Stefania Beretta
Vittorio Corsini
Roberto De Luca
Matteo Fato
GiulianoGalletta
Mauro Ghiglione
Jean-Pierre Giovanelli
Urs Lüthi
Federica Marangoni
Giuliano Menegon
Chantal Michel
Franco Vaccari
Cesare Viel
Viana Conti
Una mostra tematica internazionale che intende provocatoriamente interrogarsi sul sensazionalismo e sulla risonanza mediatica di grandi mostre come Sensation, Post Human, Pensa con i sensi - Senti con la mente... Gli artisti selezionati, danno ampio spazio a una gamma di sensazioni comprese tra il terrore e il piacere, l'euforico e il malinconico, l'evento quotidiano ordinario e quello imprevisto straordinario.
Stefania Beretta, Vittorio Corsini, Roberto De Luca, Matteo Fato, Giuliano Galletta, Mauro Ghiglione, Jean-Pierre Giovanelli, Urs Lüthi, Federica Marangoni, Giuliano Menegon, Chantal Michel, Franco Vaccari, Cesare Viel
A cura di Viana Conti
Si inaugura la mostra tematica internazionale
Terribly Emotional, che già, a partire dal titolo, intende provocatoriamente
interrogarsi sul sensazionalismo e sulla risonanza mediatica di grandi mostre come
Sensation, Post Human, Pensa con i sensi - Senti con la mente, Shock & Show,
Apocalypse. Giocando sull'ambiguità del termine Terribilmente accostato a
Emozionale, gli artisti selezionati, casualmente o fatalmente tredici, danno ampio
spazio a una gamma di sensazioni comprese tra il terrore e il piacere, l'euforico e
il malinconico, l'evento quotidiano ordinario e quello imprevisto straordinario, il
rassicurante e l'inquietante.
Una mostra tanto significativa quanto sintomatica.
Storicamente significativa quanto al valore testimoniale dei maestri storici che vi
partecipano, sintomatica quanto agli interrogativi che si pone sul tema
dell'emotività oggi, della rilevazione radiografica dello scompenso vissuto
dall'individuo nel divario tra realtà attuale e investimento del desiderio. Una
mostra sui fattori Emotion e Sensation, coinvolgendo direttamente la curiosità,
l'interesse e la potenzialità emotiva di chi guarda. L'intento della mostra è quello
di esporre l'oggetto reale/intenzionale dell'opera d'arte al tiro incrociato del
pensiero filosofico, estetico, letterario, psicofisiologico, scientifico, in uno
scenario di parametri mobili come quello contemporaneo. A partire da un'ontologia
del virtuale e da una poetica del reale, gli artisti si lasciano interrogare come
autori di un'opera in cui l'individuo e la collettività, l'identità e l'alterità non
cessano di dialogare. I linguaggi che prendono la parola in mostra sono
l'installazione, la fotografia, la scrittura, il collage, la video-performance, la
pittura, il disegno, la video-scultura. Importante è la partecipazione svizzera che
vede la presenza di un'icona della trans-sessualità degli anni Settanta come il
grande Urs Lüthi, con Just another story about leaving/Semplicemente un'altra storia
di partenza, 9 autoritratti del 1974 dove il suo volto si trasforma progressivamente
nel volto senescente della madre; quella della seducente fotografa, videoartista e
performer Chantal Michel, invitata alla Biennale di Venezia del 2001 dal curatore
Harald Szeemann, nota per la sua leggendaria collezione di abiti da sera, parrucche,
scarpe d'oro e d'argento, presente con l'angosciante video Die Falle/La Trappola e
le foto dal ciclo, non certo rassicurante, L'Ospite tranquillo, ambientate in una
tipica camera d'albergo o in ruderi abbandonati e degradati; la presenza ancora di
Stefania Beretta, sensibile e lucida fotografa degli sprechi del consumismo, degli
attentati all'ambiente e all'umanità con l'opera Lietuva - pagine di un diario di
viaggio, rievocante, attraverso una giustapposizione di frammenti, immagini,
collage, scritte, il genocidio in Lituania tra il 1940-58, lavoro che, utilizzando i
materiali di scarto delle polaroid come piccoli loculi, si configura come un
microcimitero dell'umano sentire; e per finire quella di Roberto De Luca con il
dittico fotografico Tea-service, in cui l'ospite invitato a prendere un tè subirà lo
choc di scoprire che le decorazioni della tazza di porcellana che porterà alla bocca
rappresentano scene di umiliazioni, violenze, e tortura di civili e prigionieri
militari nelle zone di conflitto.
Tra gli artisti storici è invitato Franco Vaccari,
presente con il dittico di collage fotografico Bar Code/Code Bar, opera rinviante
alla sua partecipazione del 1993 alla Biennale di Venezia curata da Bonito Oliva,
nella sezione Transiti a cura di Viana Conti, dove, alla parete di un accogliente
caffè, contrassegnato dal codice a barre, un manifesto riporta il pianto della madre
di Silvia Baraldini mentre chiede la grazia di far tornare la figlia in Italia;
Federica Marangoni protagonista storica al femminile della videoarte, docente per 12
anni alla New York University, che presenta due mani tese di fibra vetrosa,
azzurrate dalla scritta al neon People e la videoinstallazione Volevo dirti che,
dove da un monitor, deprivato dell'audio, racchiuso in una minigabbia sospesa,
l'artista stessa cerca di comunicare con un uditorio distratto e indifferente la sua
richiesta di attenzione; Jean-Pierre Giovanelli, artista francese già esponente del
Collectif d'Art Sociologique e dell'Estetica della Comunicazione, amico di pensatori
come Jean Baudrillard e Paul Virilio, che presenta No milk today, una teca con un
biberon che al posto del latte contiene un proiettile, e un video dove l'immagine di
una mano che accarezza ancora l'immagine di una stola di volpe intende significare
la frustrazione dell'erotismo nell'era del virtuale.
Alle generazioni successive
appartengono Vittorio Corsini, esponente di un'estetica relazionale intimamente
legata al luogo e alle persone, che in mostra porta l'opera Gusci (a Marcel
Broodthaers), dove il bordo di uova di vetro a taglio vivo fa pensare alla nascita
come evento senza possibilità di ripensamento e l'opera, Residuo, un armadietto di
acciaio inox specchiante contenente fiori disseccati, che rinvia alla perdita di
profumo, colore, materia, come metafora della morte; Matteo Fato, vivace e sensibile
autore di un compromesso tra il segno e la figura, presenta un Senza titolo su
carta, dove trascrive a china, con una pratica gestuale di ascendenza cinese, le
movenze sconosciute di un gatto, che un particolare obiettivo fotografico riesce a
cogliere e il video ri.Tornatore con 807 disegni a penna grafica per la durata di 3
minuti, del 2002; Giuliano Galletta, artista, giornalista e scrittore che con Divano
Blu presenta la parodia di una serata in famiglia davanti alla TV, fotografando
l'inquietante ritratto dell'artista, lui stesso, accanto alla modella e annegando le
bambole Barbie, tema freudiano, nelle vaschette del bucato; Mauro Ghiglione artista
che si relaziona alla storia come alterazione della verità e alla realtà come spazio
in cui la soggettività e l'alterità, divenute ormai segni tra i segni, forme tra le
forme, merci tra le merci, non riescono più a mantenere un rapporto solidale,
presenta in mostra il trittico Identità, tre fotografie dove le due immagini di un
folle recluso che tenta di volare si rapportano all'astrazione di tre solidi/morbidi
visivamente interagenti, ma in realtà estranei alla presenza dell'uomo; Giuliano
Menegon, artista che elabora nel tempo una trascrizione radicale in pittura
dell'emozione estrema scaturita dal verso poetico, presenta un trittico che da Paul
Celan deriva il senso e il titolo E si vive e stravive e disvive dalla raccolta Die
Niemandrose/La Rosa di nessuno; Cesare Viel autore di un diario ininterrotto
sull'area della scrittura, della citazione letteraria, del disegno, della
videoinstallazione, della performance, della pluralità dell'immaginario e
singolarità della voce, presenta uno striscione di pvc m.6x1 dal titolo Domande per
il corpo.
Gli artisti selezionati, paradigmatici quanto al tema e alla sua
complessità, appartengono a generazioni attive dalla metà degli anni Sessanta ad
oggi. Il fuoco di attenzione verte sul fattore emozionale che ha originato l'opera,
nell'immaginario dell'artista, e, di converso, sulla modalità reattiva dello
spettatore che la contempla. Nei talk show televisivi non è infrequente che
psicanalisti e psicologi si interroghino sulla condizione di indifferenza quasi
catatonica di una generazione confrontata quotidianamente con i conflitti che
lacerano il mondo e i drammi individuali e sociali che non cessano di attraversarlo.
Terribly Emotional intende anche interrogarsi sugli effetti, nella visione creativa
e critica dell'artista, del linguaggio ansiogeno dell'informazione mediatica, delle
censure della storia rispetto a fatti ed eventi che, alterando la realtà, rischiano
di alterare la coscienza dell'uomo.
Inaugurazione: Sabato 15 marzo 2008 dalle ore 10.30
Castello di Sasso Corbaro, Torre del Mastio, Bellinzona
Orario: tutti i giorni 10 - 18