La mostra si articola attorno a 2 opere acquistate recentemente dal Museo: la scultura "Senza titolo" e un quadro storico, "Con due dita". L'esposizione si completa inoltre di una selezione di opere messe a disposizione dall'artista e dalla Galleria C.Stein di Milano. Per l'inaugurazione e' prevista la proiezione del film di Paladino "Quijote", un'interpretazione insolita e personale del personaggio d'hidalgo.
La mostra consacrata a Mimmo Paladino riunisce una scelta d'opere molto limitata ma notevole
nell'itinerario dell'artista. Si articola attorno a due opere acquistate recentemente dal Museo : la
scultura Senza titolo (1988) e un quadro storico : Con due dita (1980, quest'ultima opera acquisita
grazie anche all'aiuto dell'Associazione degli Amici del Nuovo Museo).
La mostra è completata con una selezione di opere benevolmente messe a disposizione dall'artista e
dalla Galleria Christian Stein da Milano, tra le quale una sistemazione monumentale recente, Senza
titolo.
Mimmo Paladino è oggi una delle maggiori figure dell'arte contemporanea italiana, membre della
Transavanguardia, una corrente artistica identificata alla fine degli anni '70 in Italia.
Mentre molti artisti nella seconda metà del XX° secolo hanno costruito il loro procedimento personale
su concetti che ne fondavano l'identità, Paladino è rappresentativo di un procedimento postmoderno
più eclettico e vagabondo. Coltiva un'espressività fatta di misteri e di trasfigurazione, che reintroduce
nella sua opera dimensioni fondatrici dell'arte come il rituale. Paladino ha inventato una relazione
molto personale all'arte antica del Mezzogiorno italiano che sembra annichilire l'intervallo del tempo,
delle epoche, a incastro, per fare dall'arte un linguaggio universale e quasi senza tempo. Segni, figure
antropomorfe, oggetti poetici che compongono un'opera non privata di stranezza.
I. LE OPERE ACQUISTATE DAL NUOVO MUSEO NAZIONALE DI MONACO
Con due dita (1980), tecnica mista su tela, 200 x 360 cm.
Con due dita è un elemento storico all'interno dell'opera di Paladino che, tra il 1979 e il 1980, realizzò
una serie di polittici. L'opera monumentale afferma all'interno dello spazio del quadro una tensione
percettiva ed emotiva, basata su un contrasto tra il giallo cadnium e il blu oltremare : tensione del
caldo e del freddo, del solare e dell'etere, della materia, potenzialmente fototonica, e di uno spazio
interstellare immateriale.
Il disegno centrale dello quadro, che ha la potenza di un monocromo, è una figura antropomorfa
iscritta in un cerchio velocemente e grossolonamente disegnato - forse con le due dita ? che evoca
lo Studio delle proporzioni del corpo umano di Leonardo da Vinci (1492), noto con il nome di Uomo di
Vitruvio.
All'armonia del corpo ricercata da Leonardo in una figura geometrica perfetta che simboleggia la
totalità dell'universo, Paladino oppone il mistero delle apparenze fallaci, delle idealità mai compiute,
del magico e dell'oscuro in un mondo che afferriamo solo attraverso la nostra rappresentazione e i
nostri schemi simbolici
Senza titolo, di Mimmo Paladino
La scultura Senza titolo, realizzata da Mimmo Paladino nel 1988 è stata acquistata durante l'estate
del 2006 dal Museo per completare l'insieme in corso di costituzione, dedicato alla Transavanguardia
italiana, movimento frutto di una reazione di alcuni artisti transalpini al minimalismo e all'arte
concettuale.
Senza titolo evoca un oggetto legato alla storia dell'Italia del Nord, il Carroccio, un carro trascinato da
buoi, che fu utilizzato per la prima volta nel XI° secolo, dai Milanesi della Lega lombarda contro
l'imperatore Federico Barbarossa. Il Carroccio era una piattaforma rettangolare sulla quale erano
eretti un'insegna e un altare : i preti vi officiavano prima delle battaglie. Luogo di raduno e palladio alla
gloria della città, la sua presa da parte dal nemico simboleggiava l'infamia.
Paladino evoca con questa scultura questo Medioevo dell'Europa, con uno stile e una sintassi molto
contemporanei. L'evocazione di un oggetto attraverso la forma artistica è immediatamente
cancellata da una costruzione indiziaria o referenziale della quale l'artista ha il segreto.
Siano pitture, sistemazioni come quelle della Biennale di Venezia del 1996, i suoi muri, o i suoi oggetti
monumentali, un'opera di Paladino non può essere afferrata sotto il vincolo della composizione nello
spazio o nello quadro.
Lo slancio delle ruote dal diametro molto generoso e dal basamento stretto, contrario ad ogni regola
utilitarista di tenuta di strada corretta allontana insensibilmente la scultura dal campo dell'oggetto.
La grazia assoluta dell'oggetto risiede proprio nelle proporzioni insensate.
La rotaia centrale triangolare dallo spigolo acuto che raccorda i due assi di ruote crea un dislivello di
più di cinque metri di lunghezza. Il carro iniziale ha perso sostanza, dato che l'artista ha sostituito la
superficie della piattaforma sulla quale vengono trasportati di solito le merce o gli uomini con una
linea semplice, un filo di rasoio sul quale sono disposte, secondo un ritmo preciso, venticinque forme.
A eccezione di due amassi di materia informi uno dei quali corrisponde indubbiamente all'impronta
della mano nella creta tutte raffigurano, in diversi gradi di sofisticazione del linguaggio artistico,
teste umane, dalla maschera primitiva alla testa realista o espressionista, con la rappresentazione di
una figura ricorrente nell'opera di Paladino, quella dell'elmo.
La parola carro viene dal latino e significa quattro ruote. Se qualcuno tentasse di fare girare le
ruote del carro della scultura di Mimmo Paladino, il carro avrebbe piuttosto l'andatura di una grande
catapulta : un modo di trasporto che data dal Medioevo ma è perfettamente moderno nel suo
concetto.
II . LE ALTRE OPERE IN MOSTRA
Senza titolo
Sistemazione murale composta da 22 pezzi in ghisa d'alluminio patinata.
Quest opera recente di Paladino chiama in causa tutti i canoni della scultura e della nostra propria
concezione di quest'arte. I 22 pezzi costitutivi sembrano i residui di un oltraggio, di una catastrofe
che ha segnato dalle sue stigmate la materia decomposta, attacata nella sua carne. Le membra
disseminate qua e là, gli scavi del legno provocati dalle fiamme, il suo stato di decomposizione,
intensificano l'impressione di morte e di distruzione, che gironzola attorno a quest'elemento
stupendo. Le sei sagome di un busto in diversi stati di carbonizzazione e di esplosioni trasmutano la
sagoma umana in angelo o in uomo-ucello. Tutte girate verso il muro sul quale questi pezzi sono
presentati, sembrano dimostrare l'assurdità di un processo di dilettazione estetica dell'oggetto. Lo
spazio del quadro è quello della scena invertita, la profondità tradotta in spazialità. Appiccicate com
falene alla luce, guardano verso un altrove improbabile, voltando risolutamente la schiena a colui che
guarda.
Quijote : 2005. Film
Questo film è un'interpretazione insolita e molto personale del personaggio d'hidalgo da Mimmo
Paladino.
Interpretato da Pepe Servillo, Lucio Dalla, Enzo Cucchi, Alessandro Bergonzoni, e Ginestra Paladino.
Prodotto da Ananas srl e la provincia Campania, con la collaborazione della provincia Benevento e
della FCRC Film Comission.
III. BIOGRAFIA
Mimmo Paladino è nato a Paduli (Campania, Italia) nel 1948 e ci vive e lavora ancora. Fortemente
improntato all'espressività concettuale che si sviluppa allora in Provincia napoletana, si dedica
comunque alla pittura e alla scultura fin dagli anni '70.
Nel 1980, espone nella sezione Aperto della Biennale di Venezia, della quale i due curatori sono
Harald Szeemann e Achille Bonito Oliva. Quest'ultimo fa conoscere alla scena internazionale dell'arte
il gruppo della Transavanguardia.
Da allora, Mimmo Paladino partecipa ai maggiori incontri internazionali (Biennale di Venezia, Biennale
di Sao Paolo, Biennale di Ljubljana, Tate Gallery di Londra, Fondazione Mirò di Barcellona, Biennale di
Parigi, Künsthaus di Basilea, Künsthaus di Hanovra, Luisiana Museum di Humblebaeck, National
Museum di Pecchino, Forte Belvedere di Firenze, Palacio Revillagige di Girone, Musée Royal des
Beaux-Arts di Bruxelles, Centro Pecci di Prato, ecc).
Molte tra le sue pitture e sculture sono attualmente esposte in importanti luoghi pubblici e
prestigiose collezioni istituzionali e private.
Sala mostre - Villa Sauber
17, avenue Princesse Grace - Monaco
Aperto ogni giorno dalle 10 alle 18.
Prezzi : intero 6 euro/ ridotto 3,50