Balint Bolygo
Alex Bombardieri
Cristian Castelnuovo
Orsola Clerici
Leone Contini
Matteo Cremonesi
Pierpaolo Curti
Cinzia Fiorese
Andrea Francolino
Federico Guerri
Julia Krahn
Luca Lo Coco
Enrica Magnolini
Giovanni Mantovani
Esther Nora Mathis
Davide Giuseppe Mauri
Daniele Nitti Sotres
Daniela Novello
Luca Pozzi
Cristiano Tassinari
Andrea Dall'Asta S.I.
Guido Bertagna S.I.
Daniele Astrologo
Luca Barnabe'
Chiara Canali
Matteo Galbiati
Chiara Gatti
Angela Madesani
Angela Orsini
Stefano Pirovano
Barbara Sorrentini
Michele Tavola
Fabio Vittorini
Francesco Zanot
La Bellezza im(potente). In mostra le opere elaborate da giovani artisti e da giovani registi, che hanno cercato di indagare su come i 'rapporti di potere' possono declinarsi nelle modalita' piu' diverse nei rapporti umani, sociali, politici. Lavori di Balint Bolygo, Alex Bombardieri, Cristian Castelnuovo, Orsola Clerici, Leone Contini, Luca Lo Coco, Enrica Magnolini, Giovanni Mantovani, ecc.
Collettiva
A cura di Andrea Dall'Asta S.I., Guido Bertagna S.I., Daniele Astrologo, Luca Barnabè, Chiara Canali, Matteo Galbiati, Chiara Gatti, Angela Madesani, Angela Orsini, Stefano Pirovano, Barbara Sorrentini, Michele Tavola, Fabio Vittorini, Francesco Zanot.
Generalmente, il rapporto arte-potere richiama alla mente una dimensione “politica” della vita dell’uomo. Di fatto, da sempre è esistita un’attrazione tra arte e potere politico, come se l’arte non avesse potuto fare a meno del potere e viceversa. Le testimonianze del passato - è sufficiente pensare ai Fori imperiali di Roma - lo manifestano ampiamente. Le opere elaborate dai giovani artisti e dai giovani registi, senza escludere questo aspetto, hanno assunto invece un carattere più intimo, esistenziale. Hanno cercato di indagare su come “rapporti di potere” possono declinarsi nelle modalità più diverse nei rapporti umani, sociali, politici.
Consideriamo le opere dei singoli autori. Il lavoro di Daniela Novello, Archeologia del contemporaneo, presenta una tanica in marmo. Uno strumento contemporaneo, contenitore dell’acqua - o del petrolio, è realizzato con grande accuratezza con un materiale “antico”, il marmo. Un effetto di spaesamento e di interrogazione si viene così a creare. Se da un lato l’opera segnala il potere per ciò che il contenuto della tanica rappresenta, dall’altro suggerisce il potere dell’arte di immortalare l’oggetto, trasformandolo in simbolo. Infatti, questa tanica non viene forse ad assumere il ruolo occupato nell’antichità dalle divinità o dagli eroi?
Più di carattere introspettivo è l’opera di Julia Khran, Sehnsucht (Nostalgia). Una vetrina d’annuncio, un tempo utilizzata nelle scuole e nelle parrocchie e di cui vediamo la chiave all’interno, è chiusa. Siamo dunque impossibilitati ad aprirla. Desiderio im-potente. La vetrina - suggerisce l’autrice - è simbolo stesso della vita la cui “chiave di lettura”, meglio, il cui senso sfugge continuamente, in una dialettica continua tra il nostro desiderio di aprirla e l’impossibilità di riuscire.
Il video di Enrica Magnolini, No se puede filmar, è una riflessione sul potere che, grazie alle tecnologie contemporanee, l’uomo esercita nei luoghi sacri dell’arte. Attraverso macchine fotografiche o telefonini, l’uomo, infatti, si impossessa delle immagini, registrando filmati improbabili, scattando foto in continuazione. Il video - che mostra alcuni momenti ripresi nel Louvre di Parigi - gioca sul contrasto tra questo atteggiamento compulsivo e il divieto inascoltato: “No se puede filmar”. Il significato dell’opera d’arte è snaturato. Invece di essere occasione di meditazione e di silenzio, il museo si fa luogo di un folle rituale in cui l’uomo esercita la propria smania di possesso, trasformando l’opera d’arte in un banale oggetto di consumo. In realtà, se l’uomo crede di esercitare un potere non si accorge di come sia sconfitto da una concezione consumistica che vuole mercificare ogni aspetto della vita. Se Enrica Magnolini contesta i riti sociali legati al mondo dell’arte, Cristian Castelnuovo (Empty Museum - Museo Vuoto) riprende un altro luogo sacro dell’arte, il Centre Pompidou di Parigi, mostrandolo, invece, come spazio inospitale e angosciante, dalle luci fluorescenti e irritanti. Si fa spazio im-potente.
Più di carattere politico è invece l’opera di Cristian Tassinari che evoca, attraverso la presentazione di una serie di teste in pietra “barbaramente” danneggiate, la terribile distruzione delle statue di Buddha della valle di Bamyan. Il potere si fa allora violenza efferata, distruzione della memoria, dei valori culturali e spirituali. L’opera, il cui titolo Quando il giusto è venuto, l’errore se n’è andato riprende un verso del Corano scritto dai talebani nel luogo in cui è avvenuta il tragico scempio, si fa contestazione del potere dei regimi dittatoriali, tema a cui si rifà anche Andrea Francolino, questa volta in chiave ironica, con l’opera Il Terzo Raid: li ammazza stecchiti.
Se in Il potere di potere Davide Mauri riflette sull’origine dell’uomo che si schiude alla storia come consegnandosi al potere politico e religioso, per Alex Bombardieri (Kratos) il potere esercitato dalla violenza prende corpo in un accattivante manganello in marmo appoggiato a zollette di zucchero. La violenza si veste di seduzione e si fa strada con il plagio, con una falsa dolcezza. Potere è ancora capacità di intrappolare, come evoca il lavoro di Daniele Nitti (Crown-Throne), in cui una maglia metallica imprigiona un blocco di marmo. Potere è abuso di potere, come nel lavoro Luca lo Coco, For the love of god! Everything is possible…, che vuole denunciare il sopruso che ci dice di avere subito dal sistema dell’arte. La grafica della tela richiama la schermata d’errore del browser Firefox in cui compaiono possibili errori commessi: di battitura, di connessione, di firewall… L’indirizzo digitato è www.ashartonline.com. Tuttavia, secondo l’autore, non è stato commesso alcun errore. Ashartonline è il nome di un progetto artistico Net Art oscurato dal Tribunale di Palermo, su richiesta del direttore di una celebre rivista d’arte. Prepotenza del sistema dell’arte?
Il potere è ancora indagato nella sua forza vitale. Potere è infatti forza della Natura - incisione di Orsola Clerici (The thin red line) - o delle leggi inscritte nella Natura che prendono corpo in equilibri sempre provvisori - installazione di Luca Pozzi (Back to Origin). Potere è ancora energia vitale - foto di Leone Contini (Children of Harlem): alcuni semi di grano crescono anche in un… cappello magico trovato casualmente per strada, ad Harlem, nel sud di Manhattan. È forse simbolo della vitalità di un mondo, quello americano di origine negro-africano, che non si lascia rinchiudere nelle maglie del potere?
Potere è ancora potenza di un incontro, Abbild (Ritratto), che avviene quando due sguardi si sovrappongono e si rispecchiano grazie alla magia di un vetro. Il ritratto di Esther Mathis diventa uno specchio nel quale vedere se stessi attraverso lo sguardo di un altro. La potenza di un incontro avviene ancora quando facciamo silenzio attorno a noi, come quando entriamo negli spazi di una grande Chartreuse - dipinto di Cinzia Forese -, Il Grande Silenzio - Interno. L’incontro avviene allora con l’Assoluto, con l’Altro che ci attende nel più profondo di noi stessi.
Tuttavia, il potere è stato interpretato dai giovani anche come mancanza, incapacità, impossibilità. Se in Lettera Pier Paolo Curti indaga la funzione del segno quando viene meno il suo potere di significare, in Federico Guerri (Babele), il potere si incarna in una torre la cui crescita prende corpo in una forma organica, che inesorabilmente si disgrega. Anche Balint Bolygo, in Bulb, riflette su di una mancanza, e in modo particolare sull’impossibilità dell’uomo di dominare l’ambiente che lo circonda. Una lampada, sulla quale è stata fissata internamente una mappa del globo terrestre, ruota su se stessa, riflettendo la sua luce su di uno specchio mobile, i cui riflessi si proiettano sulle pareti, sul soffitto. Le forme disegnate sono difficilmente riconoscibili. Abbiamo la sensazione di trovarci in un universo instabile, fragile, in-forme.
Infine, le opere dei giovani registi. In questo primo anno dell’iniziativa del Premio Artivisive San Fedele giovani registi, sono stati selezionati due giovani: Enrico Mazzi e Giuseppe Carrieri. Nel filmato Tu mordi l’aria, Enrico Mazzi narra una storia in cui guida lo spettatore in un viaggio ideale, al fianco di una persona disposta a lasciare il suo corpo per una notte, per trasformarsi in qualcosa d’altro. Indagine sul potere che nasce dal desiderio di vedere la realtà in una maniera diversa dalle modalità con le quale siamo abituati nella nostro vivere quotidiano?
Più di carattere documentario è invece il video di Giuseppe Carrieri in Arte è potere? il quale racconta la storia di un gruppo di volontari che organizza un corso di terapia attraverso l’arte, per permettere a persone sordo-cieche di vivere per la prima volta una inusuale esperienza di sensorialità. Si tratta allora del potere della musica di permettere a chi vive nell’oscurità e nel silenzio più assoluto di abbracciare il suono stesso della terra. Andrea Dall’Asta - Direttore Galleria San Fedele
Inaugurazione: 21 maggio 2008, ore 18.00
Centro Culturale San Fedele
Via Hoepli, 3a-b, Milano
Orario: 16.00 - 19.00
apertura al mattino su richiesta
chiuso festivi e sabato