The woman produces the man. The man will kill her. Mettendo in atto tecniche diverse, dal video, al disegno, alla fotografia, l'artista costruisce un percorso teso a creare riflessioni e dubbi nell'osservatore. A cura di Maria Vittoria Berti.
A cura di Maria Vittoria Berti
"E' nella natura delle cose: l'uomo adulto ha responsabilità e capacità di
decisione. Ma Vénera Kastrati vuole andare a fondo: rifiutando l'idea che l'uomo
risponda unicamente a bisogni ancestrali, alle esigenze imperanti di una vita
spesso cattiva e priva di scrupoli, cerca le cause dei suoi impulsi, della sua
abdicazione all'amore da cui fu generato. Esplora, con convinzione, le fasi
dell'infanzia ed educative, come se cercasse qualche giustificazione, seppur
lontana, seppur flebile, seppur difficile... crede fermamente nella "tabula rasa"
di ricordo filosofico, nell'idea che l'uomo sia generato da ideologie pedagogiche,
sociali ed economiche ancor prima che da una natura indiscutibile.
La donna "produttrice" dell'umanità, se inizialmente è soltanto matrice, pur spinta
da amore, si trasforma, nella sua funzione di madre educatrice, in matrice di
carattere, e di conseguenza, di uno stampo sociale collettivo che fagociterà lo
stesso amore da cui fu generato. La donna morirà per la stessa mano dei suoi figli.
o per la stessa mano dell'educazione che ai suoi figli ha inconsapevolmente dato,
seguendo la tradizione, la storia, ciò che le è semplicemente stato tramandato.
L'uomo è capace di guerre devastanti, di una possibilità decisionale che assume
evidenza nella storia e nella cronaca quotidiana, del rifiuto dell'amore da cui
nacque. La donna, in fondo, rimane capace di generare e di dare amore ma, nella sua
funzione a dimensione familiare intima e tacita, ha un'importanza rilevante nella
futura emancipazione umana.
Quali sono le conseguenze di un'impostazione educativa tradizionale? E' la donna
stessa, la madre, la produttrice di mostri nati da un primario impulso d'amore?
Alla ricerca delle possibili varianti umane, la Kastrati analizza in prima istanza
le fasi infantili di ciascuno di noi. Attraverso i giocattoli che vengono assegnati
ai bambini, siano essi maschi o femmine, già individua germi di un futuro
caratterizzante. Attraverso le scelte commerciali delle grandi industrie produttrici
di giocattoli, la madre educatrice sceglie quale gioco donare ai propri figli. Così
Vénera Kastrati dedica parte della mostra ad una bambola rifiutata dal mercato
occidentale perché nera, ai prototipi di plastica di uomini armati e potenti che, in
forma di personaggi invincibili, vengono donati ai maschi perché possano inscenare
le loro battaglie immaginarie.
Mettendo in atto tecniche diverse, dal video, al disegno, alla fotografia, la
Kastrati costruisce un percorso teso a creare riflessioni e dubbi in chi guarda. Il
fulcro della mostra è un grande pannello di plexiglas su cui è dipinta una
madonna-madre, ed attraverso cui l'immagine di ogni spettatore viene proiettata
sulla parete: ognuno di noi è figlio di una grande madre, di una figura assimilabile
in un indistinto prototipo generatore. Il video, altra parte fondante della mostra,
insiste sul concetto di madre generatrice ed inconsapevole distruttrice,
sull'innocenza dell'amore materno e sulle sue conseguenze storico-sociali.
Il filo artistico conduttore della mostra è l'ultima ricerca della Kastrati dedicata
all'ombra. Ognuna delle sue opere è doppia, si sdoppia appunto proiettandosi, si
insinua e si deposita su altre opere e genera così l'idea della diversa faccia delle
cose e della connivenza una nell'altra delle diverse possibilità. Come a dire che
ogni individuo è la risultante della propria origine educativa e degli eventi
successivi che ne vengono generati. Ogni cosa ha un retroscena e degli effetti."
Maria Vittoria Berti
Inaugurazione 29 Marzo 2008
Galleria PivArte
Via Azzo Gardino, 8 - Bologna
Ingresso libero