Forme assolute della geometria. Circa 100 opere - per lo piu' dipinti, ma anche disegni ed alcune piccole sculture - raccontano per sintesi l'evoluzione della sua ricerca: dal momento aeropittorico degli anni '30, a quello postcubista tra fine anni '40 e primi anni '50, alla successiva fase astratta.
a cura di Domenico Guzzi
con testi di Chiara Letizia Delle Site, Domenico Guzzi, Mario Verdone e apparati scientifici a cura di Agnese Sferrazza
Circa cento opere - per lo più dipinti (oli e acquerelli), ma anche disegni ed alcune piccole sculture – raccontano per sintesi l’evoluzione della sua ricerca: dal momento aeropittorico degli anni ’30, a quello postcubista tra fine anni ’40 e primi anni ’50, alla successiva fase astratta. Al di sopra di tutto emerge però la complessa versatilità degli interessi culturali di Delle Site e la volontà di operare, oltre l’ambito aeropittorico, in ogni settore del fare artistico. Delle Site – Forme assolute della geometria restituisce un ritratto a tutto tondo dell’artista, meticolosamente seguito durante l’arco della sessantennale carriera in un percorso che prende avvio nel 1930, l’anno in cui Delle Site, appena sedicenne, si trasferisce da Lecce a Roma per frequentare il Liceo Artistico di Via Ripetta.
La sua adesione ufficiale al futurismo è fissata al febbraio dell’anno successivo, quando, ammesso a partecipare alla Prima mostra di Aeropittura – Omaggio futurista ai trasvolatori di Italo Balbo, suscita l’attenzione dei principali esponenti del movimento, primi fra tutti Marinetti e Prampolini, l’amato maestro che lo battezza futurista con un lapidario :”Sei dei nostri!”. Le novantasette opere selezionate da Fabrizio Russo e Domenico Guzzi mostrano un artista dalla creatività torrentizia impegnato a ridisegnare ogni aspetto della cultura tradizionale in nome della Ricostruzione Futurista dell’Universo. Convinto che “nell’odierna civiltà delle immagini” il disegno rappresenti “uno dei mezzi più idonei per comunicare”, Delle Site individua il proprio obiettivo “nel toccare ogni campo della visualizzazione”. Per questa ragione il visitatore della mostra di Via Alibert scoprirà, accanto alla produzione aeropittorica da cavalletto, anche numerose e godibili testimonianze della sua attività nel campo della scultura, della grande pittura e decorazione murale o, su un fronte diametralmente opposto, della grafica condotta con miniaturistica attenzione al dettaglio, oppure nei settori dell’illustrazione, della cartellonistica pubblicitaria e del design.
Delle Site realizzò inoltre straordinarie scenografie per la cinematografia d’autore – da Fellini a Blasetti a Renè Clair – e si divertì ad esplorare il campo della moda proponendo soluzioni come la giberna portatutto, vale a dire l’accessorio proposto dal moderno abbigliamento casual con il nome di marsupio. La sezione dedicata all’aeropittura, nell’ambito della quale va menzionato un piccolo capolavoro del ’32, l’olio Rombo di motori, chiarisce che l’interesse dell’artista per il tema del volo e della macchina volante non è mai orientato alla realistica rappresentazione di paesaggi visti dall’alto, ma piuttosto ad esprimere un’esigenza di superamento della realtà terrestre, sia in termini di navigazione spaziale che di afflato verso la dimensione spirituale dell’esistenza. Inquadrato accanto a Prampolini nel filone idealista cosmico dell’areopittura, Delle Site conferisce all’esaltazione del volo una valenza metafisica perfettamente in linea con la passione, comune a molti giovani del tempo, per la letteratura esoterica e per l’astrologia, conciliate, senza alcun imbarazzo, con la pratica dell’ortodossia cattolica. Tant’è che la raffinata gamma dei suoi blu, il colore prediletto, viene utilizzata anche per realizzare alcuni esempi di arte sacra futurista ( Annunciazione del ’32) o composizioni evocative di una pagana primordialità, come Paradiso perduto (1932).
La mostra racconta lo straordinario fervore creativo del periodo 1932-1935 proponendo anche una sintetica carrellata dei soggetti che, oltre l’aeropittura, l’artista trattò nel disegno e nella pittura da cavalletto: la velocità, la rappresentazione del suono musicale, il ritratto, ovviamente futurista, come ad esempio Futurismo, un importante ritratto di Marinetti dipinto nel ’35 in chiave fortemente simbolica. Una preziosa serie di acquerelli e pastelli improntati al tema dalla Casa d’Arte ha invece il compito di introdurre la sua attività nel campo delle arti applicate. “La Casa d’Arte - scrive Delle Site - è il laboratorio futurista della trasformazione dell’abitare e del vivere di cui sono un esempio le case di Balla a Roma e quella di Depero a Rovereto”. In questo gruppo di opere si trovano progetti di ristrutturazione d’interni, idee per cuscini dalle forme bizzarre, paraventi con intarsi polimaterici, colonne decorate, oggetti che avrebbe in seguito costruito personalmente cogliendo magari l’occasione per sperimentare materiali desueti al mondo dell’arte.
L’interesse per la pittura murale è documentato dagli studi preparatori degli affreschi eseguiti nella Casa dello Studente dell’Università di Roma, in Via De Lollis, nel 1937. Questa serie di bozzetti è purtroppo quel che oggi rimane di un’opera imponente andata in parte distrutta durante il bombardamento di San Lorenzo. Gli affreschi superstiti furono imbiancati durante i successivi lavori di restauro. Una mostra può anche servire a ricordare un tesoro dell’ultima stagione futurista frettolosamente coperto da uno strato di calce..
Inaugurazione ore 18
Galleria Russo
Via Alibert, 20 - Roma
Orario: lunedì 16.30-19.30 dal martedì al sabato 10.00-13.00 16.30-19.30 Chiuso domenica e festivi
Ingresso libero
Ingresso libero