Museo d'Arte Moderna 'Vittoria Colonna'
1962 - 2008. In mostra le opere in lamiera degli esordi, la serie delle 'Crocifissioni' realizzate con stracci, carte, iuta, nailon, vernici acriliche e ferri saldati, i collage combinati con vernici e smalti sintetici, che esprimono una personalissima versione della Pop-Art e molti altri lavori grazie ai quali e' possibile ripercorrere oltre 40 anni di attivita' dell'artista abruzzese.
Le opere in lamiera degli esordi. La serie, avviata nel 1964, delle “Crocifissioni” realizzate con stracci, carte, iuta, nailon, vernici acriliche e ferri saldati. I collage combinati con vernici e smalti sintetici, che esprimono una personalissima versione della Pop-Art. Le sculture di pezza del 1969-70, cucite a mano con stoffe e materiali plurimaterici. I “reliquiari” in legno e stoffe cucite. Le sculture di terracotta smaltata o in ferro e bronzo. I “grandi asparagi” in legno, bronzo e pelle. Gli originali “teatrini”, allo stesso tempo leggeri ed inquietanti. Infine gli splendidi arazzi, tra cui quello “In itinere” realizzato nel 2000: un viaggio fantastico nel mondo e nella vita che lo abita, che si snoda su 34 metri di lunghezza.
Oltre quarant’anni di attività dell’artista abruzzese Sandro Visca rivivono nella mostra antologica a lui dedicata, che verrà inaugurata sabato 29 marzo prossimo al Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna” di Pescara, dove rimarrà fino al 4 maggio. Un “Romanzo della Materia” – come lo definisce il poeta e critico letterario Plinio Perilli nella sua introduzione al catalogo della mostra (a cura della casa editrice TEXTUS) – da sfogliare in un centinaio di opere realizzate tra il 1962 e il 2008.
L’esposizione, realizzata con il contributo della Regione Abruzzo, della Provincia di Pescara e del Comune di Pescara, è curata personalmente da Sandro Visca che torna così, dopo vent’anni, ad esibire i suoi capolavori nella città d’adozione. Nato a L’Aquila nel 1944, l’artista risiede infatti a Pescara dal 1968, quando fu chiamato dal professor Giuseppe Misticoni ad insegnare nel liceo artistico del capoluogo adriatico. Da allora Visca ha tuttavia continuato a frequentare la scena artistica nazionale ed internazionale, collaborando con maestri del calibro di Alberto Burri, con cui nacque una sincera amicizia al di là del rapporto professionale, e partecipando a mostre ed esposizioni in giro per il mondo.
Scrive ancora Plinio Perilli che è stato “decisivo dunque il rifiuto di darsi pienamente in pasto all’entourage delle gallerie e della critica modaiola – ribadendo invece (anzitutto dentro di sé) ansia di libertà, creativa e quiete esistenziale: la scelta dell’insegnamento, presso la Sezione Accademia del Liceo Artistico di Pescara, lo aiuta e lo protegge come in un’oasi operosa. Il rapporto coi giovani ne prolunga in fondo la giovinezza e gli consente insperate collaborazioni e trasfusioni emotive, nonché espressive. L’incontro nel ’72 con un allievo come Andrea Pazienza – il geniale disegnatore e cartoonist diventato in pochi anni l’emblema di una generazione, e altrettanto in fretta bruciatosi – la dice lunga su certi illuminanti destinati snodi insieme artistici ed esistenziali (dall’archivio Pazienza risulta che Sandro Visca, il professore amato e caricaturato, sceneggiato in decine di vignette, sia proprio il personaggio “reale” più disegnato da Andrea Pazienza)”.
Sandro Visca è insomma un testimone della cultura e dell’arte contemporanee. Da attento esploratore e scrutatore della natura vive in Abruzzo profondamente legato alle complesse stratificazioni culturali di appartenenza, dalle quali ha sempre tratto sottili riferimenti per il suo lavoro, reso particolarmente interessante da una costante ricerca tecnologica sia sul piano grafico-pittorico sia su quello dello studio dei vari materiali espressivi.
Visca, per dirla col critico d’arte Tito Spini, “è come uno sciamano, cuce parole e stoffe, costruisce oggetti rituali per il “volo” e, dall’alto spazio raggiunto, scruta nelle pieghe della storia il futuro”.
Cenni biografici
Sandro Visca, nato a L’Aquila il 19 settembre 1944, risiede a Pescara dove, dal 1968 al 2003, ha insegnato Discipline pittoriche nella sezione Accademia del Liceo Artistico Statale “G. Misticoni”.
A diciotto anni è già presente in mostre di rilievo e nel 1962 è selezionato per la Biennale Nazionale del Disegno “Premio Recoaro Terme” vicino ad artisti come Casorati, Capogrossi e Morandi. In quegli anni, il suo insegnante di figura disegnata Giuseppe Desiato, diventato in seguito uno dei più autorevoli esponenti della Body Art in Europa, lo sceglie insieme ad altri artisti aquilani per formare il “Gruppo 5”.
Sandro Visca, durante gli anni di studi presso l’Istituto d’Arte aquilano, si distingue per il vivace impegno profuso ad un rinnovamento tecnico didattico di tutte le materie professionali della sua scuola e soprattutto nel laboratorio metalli. Nel 1963, terminati gli studi, si trasferisce a Roma dove vive e lavora fino al 1967. Artista versatile in campi diversi di attività e di ricerca, come collaboratore artistico del Teatro Stabile dell’Aquila, nel 1969 realizza le scene di Alberto Burri per “L’Avventura di un povero cristiano” di Ignazio Silone, per la regia di Valerio Zurlini. In questa occasione l’incontro con Burri si tramuta presto in una vera amicizia, tanto che, anche per la passione che li accomuna per la caccia, si frequentano in lunghe settimane venatorie sia in Umbria che sulle montagne d’Abruzzo.
Nel 1973, con un’opera di sei metri, viene invitato nella sezione italiana “Lo spazio vuoto dell’Habitat” della XV Triennale Internazionale di Milano.
“Nell’opera di Sandro Visca ‑ ha scritto Gino Marotta ‑ affiorano e si manifestano feticci e tabù e ripristini candidi di coltissimi sortilegi, di ferocissime appassionate ricognizioni dei territori passionali di un collettivo etnico che va oltre il Gran Sasso, verso il deserto”.
Fin da giovane, appassionato frequentatore delle sue montagne, inizia a studiarne presto gli aspetti letterari e antropologici, tanto che nel 1975 realizza il film “Un cuore rosso sul Gran Sasso”. Film d’arte corredato da un volume serigrafico presentato da Diego Carpitella e un libro oggetto, “Per un cuore rosso sul Gran Sasso”, eseguito a mano in tiratura limitata, editi dallo studio l’Uovo dell’Aquila. In rapporto a questo film, nel 1986, invitato dall’Assessorato alla Cultura della Regione Abruzzo a San Paolo del Brasile, dà il titolo al Primo Expo Brasil Italia, “Un coraçao vermelho no Gran Sasso”, dove espone una serie di sue opere sul tema.
Interessato alla cultura latino‑americana, nel 1978 organizza una spedizione in Sud America con particolare attenzione agli aspetti popolari del Perù. In questo impegnativo viaggio tra le Ande documenta i segni tipici dei villaggi della Sierra e dei centri storici più sperduti dei parchi archeologici di Cuzco e Puno trovando profonde analogie con la sua terra di origine. Poi risalendo da Iquitos un tratto del Rio delle Amazzoni, attraversa un tratto della foresta amazzonica avvicinando indios Jaguas e Jivaros. Questa esperienza, sia da un punto di vista scientifico che umano, lo porterà a rafforzare ancora di più le sue posizioni politiche nei confronti del suo lavoro e della sua ricerca.
Nel 1988 apre a Pescara la Scuola Italiana d’Arte dove per due anni, oltre che a dirigerla, vi insegna pittura e tecniche grafiche dei disegno con brillanti risultati.
Presente nelle principali manifestazioni abruzzesi è stato invitato a numerose mostre di rilievo nazionale ed internazionale tra le quali, “Texilia”, dove Enrico Crispolti lo colloca con i suoi arazzi cuciti nella sezione storica “Pittura tessuta” vicino ai futuristi Prampolini, Balla, Depero, ed altri maestri dell'arte italiana, all’Expo Mondiale di Siviglia (Spagna) nel 1992, alla mostra “Lupo. Dall’Abruzzo all’Immaginario”, Roma Eur, Salone delle fontane, a cura di Alessandro Mendini nel 1995, al 12TH Camerino - Noordwjkerhout Symposium, “Receptor chemistry towards the third millennium”, Università di Camerino, al “XXXV Premio Vasto. Il secondo novecento in Italia. Riferimenti forti” a cura di Enrico Crispolti, alla mostra “Omaggio a Francesco Petrarca”, Seul (Corea), a cura dell’Istituto Italiano di Cultura di Seul nel 2004, alla rassegna “Collezione Generazione Anni Quaranta”, Museo Magi di Pieve di Cento nel 2006.
Per il suo vivo interesse verso la storia dell’uomo e dei rapporti con il luogo e i costumi territoriali, nel 1998 attraversa la Gran Sabana Venezuelana da Canaima a Roraima fino ad entrare in Brasile e nel 1999, in Africa settentrionale, il deserto tunisino.
Sandro Visca, attento esploratore e scrutatore della natura, vive in Abruzzo profondamente legato alle complesse stratificazioni culturali di appartenenza dalle quali ha sempre tratto sottili riferimenti per il suo lavoro.
Ciò che rende particolarmente interessante la sua personalità è la costante ricerca tecnologica sia sul piano grafico‑pittorico sia su quello dello studio dei vari materiali espressivi. Esperienza che gli ha permesso di recuperare il colore attraverso le materie e di acuire sempre di più una tensione straniante nel suo discorso immaginifico.
L’impegno nella conoscenza dei mezzi che adopera in pittura è altrettanto evidente nell’esecuzione manuale delle sue sculture di pezza del 1969‑70 e soprattutto nelle opere cucite degli ultimi anni.
Inaugurazione 29 marzo ore 18
Museo d'Arte Moderna 'Vittorio Colonna'
Piazza 1 maggio, Pescara
Orario: dal lunedi al sabato 9 - 13, 15.30 - 20.30, domenica 9 - 13, 16 - 20
Ingresso libero