Eye food. L'artista esplora forme e colori degli imballaggi del mondo dei consumi e fa costante riferimento alla sua vita: all'infanzia trascorsa ad Amburgo, agli anni '80 londinesi, ai viaggi in Turchia, alla sua passione per il tifo da stadio e per il cibo.
a cura di Luca Bochicchio
in collaborazione con galleria True-Love
Quando si dice “ha scoperto l’uovo di Colombo” si intende una cosa semplice, elementare. Ebbene, quando Sergi ha scoperto l’uovo di Colombo l’ha preso, l’ha rotto in una padella con un po’ di burro salato, l’ha fritto con tanto rispetto e, una volta cotto, l’ha steso con le mollette sulla corda del balcone con le maglie, i pantaloni e i calzini e, grazie alla bella giornata e ad una forte tramontana, dopo poche ore l’uovo di colombo e tutto il resto era bello e asciutto, pronto per essere ritirato e stirato… hast du verstanden?
Questa, in breve, la “nota biografica” di Sergi (Sergio Isopo); si potrebbe proseguire raccontando di un gruppetto di testi scritti a biro su carta per friggere e del progetto (anche questo su carta per friggere) della calcio-padella voor FRIKADELLA: versione per polpette e perfettamente funzionante del calcio balilla.
Cibo e politica, pubblicità e potere, calcio e multilinguismo: ironia spiazzante e vena pop del tutto personale scansano per un attimo i riferimenti all’arte contemporanea e alla sua storia. Sergi esplora forme e colori degli imballaggi del mondo dei consumi e fa costante riferimento alla sua vita: all’infanzia trascorsa ad Amburgo, agli anni ’80 londinesi, ai viaggi in Turchia, alla sua passione per il tifo da stadio, per il cibo (e per il cibo di mare), alla sua assistente di 10 anni e alla sua promoter (rispettivamente sua figlia e sua moglie). Folgorante e geniale presenza nel contemporaneo panorama artistico, quasi sconosciuto al mondo delle gallerie ma pronto a portarvi tutta la sua carica esplosiva (e non si tratta di metafora!), Sergi invita ad entrare nel suo mondo di lische di pesce, torte-dinamite e uova fritte da applicare ad automobili e palazzi, lasciando al pubblico la facoltà di distinguere le sculture dall’aperitivo: nulla si butta, tutto si tocca e assaggia, con i ringraziamenti dell’artista.
Fra le opere esposte, un omaggio carico di devozione al BRETZEL (salatino che per un soffio non decise le sorti della presidenza - e della vita - di George W. Bush) e la grande tavola OVOCRACYA 2007 nella quale, “galleggiando su oceani di bacon (o sangue?!) l’occidente (1/10 dell’umanità) scorrazza sul pianeta al grido di – magnamose tutto!”.
Galleria Studio 44
Vico Colalanza, 12 - Genova
Ingresso libero