Archivi del desiderio. Il concetto di archivio, ovvero di raccolta catalogata, si prepone come dato fondante di questa mostra, a sua volta incipit di un articolato progetto sul sedimento memoriale dell'artista.
a cura di Ivana D’Agostino
Martedì 20 maggio 2008, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale di Marzia Corteggiani. Archivi del desiderio, curata da Ivana D’Agostino.
La mostra, è il quinto appuntamento di Disorientarsi a più voci, ciclo tematico di approfondimento, ideato dai critici Ivana D’Agostino e Loredana Rea. L’esposizione rimarrà aperta fino al 6 giugno, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.
Nell’arco di tempo compreso tra febbraio e giugno sei artisti – Marzia Corteggiani, Luisa Colella, Angela Corti, Teresa Mancini, Fernando Rea e Franca Marini – differenti per formazione, scelte operative, metodologie espressive e progettualità di lavoro, si confrontano sulla complessa molteplicità delle prassi creative, sulla necessità di attraversare territori diversi per poter trovare stimoli e motivazioni teoriche alle molteplicità linguistiche e metodologiche che rappresentano il tessuto vitale della contemporaneità.
L’intento critico è quello di tracciare una linea che tagli trasversalmente gli assunti, i percorsi e gli obiettivi che si vanno elaborando nei multiformi ambiti delle esperienze legate alla sperimentazione. Il collante è la frantumazione del linguaggio, che meglio riesce a materializzare le differenze, le singolarità, le inevitabili diversità di riflettere sul presente.
Il concetto di archivio, ovvero di raccolta catalogata, in questo caso delle esperienze culturali ed artistiche di Marzia Corteggiani, si prepone come dato fondante di questa mostra – non casualmente intitolata Archivi del desiderio -, a sua volta incipit di un articolato progetto sul sedimento memoriale dell’artista in questione, di cui questo evento si qualifica come primo di altri a seguire sullo stesso tema.
La logica preposta al progetto dell’installazione modulare pensata per Arte Fuori Centro, è svolta come un lungo rotulo ligneo pavimentale di sei metri. Su di esso cinque immagini riprese dalla storia dell’arte, partendo dalla Sfinge dei Nassi per concludersi con lo Scriba di Saqqāra, narrano di un archivio memoriale cifrato, il cui senso nascosto – anche qui adeguatamente pertinente è il titolo Quintetto dell’enigma – trova la sua origine ne La signora del labirinto del 2008, opera generatrice del progetto, e la sua conclusione nel Suonatore di lira o della musica dello stesso anno: opera che sulla parete di fondo della galleria conclude e chiarisce il significato sotteso all’intera installazione.
Il segno precisissimo di contorno delle immagini, tracciato direttamente sul legno del supporto, trattiene la memoria di ciò che è stato per conservarla, insieme alle altre icone, nella raccolta ordinata dell’archivio. Lo sdoppiamento laterale dell’immagine, evidenziato nel disegno dal tratteggio diagonale, costituendosi come personale codice con cui l’artista interpreta “gli oggetti del suo desiderio”, si riallaccia alla teoria pliniana secondo cui le origini della pittura “andavano ricondotte alla pratica di tracciare delle linee intorno all’ombra di una persona”.
Inaugurazione ore 18
Studio Arte Fuori Centro
via Ercole Bombelli, 22 - Roma
Orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00
Ingresso libero