30 anni di pittura piemontese: Nardo Girardi, Felix de' Cavero, Attilio Aloisi. La poetica del gruppo e' divisa in tre periodi che si intersecano fra loro: il primo, figurativo, va dal 1953 al 1969/70, il secondo, romantico figurativo, dal 1966 al 1987 e il terzo, surrealista, dal 1961 al 1979.
Per oltre trent’anni sono stati un formidabile trio di pittori, noto come “Decalage”, nome che il gruppo si era dato ricavandolo dalle prime sillabe dei cognomi di due di loro, Felix de’ Cavero e Attilio Aloisi, al quale venne aggiunta la desinenza “age” per sottolineare l’analogia col collage. A completare il terzetto, Nardo Girardi. Ora il loro lavoro viene rappresentato in una grande mostra che si apre il 28 marzo alle 17,30 nello spazio espositivo del ricetto di San Mauro, nell’omonima borgata di Almese.
Un evento allestito dall’associazione culturale “Campo galleria”, fondata dal medico aviglianese Enrico Campo, appassionato gallerista, in collaborazione col Comune, che ha ristrutturato la torre e il ricetto medievali e che ha sottoscritto una convenzione con l’associazione culturale per l’organizzazione di mostre d’arte.
“Decalage. Trent’anni di pittura piemontese” è il titolo della mostra che presenta 76 opere realizzate fra il 1953 e la fine degli anni ‘80 del secolo scorso. Attilio Aloisi, palermitano, nato nel 1916, lavorò a Roma, Torino e Marsiglia. Felix de’ Cavero, nato a Diano Marina nel 1908, si trasferì a Torino dopo gli studi all’accademia. A loro si aggiunse in un secondo tempo Nardo Girardi, originario di Almese, dove nacque nel 1914, che ha dato origine ad una famiglia di artisti: i suoi figli, Gabriel e Leonardo sono affermati pittori e il nipote Ollantay Valderrama, un noto scultore.
La prima opera del gruppo “Decalage” è del 1953 e la caratteristica del lavoro dei tre artisti è che i quadri venivano realizzati a sei mani. Ognuno dei pittori interveniva cioè sul dipinto, portandovi le proprie suggestioni e la propria sensibilità. Un ulteriore elemento significativo è stata l’invenzione di una tecnica per la pittura su tavola, attraverso l’impregnamento del legno.
La poetica del gruppo è divisa in tre periodi che si intersecano fra loro, un po’ come la scelta di operare congiuntamente sulla medesima opera. Il primo periodo, figurativo, va dal 1953 al 1969/70, il secondo, romantico figurativo, dal 1966 al 1987 e il terzo, surrealista, dal 1961 al 1979. Il risultato è uno straordinario percorso di cui l’esposizione almesina rappresenta solamente una piccola parte, che ha avuto un’importanza notevole nell’arte piemontese della seconda metà del Novecento. La mostra, durante la quale sarà possibile acquistare una parte delle opere, sarà aperta fino all’11 maggio il venerdì, sabato e domenica dalle ore 15 alle 19, con ingresso libero.
La mostra apre la collaborazione del Comune con l’associazione culturale “Campo Galleria”, che rappresenta il primo passo di un percorso verso la definitiva consacrazione del ricetto quale spazio espositivo e luogo deputato ad ospitare eventi culturali. «Iniziamo non a caso con questa splendida mostra - spiega il sindaco Bruno Gonella - che riscopre un aspetto della pittura piemontese rimasto in ombra per decenni e che si collega a un pezzo importante della storia di Almese e della tradizione artistica rappresentata dalla famiglia Girardi».
Il Ricetto
Vicolo San Mauro - Almese (TO)