Chiostro del Bramante
Roma
via della Pace (piazza Navona)
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WEB
Maria Luisa Gaetani d'Aragona
dal 9/4/2008 al 10/5/2008
martedi' - domenica 11-19, lunedi' chiuso (la biglietteria chiude un'ora prima)

Segnalato da

Chiostro del Bramante




 
calendario eventi  :: 




9/4/2008

Maria Luisa Gaetani d'Aragona

Chiostro del Bramante, Roma

India. Immagini per Samdhya. Una selezione di oltre 100 immagini fotografiche di medio e grande formato dedicate alla realta' spirituale e sociale dell'India create in quarant'anni di ripetuti viaggi. L'esposizione e' articolata in sezioni in cui, opere, testi e citazioni-guida, illustrano i diversi aspetti di costume, economia, religione e filosofia indiani.


comunicato stampa

Il DART - Chiostro del Bramante – Vari(e)azioni presenta dal 10 aprile all’11 maggio 2008 la mostra “India – Immagini per Samdhya”, un’accurata selezione di oltre cento opere fotografiche di medio e grande formato di Maria Luisa Gaetani d’Aragona dedicate alla realtà spirituale e sociale dell’India, create in quarant’anni di ripetuti viaggi e appassionato rapporto con la fotografia come mezzo espressivo e documentativo.

“Samdhya” in lingua sanscrita significa meditazione. Con questo esplicito riferimento di valore la mostra è indirizzata a rivelare infatti gli aspetti meno turistici dell’India e le realtà che si celano dietro le immagini più consuete della sua vita quotidiana.

L’esposizione è articolata in sezioni che si susseguono in un allestimento articolato in tutte le sale del piano terra del museo, con opere, testi e citazioni-guida, per illustrare i diversi aspetti di costume, economia, religione e filosofia dell’India degli ultimi quarant’anni.

Impressionanti immagini di pire umane da tempo ormai vietate, si affiancano a quelle di santoni e fedeli impegnati in eterni rituali, nel costante rapporto con l’acqua purificatrice del fiume, altre immagini colgono invece la più caotica realtà metropolitana, cui fanno da contraltare la secolare presenza di templi e statue di divinità o la calma senza tempo delle campagne e il lento incedere degli animali.

Il percorso della mostra si snoda lungo linee temporali e tematiche che mettono in evidenza istantanee di verità, associazioni e sequenze narrative in cui si compenetrano elementi di storia, simboli religiosi e filosofici, atmosfere spirituali, pratiche e necessità di vita d’ogni giorno, fatalismi e consapevolezze, tradizioni e futuro consumistico, realtà rurali e fantasmagorie cittadine, caos organizzato di feste e mercati, intensità di sguardi e spontaneità di espressioni tipiche di una cultura complessa, composita e millenaria quale quella dell’India.

La mostra offre al visitatore un’esperienza avvolgente e coinvolgente il cui obiettivo è quello di fornire l’occasione per un’intensa esperienza di viaggio attraverso la realtà, le atmosfere, i sapori, gli odori e i colori dell’India.

Un viaggio che offre una visione intimamente sentita di questo grande Paese che ha dato i natali al buddismo ed alla politica della non violenza e vive tutte le contraddizioni contemporanee tipiche dell’Oriente, fra tradizioni che si tramandano intatte da secoli e il nuovo multiculturale, globale e tecnologico che avanza con tutta la sua forza omologante.

La mostra è allestita all’interno dei programmi del Dart – Chiostro del Bramante – Vari(e)azioni, che seguono una linea culturale di particolare attenzione alle forme più aggiornate di espressione artistica e ai media più diversi come la fotografia e il video, che si affiancano alle tradizionali pratiche pittoriche e scultoree e sono ormai da tempo equiparati nella considerazione museale a tutte le altre.

L’esposizione è accompagnata da un libro-catalogo pubblicato da Silvana editore che ne riporta tutte le immagini a colori ed è arricchito da testi, saggi e contributi sull’India, ponendosi come ulteriore strumento di conoscenza e approfondimento dell’affascinante realtà di questo Paese.

Approfondimenti


Per gli occidentali l’India è sempre stata una meta spirituale, un luogo dell’anima da raggiungere per trovare una verità ulteriore. Spesso, non è occasione o ricerca di conversioni a credenze o religioni non proprie, ma di una maggiore consapevolezza e, nei casi più fortunati, di una illuminazione.

L’India è la terra della compresenza di privilegi e povertà, di non violenza e fanatismo, potere e rassegnazione, antico artigianato, ruralità contadina e tecnologia informatica, cruda realtà e sfrenata fantasia, mistero occulto e spiazzante chiarezza.

Chi non è mai stato in India ne sente la mancanza quasi come un senso di colpa e di incolmabile ignoranza. Non sono sufficienti documentari e guide turistiche o libri illustrati, occorre l’esperienza o il racconto, anche per immagini, dell’esperienza diretta.

È questo ciò che offrono queste immagini di Maria Luisa Gaetani d’Aragona, che riportano con fedeltà la realtà viva e vissuta di un’India oltre ogni stereotipo.

A fronte della sagoma colorata riflessa nell’acqua del celeberrimo Taj Mahal, decine di istantanee colgono infatti con immediatezza disarmante una normalità profondamente radicata nella cultura e nei costumi dell’India, una cultura permanentemente impressa negli atteggiamenti, nei gesti e negli sguardi e persino nell’aspetto del paesaggio naturale ed urbano.

La complessità e profondità del mondo indiano suggeriscono una presa di contatto per gradi, in attesa dello scatto che ponga d’improvviso lo sguardo in una nuova dimensione di attenzione.

È ciò che anche le immagini di Maria Luisa Gaetani inducono a provare nella loro successione di interesse per ogni aspetto della quotidianità indiana, che porta con sé l’immensità di una consapevolezza trascendente e allo stesso tempo totalmente calata nella realtà contingente.

È la realtà delle pratiche yoga volte al benessere fisico e all’armonia di corpo e mente e delle figure accovacciate ai margini delle strade non sai se a riposo o in attesa di un domani uguale ad oggi.

È lo sguardo vivace e bramoso di vita dei ragazzi, spesso piccoli adulti prematuramente plasmati e consapevoli, e quello indaffarato nel lavoro o assorto nella meditazione degli adulti.

È il colore brillante e caleidoscopico dei sapienti accostamenti cromatico-tonali delle stoffe e dei pigmenti che vivono della luce colorata che una tradizione di raffinatissimo gusto sa mescolare in differenze che non stridono e si esaltano a vicenda ed è il colore gridato, chiassoso e invasivo delle pubblicità dei marchi e delle griffes internazionali che si contendono lo sterminato mercato di base del Paese.

È l’India del lavoro artigianale che impegna tutto il giorno uomini e donne nella fatica, svolta in qualsiasi condizione, in ogni angolo di strada come nei grandi mercati o nelle campagne. Una realtà che insieme ai salari estremamente bassi, comuni a tutto l’Oriente, ha fatto di questo Paese uno dei maggiori esportatori di artigianato nel mondo.

Sono le vacche sacre, oggetto da secoli di rispetto e affettuosa cura, vaganti con placida noncuranza in spazi aperti, così come tra auto e motociclette nel traffico cittadino.

È l’india di Buddha e dei cellulari ultima generazione, delle fascine portate dagli elefanti e delle aziende produttrici di microchips.

Le immagini qui raccolte coprono 40 anni di viaggi e si riferiscono tuttavia ad una storia millenaria che arriva sino all’attuale assetto culturale, socio-politico ed economico dell’India.

Benares, con le sue caratteristiche costruzioni oblique, il brulicare degli agglomerati che si affastellano sulle acque, le sue gradinate palpitanti di vita, è l’inizio del viaggio che introduce alla spiritualità indiana mista alle necessità essenziali della sopravvivenza.

Riprese risalenti a decine di anni or sono, ormai impossibili da catturare, essendo state vietate pratiche religiose come le cremazioni all’aperto, ci portano al centro della religione e della meditazione indiane e nei luoghi classici di culto e di purificazione rigeneratrice, ai fiumi nelle cui acque si svolgono feste e lavacri e le cui rive sono luogo di lavoro, svago e preghiera.

Disteso a perdita d’occhio o interrotto d’improvviso in dirupi o costruzioni a picco sul mare, il paesaggio indiano qui presentato affascina per la sua imponente vastità e varietà, mentre Calcutta, Bombay e moltissime altre città indiane hanno ormai i tratti di ogni metropoli del mondo, in compresenza e contrasto con i segni permanenti di usi e costumi tradizionali. Immagini che danno il segno tangibile del prepotente ingresso dell’India nella modernità, che ne fa con la Cina uno dei fenomeni di espansione più vistosi degli ultimi anni.

Splendidi ritratti offrono infine sguardi, espressioni e gesti spontanei che rivelano il carattere intimo e profondo della cultura cui appartengono.

È questa l’India che lascia senza fiato chi non si cala come ha fatto Maria Luisa Gaetani d’Aragona nell’irrazionalità naturale della concezione di vita dei suoi abitanti, nel senso di avvicendamento e immobile trasformazione del tutto, di godimento della carne e serenità dello spirito che fanno l’unicità dell’anima eterna indiana.


Maria Luisa Gaetani d’Aragona è nata a Roma da padre piemontese, ambasciatore e nome storico della diplomazia italiana, e madre tedesca.

Per circostanze della vita legate alla sua famiglia, ha viaggiato tutto il mondo ed ha vissuto per anni all’estero. Si è formata assaporando la raffinatezza del bello, espressione magica della cultura italiana, e respirando a pieni polmoni romanticismo tedesco donatole dalla madre. Una sintesi suggestiva, colma di stimoli creativi sorretti da profonde riflessioni.

Al ritorno in Italia, studia fotografia a Milano nello studio di Mariapia Vecchi, in seguito consorte di Amintore Fanfani, della quale diventerà collaboratrice per diversi anni. Qui incontra i grandi maestri della fotografia e gli uomini potenti del mondo, i saloni delle ambasciate italiane nei cinque continenti, e i personaggi che compongono le copertine delle riviste. La macchina fotografica, che non abbandonerà più, diviene un prolungamento del suo animo per dare forme a sensazioni, a desideri, stati d’animo.

Rimasta orfana molto giovane, inizia a viaggiare e si trasferisce per qualche anno a New York, dove inizia a coltivare le sue passioni: la storia e le ricerche.

I viaggi presso genti e Paesi dalle più diverse condizioni economiche e sociali le fanno conoscere la sofferenza di destini avversi che spesso fissa nelle sue istantanee.

Ha dedicato 24 anni della sua vita all’AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, della quale è stata Consigliera, poi Vice Presidente, poi per nove anni Presidente, portando la sua Regione, il Lazio, ad essere fra le maggiori contribuenti d’Italia.

Dopo aver percorso il lungo e in largo il mondo, conosciuto infinità di uomini, donne, bambini, vecchi, nell’intento costante di impossessarsi della saggezza maturata dalla loro esperienza trasforma il suo viaggiare da desiderio a necessità. La curiosità si trasformata in ansia. L’avventura in una ricerca metodica. Lo stupore in gioia.

Testimoni del lungo peregrinare intorno al mondo, alla storia dell’uomo e della sua fede sono una serie di mostre fotografiche, sempre collegate alle ricerche: “La mia Patagonia”; “Darwin e l’evoluzione della specie”; una mostra all’Università Americana, la Temple University, due a Palazzo Barberini, e di recente una al Chiostro del Bramante sul Cammino di Santiago de Compostela.

È attualmente impegnata in altri tragitti in diverse regioni del mondo tra cui l’America Latina, l’Africa, l’Oriente.

È sposata con Niccolò Gaetani dell’Aquila d’Aragona, discendente di due Papi, Gelasio II e Bonifacio VIII, la cui famiglia ha attraversato l’ultimo millennio.

Chiostro del Bramante
via Della Pace Roma
orario: 11.00 – 19.00 dal martedì alla domenica; lunedì chiuso (la biglietteria chiude un’ora prima)
Entrata 5 €

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