Scintille di poesia. La mostra illustra l'intero percorso creativo dell'artista dagli anni 50 ad oggi. La pittura di Carmi e' dominata da figure geometriche semplici ma poste in relazioni complesse, dovute a variazioni di colore e profondita', che operano come le variazioni di ritmo, altezza e tonalita' nella musica.
Il Museo d’Arte Contemporanea “Cascina Roma“ di San Donato Milanese, a distanza di tredici anni, rende nuovamente omaggio a Eugenio Carmi con una bellissima mostra che intende illustrarne l’intero percorso creativo dagli anni 50 ad oggi, una inesauribile ricerca del tutto personale che non subisce influenze da nessuna delle correnti artistiche che si sono sviluppate via via in Italia ed in Europa. Dopo il successo della grande mostra antologica “Poesia e Geometrie” tenutasi al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma nei mesi scorsi, questo museo ritiene doveroso presentare al pubblico le opere di un grande astrattista che ha attraversato il panorama artistico italiano del dopoguerra mantenendo delle caratteristiche di unicità davvero mirabili.
Troppo semplicistico è inquadrarlo come un pittore della corrente geometrica degli anni settanta perché Carmi non rispetta le regole matematiche alla base di questo genere di pittura, così come nei lavori degli anni precedenti si possono immediatamente percepire le differenze tra le sue opere e quelle dell’arte materica, del minimalismo o dell’arte cinetica e programmata.
Così scrive Volker W. Feierabend:
….. La sua vicenda personale andava considerata come un contributo particolarissimo alla storia dell'arte italiana nella seconda metà del ventesimo secolo…… Davanti a me c'era un uomo che aveva maturato, in piena indipendenza, la sua prassi artistica collaborando con il mondo della produzione industriale e confrontandosi con i fenomeni della realtà urbana e sociale, sempre superandone, o meglio negandone, con grande consapevolezza, i confini. Arte e vita, arte e industria, arte e design, arte e pubblicità, arte e comunicazione visiva sono le componenti del coerente programma figurativo di Carmi…….che fu, sempre e soprattutto, un attento osservatore della realtà e un efficiente elaboratore di percezioni provenienti dall'ambiente visibile. Per contro, le mutevoli posizioni stilistiche all'interno dell'arte contemporanea gli offrirono scarsi stimoli……. malgrado le sue molte singolari ed efficaci innovazioni nell'ambito dell'arte programmata o cinetica, Carmi non ha mai avuto posto tra í rappresentanti di spicco di quelle correnti; non ha avuto contatti con il gruppo "T" di Milano, con il gruppo "ENNE" di Padova, o con altre iniziative simili in Germania e Francia. Non va dimenticato che i suoi esperimenti lo condussero ben oltre la realizzazione di oggetti azionati meccanicamente, come quelli costruiti in quel periodo dagli esponenti dell'arte cinetica e programmata.
Per i suoi generatori di immagini, Carmi utilizzava interruttori elettronici estremamente complicati e basati su principi cibernetici. ……. Si può subito notare come quegli artisti fossero sostenitori di un'astrazione basata sulla geometria, e ciò fa ancora una volta luce sulle preferenze figurali di Carmi, convinto assertore, almeno a partire dalla metà degli anni Sessanta, di una rigorosa concezione pittorica non figurativa. Forme costruite con precisione e colori puri: questi gli elementi fondamentali del suo pensiero figurativo e i principi irrinunciabili del suo credo estetico, anche se, in ultima analisi, la razionalità matematica non fu e non è la linea guida perentoria del suo fare artistico…….
La pittura di Carmi, come rileva Duncan Mcmillan è dominata da figure geometriche semplici ma poste in relazioni complesse, dovute a variazioni di colore e profondità, che operano come le variazioni di ritmo, altezza e tonalità nella musica... La pittura di Carmi è a prima vista austera, persino minimale, ma più la conosciamo, più notiamo una profonda qualità poetica ...
Giovanni Granzotto osserva che Carmi,traendo spunto dalla scoperte relative alla pittura di Casorati e per traslato a quella di Cezanne , inizia il suo viaggio attraverso la luce, un viaggio che lo guiderà anche in direzione di altri approdi, verso conquiste molto più vicine alle ricerche ed alle problematiche scientifiche e tecnologiche contemporanee, ma che primieramente si riconosceva e si riconosce nelle proprietà fondanti della luce, che disegna e illumina le superfici, e rischiarandole conferisce loro una intensità di vibrazione, ed uno spessore plastico, anche in assenza di piani e di profondità. Carmi, infatti, molto presto comincia a portare su un unico piano le immagini, a ridurre sempre più le tensioni prospettiche, ad azzerare la profondità.
Contemporaneamente, però, inizia a cercare anche un punto od una zona focale, un luogo di riferimento nella tela o sulla carta, a cui non affida il compito casoratiano di legare, di fondere, e di stemperare poi i confronti ed i conflitti fra le cromie e le campiture, ma quello di annunciare anche altre realtà, e di farci avvistare o magari solamente intuire altre epifanie, altre immagini sottese a quelle immediatamente e dichiaratamente percepibili
Questo è il mondo inventato e voluto da Carmi, un mondo in cui le sue figure non seguono le rigorose regole della geometria, ma che anzi, a quadro terminato, ne inventano di nuove e conducono l’osservatore per mano dentro un labirinto di sensazioni armoniose e poetiche.
Andrea Fabbri
Inaugirazione 19 aprile 2008
Galleria d'Arte Contemporanea Cascina Roma
Piazza delle Arti - San Donato Milanese (MI)
Ingresso libero