Galleria Previtali
Milano
via Lombardini, 14
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WEB
Egidio Castelli
dal 4/3/2008 al 3/4/2008

Segnalato da

Valentino Lorenzo




 
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4/3/2008

Egidio Castelli

Galleria Previtali, Milano

Arte e imprenditorialita' in Lombardia. Su supporti che vanno dalla tela al rame, dall'ottone ai pannelli di nylon fino al plexiglas; realizzata con acrilici, idropittura, olio mescolato a silicone, l'opera gestuale dell'artista conserva la forza ribelle dei primi dripping.


comunicato stampa

di
Alessandra Redaelli

“A un certo punto la tela apparve come un’arena dove agire invece di uno spazio in cui riprodurre”. Quando nel 1952 Harold Rosenberg scrive queste parole su Art news, coniando di fatto la definizione di action painting, probabilmente non si rende conto della rivoluzione che il nuovo movimento sta provocando nell’arte. Anche perché al momento la reazione dell’opinione pubblica non fa ben sperare sul futuro del gestuale. Quando una rivista autorevole come Life osa pubblicare un articolo su Jackson Pollock, infatti, la redazione è seppellita da oltre 500 lettere di protesta.

Invece Pollock, e tutti quelli che con lui danno vita alla gloriosa stagione dell’action painting – da Sam Francis a Morris Louis, da Franz Kline a Willem de Kooning – hanno il merito di portare a termine la dissoluzione della figura cominciata trent’anni prima da Kandinskij. Dissoluzione che regalerà all’arte la sfrenata libertà del gesto e che le permetterà, in seguito, di rinnovarsi e rinascere nell’armoniosa, multiforme polifonia del contemporaneo.

Graffi, linee, ditate, sgocciolamenti, isole di colori puri buttati sulla tela nell’urgenza dell’istante, trasformano il quadro in specchio fedele delle emozioni e dell’anima. “Se dipingi il tuo inconscio, le figure devono per forza emergere. La pittura è scoperta di sé”, dichiara significativamente Jackson Pollock. Come dire, usando un linguaggio caro a Freud, che dalla tela viene estromesso il Super-Io, lasciando spazio solo alla selvaggia potenza dell’Es.

Una potenza che da allora – da quando, nel 1946, Pollock butta per terra la tela e crea il primo dripping, guadagnandosi il pittoresco soprannome di Jack the dripper – ha continuato a scorrere sotto la pelle dell’arte contemporanea. A volte nascosta, altre volte manifesta.

E’ questa potenza che si legge nei lavori di Egidio Castelli. Riveduta e corretta attraverso l’uso dei nuovi materiali e delle nuove tecnologie. Su supporti che vanno dalla tela al rame, dall’ottone ai pannelli di nylon fino al plexiglas; realizzata con colori acrilici, idropittura, olio mescolato a silicone, l’arte gestuale di Castelli conserva in sé, intatta, la forza ribelle dei primi dripping che scandalizzarono l’America. Sono grovigli di materia magmatica, esplosioni primordiali, paesaggi di un passato ancestrale o di un futuro inimmaginabile, figure appena riconoscibili che emergono dal fondo toccando corde del nostro inconscio rimaste seppellite fino a un momento prima.

Da poco entrato nel complesso mondo dell’arte, autodidatta e sperimentatore, Castelli ha raggiunto in breve tempo la sicurezza di uno stile maturo, capace, nel sapiente uso del gesto e del colore, di convogliare nel quadro emozioni che parlano con chiarezza lampante all’anima di chi lo guarda.

Galleria Previtali
via Lombardini, 14 - Milano
Ingresso libero

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