Il pittore napoletano dedico' quasi tutta la sua attivita' alla realizzazione di dipinti 'da cavalletto': opere di media grandezza per raccolte private o ad uso devozionale per cappelle e piccoli oratori. L'opera riproposta all'attenzione dei visitatori della Pinacoteca, interpreta il tema dell'Immacolata Concezione con una vena intimistica.
Bernardo Cavallino (1616 – 1656), pittore napoletanissimo che mai si mosse dalla sua città natale, dedicò quasi tutta la sua attività alla realizzazione di dipinti “da cavalletto”:
opere di media grandezza per raccolte private o ad uso devozionale per cappelle e piccoli oratori. Fra queste si contano ben dodici tele, tutte dedicate al tema dell’Immacolata Concezione: originali, copie da opere perdute, repliche realizzate dallo stesso Cavallino a testimonianza del successo che questo tema ebbe nella Napoli della metà del XVII secolo.
Alcune di piccole dimensioni, che non superano i settanta centimetri di altezza, erano sicuramente riservate alla devozione privata, agli appartamenti di nobili badesse, di aristocratiche signore o di quelle donne – le bizzoche –, votate ad una vita di castità e di dedizione alla preghiera; altre di più grandi dimensioni, erano invece destinate al culto pubblico o ad entrare a far parte di una delle tante collezioni private che in quegli anni si stavano formando nella capitale del Viceregno spagnolo.
Nulla si sa della destinazione originaria dell’Immacolata Concezione, cui è dedicata la XXIII edizione di Brera mai vista: giunta in Pinacoteca nel 1955 a seguito di un acquisto per diritto di prelazione, essa fu eseguita da Bernardo Cavallino intorno al 1645, poco prima dell’unica opera realizzata su commissione pubblica, la Santa Cecilia in estasi, oggi dopo una serie di fortunose vicende finalmente esposta al Museo Nazionale di Capodimonte accanto al suo bozzetto.
Nel catalogo, che accompagna, come di consueto la piccola esposizione, è affrontato il tema dell’iconografia dell’Immacolata Concezione, cui il popolo napoletano fu sempre particolarmente devoto e che divenne nel 1656, principale patrona della città accanto a san Gennaro.
All’assetto iconografico della Madonna vestita di bianco e azzurro e circondata da angioletti recanti alcuni dei simboli delle virtù mariane, contribuirono i dettami imposti dalla controriforma in materia di immagini sacre, e la descrizione di una serie di mistiche visioni : fra queste quelle di santa Brigida da Uppsala e della beata Beatrix de Silva y Menenses.
L’opera di Bernardo Cavallino, ora riproposta all’attenzione dei visitatori della Pinacoteca, interpreta il tema dell’Immacolata Concezione con una vena assolutamente intimistica: un’ immagine semplice davanti alla quale pregare e commuoversi, al di là degli infuocati dibattiti che continueranno a impegnare le correnti pro e contro la tesi di Maria nata immune da ogni peccato - compreso quello originale.
Il dipinto però, oltre alla sua valenza puramente devozionale, e in considerazione della sua alta qualità artistica, avrebbe potuto trovare posto anche in una delle tante collezioni private napoletane: magari in doppia fila su una delle pareti di una sala, non molto diversa da quella che Michele Regolia ci tramanda in un piccoli dipinto (ora in collezione privata) e che raffigura un interno di casa napoletana: qui fra eleganti mobili, sedie, portiere in tessuto che nascondono l’accesso ad altri vani del palazzo, per noi ancora sconosciuto, trovano posto in un ordine ben distribuito, dipinti sacri e profani, e fra questi al di sopra di una porta una Immacolata Concezione non molto diversa da quella cui è dedicata questa XXIII edizione di Brera mai vista.
Informazioni e prenotazioni: 02.89421146
Web: http://www.brera.beniculturali.it
Catalogo Electa.
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Pinacoteca di Brera
via Brera, 28 Milano
Orari: 8.30 -19.15 da martedì a domenica
(la biglietteria chiude 45 minuti prima) Lunedì chiuso
Ingresso: € 5 (compreso Pinacoteca) € 2,50 ridotto