Ricreazione - evento a 36 gradi. La mostra presenta il work in progress di un curioso laboratorio. Il visitatore entra nella sala espositiva, un ambiente pulito e funzionale, in cui si trovano tavoli ben disposti e sedie lasciate disordinatamente: molti individui hanno lavorato li' fino ad un istante prima.
a cura di Domenico Scudero
Giovedì 15 maggio, presso il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Università La Sapienza, si inaugura la mostra Ricreazione - evento a 36 gradi di Gianni Piacentini per la cura di Domenico Scudero.
La mostra presenta il work in progress di un curioso laboratorio. Il visitatore entra nella sala espositiva, un ambiente pulito e funzionale, in cui si trovano tavoli ben disposti e sedie lasciate disordinatamente: molti individui hanno lavorato fino ad un istante prima. Su ciascun tavolo strumenti di lavoro caratterizzano le attività impegnative eppure futili che vi si svolgono (ripercorrendo alcune delle costanti del lavoro svolto negli anni da Piacentini). L’elenco dei gruppi coincide con le attività illustrate dalle istallazioni su e intorno ai tavoli.
Occupazioni simili per tipologia o carattere, occuperanno tavoli vicini cosicché la sala espositiva risulti ricca di rimandi tra i diversi tavoli a formare un territorio continuo per prossimità dei lavori e per gli scambi che gli operatori fruttuosamente fanno di informazioni, suggerimenti, mansioni e incarichi. Questo territorio vanta una prospettiva e una temperatura costanti: giusto 36 gradi.
Gli interventi sono realizzati da un gruppo di “operatori” precedentemente invitati da Piacentini. Le occupazioni producono un blando effetto carnevalesco, un’intelligenza creativa o un ingenuo brio di arte già vista in modo che il conseguente solletico (o forse il riso) che proverà lo spettatore resterà, nelle intenzioni, forzato e deludente. Il carattere dell’elementare didattica da reality-show rappresentata con l’istallazione, punta al bluff di un attivismo fasullo e di un ostinato presenzialismo incosciente. Sono presenti in sala lavori impegnativi. Le più belle realizzazioni già ultimate che meritano un’esposizione privilegiata come nel caso dei “Segnali città etica 2000 e …” realizzati in collaborazione con l’Associazione Culturale VIANDUSTRIae di Foligno.
Gli interventi e i progetti elaborati nel tempo sono volti all’appiattimento di senso e a un supposto benessere, come sottolinea la stessa presenza del dimesso curatore al MLAC in veste di esponente d’arte contemporanea. Gianni Piacentini, unico rimasto in aula, performaticamente propina ancora qualche insegnamento. L’occasione si presta infatti a fargli rivestire nel corso dell’apertura della mostra i panni del rodato ma scarso vincitore, l’uomo pragmatico secondo il quale il lavoro viene premiato (“La raccolta dei punti della Centrale del Latte di Roma”, 2005).
Una sintesi della fase operativa dei gruppi di lavoro impegnati a lavorare nei giorni che precedono l’esposizione sarà documentata da un video realizzato dal regista Massimo Piesco che, posto nella sala inferiore del MLAC, mostrerà l’intera aula in attività, mettendo eventualmente a fuoco il procedimento costruttivo di quei pochi interventi che in esposizione non si apprezzerebbero appieno.
Se l’ambiente del laboratorio costituisce un faticoso banchetto didattico, l’ambiente inferiore, ad esso complementare, si prospetta se non come video-documentazione almeno come “video-ricordo”.
L’evento fa parte del ciclo espositivo del MLAC diretto da Simonetta Lux e curato da Domenico Scudero, con il contributo della Regione Lazio “Applicazione nuove tecnologie multimediali arte contemporanea”.
Sponsor: Centrale del Latte di Roma.
Mlac - Museo Laboratorio d'Arte Contemporanea
piazza Aldo Moro, 5 - Roma
Ingresso libero