Nei modi minimali legati al concetto di arte totalizzante, l'artista propone un'azione, una sorta di 'plastica sociale'. In maniera lucida e schematica esegue una partizione concettuale ed idealista per trovare una forma alle pieghe oscure della mente e ad un intuizione mentale di perspicace sottigliezza.
“Diverse persone hanno in sé la propria componente sconosciuta, l’aspetto incognita o elemento disturbante che identificheremo nella figura del lupo. Ognuna di queste persone disegna il proprio lupo usando la mano di una figura neutra nera. La figura neutra è un tramite con anche la funzione di mettere in comunione tutte quelle identità distinte e il loro lato sconosciuto. Questa messa in comunione dà vita ad una terza natura o identità più grande composta da tante minori. Una fila di otto alberi che sarà visibile solo dopo le fasi appena descritte, rappresenta al tempo stesso la nuova natura che si è creata e il luogo che la ospita.”
Sabato 5 aprile 2008 alle ore 19.00 Studio Vetusta presenta Christian Rainer.
Nei modi poveristi(ci) e minimali legati al concetto di arte totalizzante, Christian Rainer propone un’azione, una sorta di “plastica sociale”. In maniera lucida e schematica esegue una partizione concettuale ed idealista per trovare una seppur labile forma alle pieghe oscure della mente e ad un intuizione mentale di perspicace sottigliezza.
La tempra lucida e distaccata della performance, dove ogni fascinazione del visibile è sottomessa a un’ “invisibile” cromofobico ed essenziale, segue i dettami del transfert, dell’empatia e della scrittura automatica.
Il passaggio di una figura nera e neutra diventa il tramite, il medium, lo sciamano trascrittore di un ipotetico comune denominatore sociale. Guidata dalle mani di ogni partecipante, la figura nera disegna, infatti, “un branco” di lupi, un’oscura componente incognita (l’inconscio?), “messa in comunione” come indicibile sentire condiviso.
Di qui la creazione di una nuova identità-entità più ampia, composita; “trascritta” in un successivo fondale simbolico sul quale si staglia l’immagine di un filare di cipressi meditabondi. La tematica sottesa è l’ambiguità di una natura panica e tripartitica: umana, animale e vegetale. Succubi delle misteriose leggi della metamorfosi e della verosimiglianza, le ragioni intime esistenziali di queste “nature” aspirano ad una totalità colma di onirismo; ad un’utopia percettiva di bökcliniana memoria.
Come romanticheria raggelata e scarnificata in icona, l’azione di Christian Rainer, non da ultimo consapevole di come gli oggetti siano veicolo manchevole e spesso inadeguato per alludere a significati di solo spirito ed indeterminatezza, lascia infine fragili e fatali testimonianze, appunti afoni. Una serie di Polaroid e disegni di lupi, lupi disegnati, antichi simboli di sociale memoria fiabesca.
vernissage sabato 5 aprile 2008 ore 19.00
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Lunedì 7 aprile 2008 alle ore 21.00
Studio Vetusta ospita il concerto di Marissa Nadler.
“Cresciuta alla scuola di Joan Baez e Joni Mitchell, porta il folk a nuovi splendori, ricoprendolo con un velo di tristezza e d’inquietudine attraverso le funeste storie dei personaggi che prendono vita nelle sue canzoni. Creatrice di immagini fuori dal tempo e dallo spazio, soprano cristallino, al servizio di ballate romantiche e "invernali", Marissa Nadler, produce una musica senza tempo, che nell’attingere alla tradizione dei cantastorie degli Appalacchi ma anche al folk celtico e al fado portoghese, aggiunge una languida vena psichedelica. Dopo due dischi di culto su Eclipse, la consacrazione su Peacefrog (etichetta tra gli altri di Josè Gonzales) con Songs III: Bird on the Water, disco prodotto da (e suonato con) Greg Weeks degli Espers che ha permesso alla bella Marissa di ampliare i propri orizzonti e avvicinarsi a un pubblico più vasto. Non a caso il disco è stato nominato nella sezione Best Americana Album ai Plug Awards e lei concorre come migliore artista femminile del 2007.”
Studio VETUSTA
via Carteria 60, Modena
Orari: venerdì e sabato 17.00 – 19.00 e su appuntamento
ingresso libero