Una pittura informale. In mostra una serie di tele, perlopiu' di forma quadrata, dalle quali emergono, con colori cangianti, le forme come ombre.
a cura di Angela Madesani
Sabato 17 maggio, alle ore 20.00, a Palazzo Sasso sarà inaugurata la mostra personale di Antonio Marchetti Lamera, promossa dall’art promoter Bruno Mansi. L’esposizione è stata curata da Angela Madesani, che ha ordinato, nel salone di Palazzo Sasso, le opere che Marchetti ha realizzato a Ravello nel suo soggiorno di qualche anno fa.
“Le tele di Antonio Marchetti Lamera – dice la curatrice Angela Madisani – sono un superamento del linguaggio della pittura nella sua specificità. Perlopiù di forma quadrata, da esse emergono, dai colori cangianti, le forme come ombre. Sono la rielaborazione di immagini fotografiche riprese fuori dal suo studio, in questo caso Ravello. Così da contestualizzare e porre in un dialogo serrato interno ed esterno, la pittura e il circostante. E’ qui la riconversione, la trasformazione, lo scioglimento di una problematica squisitamente tecnica che diviene pittura. L’effetto cangiante lega fra loro le singole tavole, che trovano una continuità nella ripetizione di moduli che, tuttavia, non sono mai eguali.
La sua è una pittura scientifica, profondamente radicata nella storia dell’arte, ma che riesce anche a divenire qualcosa di diverso: il superamento, appunto. Il lavoro, del resto, è legato all’installazione, alla performance dell’artista. Si gioca su più fronti. La pittura nel senso puro del termine è superata. Il medium non è un mero strumento tecnologico, ma un linguaggio vero e proprio con regole specifiche, convenzioni e forme. Attraverso la sovrapposizione degli strati la forma affiora e quindi sprofonda definitivamente nella luce, che è il nucleo della ricerca di Marchetti Lamera. Una luce che non frantuma le forme, anzi le fa emergere in una sorta di paesaggio in cui si va dal bianco al nero, dal positivo al negativo. Negativo positivo, luce e ombra, bianco e nero come nella filosofia orientale zen. Il suo è un lavoro borderline tra diverse dimensioni, che si poggia su una zona di confine tra il dentro e il fuori, tra l’essere e il nulla. Le sue opere necessitano, in controtendenza con il nostro tempo, di sguardi lunghi, di riflessioni, di indagini approfondite. La forma si rivela all’occhio dello spettatore per trasformarsi. Come se ci trovassimo di fronte a organismi viventi”.
“Ho un rapporto indiretto con la realtà – confida l’artista nell’intervista realizzata per il catalogo da Pasquale Ruocco – girovagando ne fotografo le ombre. L’ombra in sé non esiste, è qualcosa di incorporeo che muta la sua forma in funzione del binomio luce-tempo, ed è proprio per questa sua mutevolezza continua che la associo al concetto calviniano di leggerezza. L’obiettivo della macchina fotografica seleziona un frammento di realtà dandole un ordine che poi trasporto sulla tela. Nonostante questo modo di vivere la realtà, ogni mia mostra è costruita in relazione con il luogo dove si manifesta, in questo caso l’affascinante Ravello. Penso alle mie opere come un completamento della realtà, per questo motivo prima di preparare una mostra studio attentamente lo spazio che dovrà ospitarla”.
Inaugurazione ore 20
Palazzo Sasso
via S. Giovanni del Toro, 28 - Ravello (SA)
Orario: apertura tutti i giorni: dalle 11.00 alle 13.00 – dalle 16.00 alle 19.00
Ingresso libero