Perruques Milan. L'artista ritorna in citta' con due grandi opere che sintetizzano il suo intero percorso. Esposti 18 drappi in juta con piccole monete cucite e 14 parrucche scultoree di foggia africana lavorate a treccine quali rappresentazioni di icone dell'architettura milanese. Nel suo lavoro l'artista mette in scena le regole del gioco: il denaro o, differentemente rappresentato, il capitale. A cura di Marco Scotini.
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a cura di Marco Scotini
Al suo quarto appuntamento con la Galleria Artra di Milano, lunedì 10 marzo l’artista africano Meschac Gaba inaugura un nuovo progetto pensato per il grande spazio espositivo di Via Burlamacchi 1. A distanza di tre anni dalla sua ultima personale presso la galleria milanese, Meschac Gaba ritorna ora con due grandi opere che sintetizzano l’intero suo percorso artistico, una delle quali è dedicata alle architetture di Milano.
Falsario à la Duchamp, autore di puzzle come Fahlström e personaggio fictional alla maniera di Broodthaers, Mesca Gaba è un grande giocatore. Mette in scena le regole del gioco come fossero norme delle convenzioni sociali o degli accordi finanziari del mondo globalizzato. E come in ogni gioco, anche nei progetti di Gaba, l’esito dipende dall’abilità degli avversari o dall’influenza della fortuna. La posta in gioco, infine, è sempre il denaro o, differentemente rappresentato, il capitale.
Originario del Benin ma olandese di adozione, Meschac Gaba è un lucido osservatore dei processi di trasformazione culturale e delle pratiche di adattamento antropologico e sociale attorno a cui ha costruito la sua critica radicale al concetto di identità. La ridefinizione dei rapporti tra i flussi di capitale e i flussi migratori che attraversano il territorio su scala globale lo ha visto impegnato in manifestazioni artistiche di rilievo internazionale come la Documenta XI (2002), la Biennale di Venezia (2003), la Biennale di Sydney e quella di Sao Paulo (2006) oltre che in mostre personali presso importanti istituzioni come il Palais de Tokyo (2002) e la Tate Modern (2005).
Il suo primo grande progetto, in dodici tappe, lo ha occupato per 6 anni (1997-2002) e si è configurato come un fantomatico Museum of Contemporary African Art con ambienti nomadi e imprevedibili quale critica all’etnocentrismo e al rapporto tra potere economico e colonizzazione. Successivamente una più capillare e altrettanto surreale ricerca sui processi migratori lo ha visto impegnato in un altro progetto di archeologia delle tradizioni locali: dalle spezie (ginger cocktail), ai generi alimentari (baguette francese) e allo hair style (le acconciature a trecce africane) quali prodotti di métissage culturale.
Entrambi i progetti sono riassunti da due grandi lavori che saranno presentati alla Galleria Artra:18 drappi in juta con piccole monete cucite che hanno accompagnato, quali stendardi d’accesso, il museo di arte africana in tutte le sue tappe - dallo S.M.A.K. di Gent al Witte de With di Rotterdam, e 14 parrucche scultoree di foggia africana lavorate a treccine quali rappresentazioni di icone dell’architettura milanese e realizzate a Cotonou in Benin. Quest’ultimo progetto iniziato nel 2004 a New York e passato poi a Londra è una collezione di acconciature che riproducono gli emblemi moderni del potere dell’ immaginario urbano. Accanto all’ Empire State Building o al Solomon Guggenheim Museum, al Gherkin di Norman Foster e al Rivington di David Adjaye di Londra si possono trovare ora la Torre Velasca o il Pirellone o addirittura i progetti dei grattacieli firmati Libeskind, Isozaki e Hadid per l’Ex-fiera di Milano. Ma come è stato già detto queste opere vogliono essere anche una messa in scena paradossale della stretta connessione “tra capitale economico globale e lavoro manuale del terzo mondo”.
Inaugurazione 10 marzo 2008 ore 18.00
Galleria Artra - Nuova sede
via Burlamacchi, 1 - Milano
Orario: aperto dal martedì al sabato 10,30 13.00 / 15.00 19.00
Ingresso libero
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Meschac Gaba
Perruques Milan
Curated by Marco Scotini
Three years after Le pain migrateur, his last solo exhibition at the ARTRA gallery, Monday, 10th March marks the return to Milan of African artist Meschac Gaba, well known also due to his participation in exhibitions such as Africa Remix, the Venice Biennial, Documenta, and other prominent events in the world of contemporary art. Creator of the itinerant Museum of Contemporary African Art begun in 1997 at the Rijksacademie of Amsterdam, and completed in 2002 with the presentation of the twelfth and final room The Humanist Space in Documenta XI, Gaba, whose work expresses a criticism of ethnocentricity, in his show entitled PERRUQUES MILAN at the ARTRA gallery presents two installations, one of which has been specially created for the occasion.
In it, the distinctive plaited hairstyle is the inspiration for a series of wigs that reflect the shape of many examples of Milanese architecture, transforming them in this way into “global” elements able to transcend cultural differences and to highlight, as well as in a subtle way to distort, an aesthetic stereotype associated with black people. This new work by Gaba is an addition to the cycle Tresses, in which this type of wig has for example taken on the appearance of certain buildings symbolic of the city of New York, among them the World Financial Center, the Chrysler Building and the Empire State Building.
The second installation at the gallery is composed of 18 flags that the artist has previously shown in various museums together with the rooms that make up his Museum of Contemporary African Art. This piece can thus be seen as a sort of virtual anthology of his work, underlining the nomadic nature of his research.
Opening: March 10th 2008 – 6.00 p.m.
Galleria Artra
via Burlamacchi, 1 - Milan
The gallery is open from Tuesday to Saturday, 10,30 a.m. - 1.00 p.m. / 3.00 p.m. - 7.00 p.m.