Si tratta di 2 mostre personali, nelle quali lo scultore Antonino Triolo e la pittrice Elisa Anfuso, nel confronto tra due mezzi espressivi, intraprendono un percorso sulle dinamiche passionali che abitano le membra.
Dopo le atmosfere calde e avvolgenti del pittore Ernesto Portas, la galleria d'arte
Artesia (Catania, Corso delle Province, 32 a/b) propone un nuovo e interessante
progetto espositivo.
Il prossimo 17 Maggio 2008, alle ore 19, sarà infatti inaugurato "Del corpo.
dell'anima". Si tratta di due mostre personali, nelle quali lo scultore Antonino
Triolo e la pittrice Elisa Anfuso, nel confronto tra due mezzi espressivi,
intraprendono un percorso sulle dinamiche passionali che abitano le membra, che le
rendono vive e che fanno di questo nostro abitato fisico una spugna in grado i
assorbire forti pulsioni, come l'amore, la sofferenza, la gioia e il dolore. Le
figure si ergono come antiche reliquie di culture del passato in cui la memoria
dell'uomo si fonde con i segni della nostra contemporaneità.
"Elisa Anfuso dipinge l'uomo con il sentimento di chi cerca nell'equilibrio formale
l'espressione originaria della bellezza. Nei suoi intenti c'è l'indagine sulle
creature umane di ogni tempo, fanciulle in fiore e giovinetti colti nel momento
vibrante del loro germoglio. Le teneri carni, d'alabastro e di luce, si offrono alla
visione nell'abbraccio della vita. L'atteggiamento è pudico e sensuale allo stesso
tempo. Ciò si evince in particolare dalle mani che coprono i seni e le guance, poi
si insinuano tra i capelli quasi a cercarne la morbidezza, quindi sfiorano i corpi
torniti come per sentire il palpito dell'esistenza. Il disegno, dinamico e
avvolgente, costruisce i volumi e poi li pettina con una tessitura graffiante che si
fa vaporosa dove le carni come cera luminosa si offrono al giorno, diventa invece
argillosa, terrosa, nelle parti più incavate dove la luce lascia il passo alle ombre
modellate. Nelle ultime opere Elisa Anfuso compie un esercizio di perfezione e
rigore che la conduce nell'ambito della pittura colta dove la bellezza espressiva si
accompagna al valore tecnico". ("Elisa Anfuso. Il germoglio della vita", Paolo
Giansiracusa)
"Le opere di Antonino Triolo sono frame di un passato che è diventato altro. Hanno
un sapore primordiale perché originate dal caos della natura. Profumano di mare e
vivono tra cielo e terra. Sono reperti contemporanei di una civiltà antica che
ri-nasce attraverso lignee figure che parlano di tempo, sangue e sudore. Sono
memorie di legno che racchiudono il senso della storia, di un qualcosa che fu, che
si è perso e poi ritrovato. E se gli uomini sono la vera materia del tempo, Triolo
gli dà forma e contenuto attraverso il legno, modellandolo con un'eleganza e
sobrietà proprie della tradizione classica. All'artista di Salemi non interessa,
tuttavia, imitare o copiare la natura, né fuggire da pulsioni o sentimenti. Tutte le
sue opere, da "Uomo ritrovato" a "Icaro" a "La fanciulla", dimostrano che il poetico
ritrovamento viene plasmato per preservare e non per annullare le arcaiche origini.
La conservazione delle radici, dell'antecedente, diviene dunque punto di partenza e
opportunità per raccontare un'altra storia, una nuova dimensione temporale e il
legno, materiale povero e oggetto tangibile, elevato a materia aulica e allegorica
viene contestualmente nobilitato". ("Memorie di legno", Vanessa Viscogliosi)
Immagine: Antonino Triolo, "L'uomo ritrovato" - legno di mare, 2007
Catalogo: in galleria. Testi di Paolo Giansiracusa e Vanessa Viscogliosi
Inaugurazione 17 maggio 2008
Artesia
C.so delle Province, 32 a/b - Catania
Orari: tutti i giorni: 10-13/17-20
Ingresso libero