano i filmati e poi i filmati stessi: gli spot pubblicitari che alle otto e mezza di sera inchiodavano le famiglie italiane di fronte a Carosello, ma anche certi spot veramente originali commissionati dalla Rai per autopromuoversi; le sigle di programmi famosi (TV7), o dei primi contenitori di pubblicità televisiva alternativi a Carosello (Intermezzo) e persino alcuni esempi di spot per il cinema, ancora più inventivi di quelli realizzati per la TV. Un posto di rilievo è stato giustamente assegnato ai progetti rifiutati dai clienti perché troppo innovativi, ad esempio il cartone animato dei Killers, i piccoli gangsters cui la Algida, affezionata madrina delle creaturine di Pascali dal '61, non volle affidare le sorti commerciali del suo listino gelati del '63. La carrellata delle trovate iconografiche, delle tecniche e dei materiali utilizzati è insomma inesauribile e si stenta a credere che una creatività così debordante riesca a cociliarsi con una ricerca stilistica di sintesi estrema: la grafica pascaliana è essenziale e di leggibilità immediata.

I contributi in catalogo di Maurizio Calvesi e Claudia Lodolo, curatrice di una serie di vivaci interviste, ci ricordano che non sono lontani gli anni in cui ai lavori di Pascali per la pubblicità e la televisione si guardava con sufficienza. Oggi l'orientamento critico prevalente tende invece ad evidenziare l'omogeneità della ricerca svolta da Pascali nelle sue parallele carriere di scultore, scenografo televisivo e inventore di filmati pubblicitari, un campo nel quale ha voluto e potuto prendersi il gusto di giocare in tutti i ruoli possibili, da quello del creativo a quelli di grafico, animatore, fotografo, sceneggiatore e persino attore (è lui il Pulcinella protagonista di un celebre carosello realizzato per Cirio). La mostra di EMMEOTTO conferma, ove ve ne fosse ancora bisogno, la validità di questa chiave di lettura. In qualunque campo si applichi, con o senza committente, la creatività di Pascali ha una sua tipicità. Tematica, innanzitutto: il gioco, le armi, la terra, il mare e il sole. Comuni sono anche gli elementi che lo rendono emblema delle tendenze più innovative della sua epoca: l'interesse simultaneo per arte, cinema e fotografia, l'abbattimento delle barriere tra arte e cultura di massa, il gusto della performance. Per questa ragione si può sostenere, come fa Marco Giusti, che "solo se si ha una visione di tutto ciò che ha fatto in quegli anni,e sono in realtà molto pochi, ...si riesce a capire tutto il suo sguardo". I dieci anni di collaborazione (1958 - 1968) con la Lodolofilm di Sandro Lodolo rappresentano per Pascali la straordinaria palestra in cui esercitare e affinare il proprio impeto creativo, sperimentando ricerche e iniziando racconti in seguito sviluppati nelle opere che la storia dell'arte del ‘900 ha da tempo consacrato.

Al di là del problema, in fondo un po' ozioso, del valore artistico dei lavori con finalità promozionale, va infine sottolineato lo storico contributo offerto da Pascali allo sviluppo della comunicazione pubblicitaria e televisiva in Italia. La sua morte interrompe una ricerca veramente innovativa in questi campi e di gusto sin troppo raffinato. Non è un caso che i bellissimi lavori realizzati per Agip, Alberti, Algida, Autoservizi Maggiore, Biscotti Maggiora, Caffè Camerino, Caffè Mauro, Cirio, Ferrovie dello Stato, Poste Italiane, Rai e tanti altri committenti eccellenti raramente siano rimasti nella memoria popolare. Troppo raffinati, appunto, troppo "artistici".

Immagine: Ritratto Pino Pascali, 1961, tecnica mista in cornice ovale di metallo

I ritratti scherzosi di Lodolo e Pascali
Racconta Sandro Lodolo: "Questi due ritratti li tenevamo nella nostra stanza, ci hanno sempre accompagnato nella nostra storia; li volle realizzare Pino. Avevamo trovato le cornici a Porta Portese e gli venne l'idea di realizzare due ritratti ottocenteschi, allora ci siamo fotografati tutti e due, poi lui ha ingrandito le foto, ci è intervenuto con tutti questi elementi per dargli un sapore ottocentesco: ha messo dei retini, e poi ha messo la bombetta, ha messo la barba, i baffetti, la camicia e la cravattina. Anche il passepartout è un cartoncino che lui ha pure invecchiato un po'. Li sistemammo leggermente sfalsati: io, che ero il produttore, stavo un po' sopra e lui accanto a me, ma un po' più sotto".

Catalogo a cura di Daniela Ferraria con testo critico di Maurizio Calvesi

Durante la mostra sarà proiettata una raccolta di filmati pubblicitari curata da Marco Giusti

Ufficio stampa: Scarlett Matassi 347 0418110 - e-mail: scarlett.matassi@virgilio.it

Inaugurazione: venerdì 29 febbraio dalle ore 18,00

Emmeotto
Via Margutta 8 - 00187 Roma
Orario: 10,30-13,00 e 16,30-20,00
Chiuso il lunedì e nei giorni festivi

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