Leziosi arredi di bambola, lanterne e curiosi copricapi con le orecchie; appunti, ricordi, lettere ed inusitate poesie. Un lillipuziano ricettacolo di giocattoli ricostruisce la scenografia onirica di un melanconico teatrino pomeridiano nel quale perdersi nei ricordi e nelle dimenticanze.
"Eccole qui ancora, sedute in giardino su bianche panchine, a
sorseggiare tè da bianche porcellane, dono dalla Cina, osservando una
cartolina spedita da un fratello maggiore che sta scalando il Monte
Bianco. E intanto sognano bianche nozze..."
D. Jarman, Chroma.
*Sabato 7 giugno 2008 alle ore 19.00 Studio Vetusta presenta il lavoro
di Paola Borgonzoni Ghirri.*
Leziosi arredi di bambola, lanterne e curiosi copricapi con le orecchie;
appunti, ricordi, lettere ed inusitate poesie; vestiti di carta, "Scarpe
di foglie" e anche il misterioso "Libro della Nebbia". Contro l'oblio o
anche solo per un lieve sorriso di sbieco, un lillipuziano ricettacolo
di giocattoli "sovviene" a costituire la scenografia onirica di un
melanconico teatrino pomeridiano nel quale perdersi nei ricordi e nelle
dimenticanze. Poiché tutti i sogni sempre svaniscono all'alba, Paola
Borgonzoni Ghirri, si affretta, sprezzante e veloce, a restituirne un
appunto, una labile concrezione. Giocattoliera vittoriana, perturbata
chiffonieuse, poetica catalogatrice di consunti frammenti naturali, in
questi modi racconta le proprie sospensioni esistenziali. Racchiuso in
tavolo che diviene teca, oppure sopra ad un piedistallo, ogni oggetto e
superficie compone un'infantile elegia del Bianco.
Siccome il Bianco
riguarda l'ontologismo fenomenico, l'assenza e l'essenza, l'immacolato
cerimoniale della catarsi, il silenzio di sensi, lo strambo incantesimo
che "addormenta" tutte le possibilità della materia, gli oggetti bianchi
di Paola Borgonzoni Ghirri sono dunque atti alla significazione del
pallore, dello struggimento e della melanconia. Il Bianco è terapia
purificatrice, copertura anestetica che permette agli oggetti di
sopravvivere alla precarietà semantica e al détournement, ma al
contempo, sarà anche una strategia percettiva "negativa" che di volta in
volta verrà alterata, corrotta, modificata, "sporcata" dagli accidenti
dell'esistenza bassa, "terrena".
Attraversato dal trascorre del tempo e
dal depositarsi della polvere, il "biancore" innocente di ognuno dei
manufatti rivelerà infine la propria segreta natura umbratile divenendo
couleur accidentelle, da considerarsi quindi inessenziale e casuale alla
stregua delle illusioni e deficienze; "impuro" nel senso costitutivo che
spesso riguarda gli ingiusti-ingiustificati terribili accidenti della vita.
vernissage sabato 7 giugno 2008 ore 19.00
STUDIO VETUSTA
via Carteria 60 Modena
Orari: venerdì e sabato 17-19 e su appuntamento
ingresso libero