Punarjanman (rinascita). L'artista usa strumenti tecnologici insieme a tecniche tradizionali come il disegno classico. Nelle sue opere fa rivivere personaggi del passato decontestualizzandoli e calandoli nella realta' contemporanea. Scene inverosimili ed ironiche sono ricorrenti nel suo linguaggio visivo, condite da colori brillanti, fiori e spiagge tropicali.
A cura di Enrico Mascelloni e Franco Riccardo
Nella splendida e suggestiva cornice del Palazzo del Vignola a Todi, verrà inaugurata Punarjanman (rinascita) dell’artista Alessandro Graziani.
Nato a Napoli, ma formatosi in un ambiente in cui ha respirato sin dall’infanzia interessi che lo predisponevano al cosmopolitismo, Graziani ha sviluppato nel corso del tempo una miriade di passioni verso diversi ambiti della cultura; conoscenze che adesso sono al servizio dell’arte, il mezzo espressivo che più di ogni altro permette all’artista di esprimere “la summa” degli universi sin qui esplorati.
In effetti non si può parlare di Alessandro Graziani scindendo il lavoro dall’esperienza di vita vissuta dall’artista, dalle origini della scrittura alla psicologia, dalle religioni alle logiche e strategie della grande industria della moda. Alla radice di queste ricerche c’è sempre stato l’interesse e la curiosità verso i comportamenti umani. Il bisogno di liberare la sua creatività, unita ad una sperimentazione costante, lo ha portato ad incontrare i linguaggi dell’arte contemporanea individuando in essi lo strumento ideale per comunicare i frutti delle esperienze maturate. In tal senso si è avvicinato all’impiego della realtà virtuale, mescolandole a tecniche tradizionali come il disegno classico.
Nelle sue opere fa rivivere personaggi del passato, decontestualizzandoli, calati nella realtà contemporanea perfettamente a loro agio, sia per il look attuale, sia per le modalità comportamentali.
Il suo Agamennone, trasportato nella realtà odierna, conserverebbe probabilmente i tratti salienti della sua personalità, assumendo forse le fattezze di un imprenditore di successo.
La sua ironia però non va confusa con la satira politica o di costume, ma è tesa ad una rappresentazione delle sovrastrutture e dei conflitti della società contemporanea in maniera visionaria e paradossale.
La sua critica scaturisce da una religiosità vissuta come strumento di felicità e autorealizzazione, in una visione del presente e del futuro sempre ottimistica.
Scene inverosimili ed ironiche sono un tratto ricorrente nel suo linguaggio visivo, condite da colori brillanti, fiori, ficus e spiagge tropicali. Si sente il profumo del brasile nelle opere di Alessandro Graziani. Più precisamente Rio de Janeiro, dove vive e lavora alternativamente a Napoli.
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Inaugurazione sabato 26 aprile ore 18.30
Palazzo del Vignola
via Del Seminario, 9 Todi (PG)
Feriali: 15– 19. Festivi: 10–13 e 15–19. Giorno di chiusura Lunedì