La pittura dell'artista e' densa e ricca, fatta di spessi strati e di colori intensi. La sua capacita' di ritrarre gli effetti della luce e le ombre, cosi' come l'anatomia di pelle e corpi, e' frutto di fatica e dedizione, del continuo confronto con i maestri dell'arte antica e contemporanea. A cura di Norma Mangione.
a cura di Norma Mangione
La galleria Glance è lieta di presentare la prima mostra italiana di Jocelyn
Hobbie.
Quella di Jocelyn Hobbie è una pittura ad alto contenuto femminile. Non solo
perché i suoi soggetti preferiti sono giovani donne, per lo più sole, dentro
le loro case, che indossano capi intimi ricercati e maliziosi. Ma perché di
queste donne, statuarie e forti della propria sensualità e bellezza, sono
evocate le emozioni più private, l¹insicurezza che può sfociare in lacrime o
il sogno estasiato che fa fissare il vuoto. Le loro stanze sono impregnate
di desiderio, di speranze e delusioni. E si sa che noi donne, nostro
malgrado, a volte tendiamo al romanticismo. Siamo più sentimentali.
La pittura di Jocelyn è densa e ricca, fatta di spessi strati e di colori
intensi. La sua capacità di ritrarre gli effetti della luce e le ombre, così
come l¹anatomia di pelle e corpi, è frutto di fatica e dedizione, del
continuo confronto con i maestri dell'arte antica e contemporanea. Il suo
studio-casa in Brooklyn è pieno di libri d¹arte, sintomo di una passione
instancabile. Quando ci sono andata, alcuni cataloghi erano impilati di
fianco agli ultimi lavori: Edward Hopper, Otto Dix, Neo Rauch, Jan Vermeer,
Van Gogh (ben tre monografie, di cui una su disegni e acquerelli), David
Hockney, Gauguin, Matisse, Hans Holbein e Georges de La Tour.
A pensarci, si intravede qualcosa di ognuno di loro nei suoi quadri. Si può
vedere ad esempio il realismo metafisico di Hopper, grande interprete della
solitudine dell¹uomo americano contemporaneo, i suoi spazi domestici e
claustrofobici che citano gli impressionisti, Goya e il Rinascimento, le
donne nel proprio letto, scaldate solo dalla finestra aperta, il senso di
attesa. Si riconosce il raggio di sole che scalda le case e le guance rosa
delle ragazze di Vermeer, la loro dolcezza serena o il riflesso della
candela che illumina i volti tondi di de La Tour.
L¹ironia grottesca e il
turbamento di Otto Dix, i giochi di colore di Matisse, le prospettive
fotografiche di Hockney. E potremmo ancora aggiungere la maniacalità
affettiva di Alex Katz, la languida sensualità di Courbet, il pop dei manga
giapponesi, le morbide deformazioni di Ingres, le teatrali tende scostate di
de Chirico o la crudeltà anatomica di Lucien Freud, che probabilmente non
erano nella pila di libri solo perché riposti in libreria.
Anche la tecnica di Jocelyn ricorda quella degli affreschi antichi. Disegna
le parti delle sue composizioni su piccoli fogli di carta da ricalco, che
riporta sulla tela un pezzo alla volta. Poi inizia a dipingere i toni più
caldi, parte dalla pelle per arrivare agli sfondi.
Le sue prime opere erano paesaggi surreali ricchi di elementi narrativi. Ora
i soggetti sono più iconici, la narrazione è solamente evocata e rimane un
senso di mistero.
In uno dei dipinti in mostra, una ragazza guarda un po¹ imbronciata un
personaggio fuori scena, di cui si vede solo una mano, che sembra femminile:
una mamma che dà un bacio della buona notte o un'amante? Un'amica che
consola o una ladra entrata nella notte? La testata di legno del letto ha un
foro, che attraverso l¹angolazione della luce diventa una falce di luna: le
camere da letto sono trasformate in universi complessi e magici.
La pittura di Jocelyn è glamour e seducente, c'è qualcosa di sexy persino
nelle sue nature morte, ma se si guarda bene, oltre i pizzi e le trasparenze
si può cogliere l¹inquietudine e la malinconia un po¹ adolescenziale del
nostro tempo.
Norma Mangione
Jocelyn Hobbie (1968, Northampton, USA) vive e lavora a Brooklyn, New York.
Laureata in Pittura alla Rhode Island School of Design, ha partecipato a
numerose collettive, tra cui una al Whitney Museum of American Art at
Champion, Stamford, CT.
Ha avuto recensioni sul New York Times, The Village Voice, ArtNews, un ampio
articolo su Vogue Italia (gennaio 2008) ed è tra gli artisti selezionati per
il libro Painting People: figure painting today (DAP, New York) di Charlotte
Mullins. È rappresentata a New York dalla Bellwether Gallery. Nel 2009 si
terrà una sua personale al Mills College Art Museum, Oakland.
Inaugurazione 22 aprile 2008
Galleria Glance
via San Massimo, 45 - Torino
Orari: mart-sab 15.30-19.30
Ingresso libero