Miracoli. Mostra personale del poeta, narratore e teorico d'arte. Le sue opere pittoriche sono brani visivi che raccontano vicende e storie, senza mai risolversi nell'episodio aneddotico, ma rimanendo in una dimensione metaforica e allusiva. La dimensione antinaturalistica, oltre alle azzardate deformazioni, e' accentuata da soluzioni cromatiche sature.
Domenica 24 febbraio, alle ore 17.00 a Lugo in Via Acquacalda 29, nelle sale del Palazzo del Commercio, sede dell’Ascom, si inaugura “MIRACOLI” mostra personale del noto artista Gian Ruggero Manzoni che presenzierà alla vernice. Con questo nuovo appuntamento di ASCOMARTE siamo al 39° incontro ospitato al Palazzo del Commercio, il quarto del ciclo di 6 incontri in programma per la stagione 2007/2008. Questo nuovo appuntamento di AscomArte, che si avvale del patrocinio dell’assessorato alla cultura del comune di Lugo, ci porta a conoscere il lavoro di un artista contemporaneo già conosciuto ed apprezzato a livello nazionale: GIAN RUGGERO MANZONI. Lo presenteranno i critici d’arte Aldo Savini e Paola Castagna.
Gian Ruggero Manzoni, poeta, narratore, teorico d’arte e pittore, nasce a San Lorenzo di Lugo il 22 marzo del 1957; compiuti gli studi classici presso il Liceo Trisi-Graziani di Lugo, nel 1975 si iscrive al DAMS di Bologna, con indirizzo Spettacolo. Di lui scrive il Prof. Aldo Savini: “Come i romanzi e i racconti di Gian Ruggero Manzoni fin dagli esordi, insieme ad una carica ironica e provocatoria, presentano un sottofondo poetico e visionario e i suoi testi poetici evocano situazioni narrative, così le opere di pittura sono brani visivi che raccontano vicende e storie, senza mai risolversi nell’episodio aneddotico, perché assumono con estrema evidenza la dimensione metaforica e allusiva, propria della poesia. Pertanto, il dire con le parole e il dire con le immagini non hanno semplicemente, e soltanto, punti di tangenza, piuttosto si sovrappongono fino ad aderire intimamente. In entrambi i casi l’immediatezza espressiva assume i connotati di un andamento ritmico, generalmente disarmonico e sincopato come nelle improvvisazioni free jazz. Inoltre, la rapidità del tratto segnico, energico e quasi esplosivo, nella misura in cui fa sì che la sua pittura diventi scrittura, rimanda alle testimonianze iconografiche del graffitismo o di certo neoespressionismo tedesco. E del graffitismo sembra quasi ripercorrerne la storia, a partire da quello rupestre delle origini per arrivare a quello metropolitano contemporaneo dei writers, in una sintesi che tende a negare l’evoluzione storica dell’arte, in nome della sua intima atemporalità, e a giustificare, di conseguenza, l’accettazione e l’uso dei linguaggi più diversi per adattarli alla irrefrenabile creatività e all’ideazione compositiva personale.
Il suo modo di procedere nel territorio dell’arte non è certamente lineare e consequenziale ma si nutre di continui sconfinamenti e assemblaggi, di imprevedibili scardinamenti e ricomposizioni. Così, irriverenza e rispetto dell’ordine nella costruzione formale e sintattica della figurazione non sono termini contraddittori, non si escludono, anzi contribuiscono a dare quella particolare incisività espressiva che attira lo sguardo, e se per un verso stupisce e meraviglia, per un altro incuriosisce, ponendo dubbi e interrogativi sui possibili significati impliciti. Con abile destrezza, quindi, si addentra nella cultura artistica contemporanea e nel momento in cui rifiuta i mezzi tecnologici in nome della figurazione pittorica, allo stesso tempo rifugge dai canoni tradizionali della cosiddetta “bella” pittura, proprio perché non gli interessa il dato realistico e l’imitazione quanto il visibilismo evocativo, cosicché all’esteriorità formale delle scene nella loro elementare insignificanza fa riscontro un’apertura che introduce a un suggestivo mondo immaginativo ed emozionale, popolato di enigmatiche ed inquietanti presenze. La dimensione antinaturalistica, oltre alle azzardate deformazioni, è accentuata dalle soluzioni cromatiche sature, esenti da preoccupazioni tonali o luministiche. La luce si risolve nella purezza del colore che contribuisce ad appiattire l’immagine, depurata dagli effetti illusori di profondità prospettiche, a conferma ancora una volta dell’identità tra pittura e scrittura, poiché la tela assume lo stesso ruolo del foglio e lo spazio pittorico si trasforma in pagina.”
Mostra realizzata in collaborazione con la galleria Spazionove di Faenza.
Immagine: Ritratto cm 100 X 70 - Tecniche miste su tela
Il suo sito ufficiale http://www.gianruggeromanzoni.it
Inaugurazione domenica 24 febbraio alle ore 17.00
Palazzo del Commercio
Via Albertino Acquacalda, 29 Lugo (RA)
La mostra resterà aperta con orario: sabato e festivi. 15 –19/ martedì e giovedì ore 15 – 18