Political Comics. Nuova tappa del progetto con una mostra su "L'Algeria e il suo sangue". Protagonisti, luoghi, eventi fissati in quadri di parole e immagini, in cui l'immediatezza telegrafica del segno e la linea decorativa del lettering si sposano nella rapidita' della notizia figurata.
La galleria Miomao ospita una nuova tappa del progetto “Political Comics” di Gianluca Costantini
(1971), poliedrico fumettista ravennate e coordinatore del festival Komikazen.
L’Algeria e il suo sangue: protagonisti, luoghi, eventi fissati in quadri di parole e immagini, in cui
l’immediatezza telegrafica del segno e la linea decorativa del lettering si sposano nell’immediatezza,
emotiva e giornalistica, della notizia figurata.
Un importante capitolo della nostra storia, della storia di tutti, è prosciugato in linee guizzanti
bruciate nel campo bianco della pagina, in frasi che trattengono, nella concisione dell’epigramma,
nuclei di verità altrimenti dispersi.
Tra poesia e giornalismo. Ma in sequenza: un altro modo di pensare il fumetto, di guardare la
storia.
Da dentro.
“Che cosa succede alle immagini quando passa il tempo? È sull’effetto dello scorrere del tempo che Costantini
si interroga indirettamente, rifacendo con tratto sintetico le foto del conflitto d’Algeria.
L’Algeria si costruì con le parole, con il sangue di cui al titolo, ma anche con la truffa, il boicottaggio, i così
vituperati bombaroli che anche allora erano donne, a volte attrici note, altre volte semplici studentesse.
Chiunque poteva diventare un terrorista o un futuro eroe della patria. Chi legge poi la Storia? L’etichetta
dell’azione cambia con il mutare delle stagioni. E quello che venne poi è Storia per pochi.
Costantini gioca spesso in modo casuale e non filologico con la Storia, usa un metodo Burroughsiano nello
scegliere le parole, cioè non le sceglie, ma esse si poggiano con la dura legge del caso sul foglio. Hanno la
forza dell’essere vere, ma allo stesso tempo, essendo decontestualizzate e senza cornice, denunciano il loro
essere plastilina nelle mani di chi le usa. E del tempo.”
Presentazione di Elettra Stamboulis
“Parlando del lavoro di Joe Sacco (Palestina), Art Spiegelman disse: “in un mondo dove Photoshop non
permette più di distinguere il fotografo dal bugiardo, permettiamo agli artisti di ritornare alla loro funzione
iniziale: il reportage”.
Gianluca Costantini in questa serie di disegni fa di più. Molto di più. Trasforma le foto, il “reportage
fotografico”, attraverso un lavoro di memoria e di reinvenzione e riscrive i disegni tracciando delle didascalie
che sono parte integrante del disegno stesso, in un motto di ribellione contro il verbo “leggere” applicato al
fumetto. Fa scoppiare le nuvolette e ci fa entrare nella storia a lungo occultata della guerra di liberazione
algerina, con sequenze al confine fra il fumetto inteso come tracciato dai contorni netti, la miniatura nella
non-riconoscibilità-riconoscibilità dei personaggi, la calligrafia, arte islamica per eccellenza e l’omogeneità
delle icone dell’arte sacra.”
Tahar Lamri, dall’introduzione del catalogo “Sangue in Algeria”
Gianluca Costantini (1971) vive e lavora a Ravenna. Figura di artista eclettico e impegnato inedita nel
panorama italiano, è anche curatore di mostre (con l’associazione Mirada ha curato, tre le altre, le esposizioni
di Joe Sacco e Marjane Satrapi e il Festival Komikazen) e direttore artistico di riviste (“InguineMAH!gazine”)
e collane editoriali (“Illustorie” di Fernandel). Collabora con L’Associazione Kufia per il progetto «100
disegnatori per la Palestina». Pubblica i suoi fumetti su “Hardcomics” (Romania), “Babel” (Grecia) e “WW3”
(Stati Uniti).
Tutta la sua produzione è visibile sul suo sito personale (http://www.gianlucacostantini.com) e sul blog del progetto
politicalcomic (http://politicalcomic.blogspot.com).
Inaugurazione: 29 marzo, ore 17, in presenza dell’artista
Galleria Miomao
Corso Cavour, 120 Perugia
ingresso libero