Di che cosa si nutre la poesia? In esposizione i lavori piu' noti e quelli meno noti della poeta visuale, attiva dal 1969 sino al 2002: le prime partiture, le finestre di cielo, i lavori esposti alla Biennale di Venezia, e le poesie visuali nate in Rainbowland...
Betty Danon risponde. Con una ricerca artistica di trent'anni, fuori dagli schemi,
fuori dai circuiti abituali, libera di esplorare i punti d'incontro tra il segno e
la parola, tra il punto e la linea, tra l'essenzialità del bianco e nero e la
gioiosa vitalità del colore, tra l'arte e la vita.
In esposizione alla galleria Maria Cilena di Milano, con inaugurazione il 22 maggio
2008, i lavori più noti e quelli meno noti della poeta visuale Betty Danon, artista
concettuale e poeta visiva, attiva nel campo artistico italiano e internazionale dal
1969 sino al 2002: le prime partiture, le finestre di cielo, i lavori esposti alla
Biennale di Venezia, e le poesie visuali nate in Rainbowland e poi volate lontano
ognuna in una direzione diversa, chi per posta aerea, chi su ali d'angelo, chi via
etere cavalcando i bit del suo computer.
Nata a Istanbul, cresciuta in scuole francesi e americane, si è trasferita a Milano
nel 1956 e ha preso la nazionalità italiana. L'attenzione al segno e al linguaggio,
in tutte le sue forme - dal tratto gestuale al suono e poi la combinazione dei due -
ha caratterizzato la sua ricerca artistica, a sua volta riflesso di una profonda e
incessante ricerca personale verso l'essenzialità delle cose. Dopo aver sperimentato
gli strumenti grafici ed espressivi tradizionali - carta, cartone, tela, metallo -
sono arrivati l'uso trasgressivo della macchina fotocopiatrice, il coinvolgimento
delle bande magnetiche registrate, l'uso del video per documentare l'uso congiunto
di suono e segno, il contributo degli elementi della natura, l'adozione del
pentagramma in tutte le sue forme, l'esplosione nella dimensione internazionale
attraverso la posta aerea, la scoperta del libro come oggetto di comunicazione e
divulgazione e infine il computer, utilizzato sin dalle sue prime comparse nelle
case private e accompagnato nella sua rapida evoluzione hardware e software.
Ma l'attività artistica di Betty Danon è andata ben oltre, oltrepassando l'uso della
materia inerte per lavorare sul materiale artistico per eccellenza, l'essere umano.
Nei suoi atelier ha saputo trasformare la sua creatività in una particolare
frequenza dell'essere, comunicabile e in grado di innescare un cambiamento interiore
tale da indurre le persone a riconoscersi a loro volta creative, dotate di
originalità, iniziativa e autonomia, nel gioco - con carte colori e parole - e nella
vita. "Arte come vita" questa la parola d'ordine, questo il nome dei suoi atelier
che oggi sarebbero stati riconosciuti come veri e propri percorsi di arteterapia.
L'opera di tutta una vita profondamente intessuta di poesia, quasi si fosse dedicata
interamente a trovare la risposta all'indovinello in turco, scandito dalla sua
stessa voce, in una registrazione del 1979, nell'audiocassetta dell'artista svizzero
Ruedi Schill: "Di che cosa si nutre la poesia?". E la risposta non può che essere
una sola: "Di poesia", naturalmente!
Partita per Rainbowland, il suo magico mondo di poesia, nell'aprile del 2002, i suoi
lavori sono oggi al Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
dove è custodito anche il suo archivio , presso The Museum of Modern Art di New
York, nel dipartimento di Rare Books della Ohio State University, al The Getty
Research Institute, negli archivi Sackner e in musei e biblioteche di più di 25
nazioni di tutto il mondo.
Inaugurazione Giovedì 22 maggio 2008 - dalle ore 18 alle 21
Galleria Maria Cilena
Via Carlo Farini, 6 - Milano
Orari: martedì/venerdì- ore 15,30/19,30 e/o previo appuntamento
Ingresso libero