'Il gatto che nasce dal buio e passa, fulvo, vermiglio e nero, morbido e paziente, da un lato all'altro del quadro, scomponendo la sua felinità in una miriade di punti di colore semoventi, illuminando, con una lenta e perenne rotazione del viso, l'interrogativo chiave, silente e solenne: ' Qual'è il mio vero volto?...' Personale di Gaspare Sicula.
GASPARE SICULA FELISCATUS
Penso che a Leonardo questa Belle Ferronnière sarebbe piaciuta. Anche
alla Belle Ferronnière, per contiguità . Certamente avrebbe avuto
l'approvazione di Lucrezia.
E del gatto che era, ed è, in lei.
Il
gatto che nasce dal buio e passa, fulvo, vermiglio e nero, morbido e
paziente, da un lato all'altro del quadro, scomponendo la sua felinitÃ
in una miriade di punti di colore semoventi, illuminando, con una lenta
e perenne rotazione del viso, l'interrogativo chiave, silente e solenne:
" Qual'è il mio vero volto? E quale, quello di Leonardo che per tanto
tempo mi ha guardata, indagando, scavando sotto l'apparente superficie,
scrutando al di là della fisionomia formale da presentare a chi
sconosce le infinite possibilità di un moto pensato da vibrisse,
espresso miagolando, da porgere soffrendo per il compromesso in atto a
chi gatto non è, né mai sarà , e perciò mai potrà capire?
Io,
occhi di gatto attraverso cui il Maestro dagli occhi uguali ai miei
può traguardare, osservare e capire il mondo a mia volta imparo,
imparerò guardando chi per l'eternità mi passerà davanti mentre,
con l'arguzia che la lentezza felina mi permette, ne attraverso il
tempo, magari in senso opposto al suo; tempo misurato, qualche volta
distratto e, d'altro canto, al di fuori del confine, ben piazzato, tra
visibile e immaginabile".
Ancora, dopo un periplo ritratto fin verso l'orizzonte circonflesso,
dissetando col coraggio a conche mani l'ammiccante ondeggiare per la
storia, il discreto affacciarsi alla bellezza, il sorriso trattenuto da
ogni cosa, da ogni istante non sciupato, non consunto dal timore di
smarrire il corso della vita, lei, Lucrezia, si muove progredendo e
indietreggiando, sostando per un breve respiro degli occhi aperti sugli
anni che scorrono, si ferma quanto occorre, la carissima Lucrezia, a
proferir parola con diletto: "E quel pittore, che occhi avrà mai quel
pittore che fra qualche tempo comincerà a guardarmi, cercando di
capire me, il Maestro, il mio tempo e il suo, ciò che pensavo e come
mi muovevo?
Poiché non ho dubbio alcuno io dico che quanto Leo Felis, per mezzo
mio, di me e di sé ha compreso, è in ogni pennellata sedimentata,
spesso, in giorni gli uni dagli altri assai lontani: e il tutto in ogni
vivente molecola di colore, seppure ormai mutata o coperta, sin dalla
nascita perfettamente in grado di contenere la mia mente.
Il colore mi
riconosce, ne accresco e stabilizzo la forza. Che dire di quel continuo
roteare felpato all'interno dell'immensa conoscenza prensile?
Io sono e sarò un peso e una misura.
Due visi e due posture; sono e
sarò una tavola e una tela.
Io sono e sarò un dipinto e un altro
ancora.
Poi, per il vero, tanto altro è capitato; tant'acqua dell'Arno è
andata verso il mare. Acqua china è passata e ripassata dai Navigli.
Musica di tintinnanti aghi di ginepro sulle note dell'aria, umida e
fresca, padana, ho sentito. Di uno spartito arrivato, di goccia in
goccia, dal chiarore piccolo e immenso in un primo albeggiare fiammingo;
musica di colline toscane, come il gracidare di rane nelle labbra mute
di rospi principi e farfalle, dal deserto multiplo e sezionato di
Antonello, ai fulmini, al fruscio dei rami nelle tempeste di Zorzo".
Ugola felina, tu sola, bellezza adiacente alla fonte; tu sola respiri e
canti, nei cipressi del sorriso, nel rosso annusar colori, il tempo
cadenzato del mondo.
G.S
ORARIO: 9,30 - 12,30 / 15,30 - 19,00 tutti i giorni;
chiuso il 25 e il
26 dicembre
GALLERIA SPAZI ARTE
Viale Malta, 29 - 29100 PIACENZA
Tel. 0523 499492