Mostra fotografica di Marco Incrocci e Gianni Tolozzi, corredata da 2 pannelli didattici. Una raccolta di immagini della spedizione guidata da Claudio Ceotto tra il 2006 e il 2007 in Patagonia e Terra del Fuoco sulle tracce dell'esploratore Giacomo Bove, che ha raccolto durante la propria permanenza una ricca documentazione fotografica, videocinematografica e bibliografica.
Verrà inaugurata martedì 17 giugno alle ore 18.00 a Castello D’Albertis Museo delle Culture del Mondo la mostra fotografica di Marco Incrocci e Gianni Tolozzi “Il sentiero estremo” che raccoglie immagini della spedizione guidata da Claudio Ceotto tra il 2006 e il 2007 in Patagonia e Terra del Fuoco sulle tracce dell’esploratore Giacomo Bove.
L’idea di Claudio Ceotto di realizzare una mostra fotografica ed iconografica sull’esploratore piemontese Giacomo Bove nasce nell’ambito di un suo più ampio progetto di documentazione, rivisitazione e divulgazione scientifica che si pone come obiettivo di ripercorrere le “tracce” di alcuni viaggiatori ed esploratori – italiani e non – che, nel corso dei secoli passati, perlustrando estesi e poco conosciuti territori dell’America meridionale, hanno contribuito in modo significativo all’arricchimento del sapere relativo al patrimonio naturale e culturale indigeno.
Il Sentiero Estremo è il nome della spedizione italiana – patrocinata dalla Regione Liguria, dall’Università di Genova, dal quotidiano “Il Secolo XIX” di Genova, dal Comune di Acqui Terme (AT) e dal Consolato dell’Argentina in Italia – che, nell’inverno 2006-2007, ha effettuato un viaggio in Argentina e Cile sulle tracce di Giacomo Bove, raccogliendo durante la propria permanenza una ricca documentazione fotografica, videocinematografica e bibliografica che questa mostra intende racchiudere.
Sin dal momento in cui divennero evidenti la loro importanza strategica e le loro potenzialità di sfruttamento economico, le terre australi del Cono Sud furono interessate dal quasi ininterrotto arrivo di un’eterogenea varietà di viaggiatori – tra i quali avventurieri, marinai, militari, missionari, scienziati – provenienti da varie parti del mondo e con finalità altrettanto eterogenee. Alcuni di essi arrivarono perché spinti dalla volontà di conoscenza o attratti dal fascino della scoperta, altri invece perché preoccupati della redenzione delle anime ed altri ancora perché mossi da interessi economici.
Diversi sono stati i viaggiatori che hanno lasciato un’ampia evidenza – ed una altrettanto estesa e preziosa documentazione grafica e fotografica – del loro passaggio in queste terre: esse, non a caso, con frequenza recano nella loro toponomastica proprio il riferimento a coloro che le “scoprirono” (tale toponomastica, sfortunatamente, ha però rimosso il fatto che esse erano già state scoperte dai popoli che le abitavano – e le avevano abitate per un lunghissimo periodo di tempo – quando vennero ri-scoperte dal mondo “civile”).
Giacomo Bove, ufficiale della Regia Marina Militare italiana, svolse, come esperto di navigazione nelle zone polari, sia per conto del governo italiano che di quello argentino, un accurato lavoro di esplorazione nel corso di due diverse spedizioni in Terra del Fuoco (1881-82 e 1884). Descritto come uomo appassionato, curioso, eclettico, ambizioso, “bello e ardito”, Bove sembra incarnare in sé tutte le qualità distintive dei viaggiatori dell’Ottocento, inclusa la visione etnocentrica che a quel tempo influiva sullo sguardo occidentale nel contatto con i popoli nativi. Se nei suoi resoconti di viaggio è documentato un tenace e rigoroso lavoro di esplorazione geografica, la sezione che egli dedica al mondo indigeno mostra invece l’evidente incapacità di comprendere appieno, senza giudizi e pregiudizi, un universo culturale altro. Ma la sua testimonianza è in ogni caso preziosa: tale universo, nel giro di pochi decenni, sarebbe stato in pratica estinto in maniera particolarmente brutale proprio in nome di quella “civiltà” e di quel “progresso” che avevano in origine spinto Giacomo Bove alla “scoperta” di terre ed umanità lontane.
LA MOSTRA
Il corpo della mostra si compone di 35 fotografie (30x40) che riprendono e ripercorrono in chiave moderna quelli che furono i luoghi toccati nei viaggi di Giacomo Bove in Terra del Fuoco.
Le fotografie moderne sono integrate da una selezione di immagini storiche e dai disegni effettuati dallo stesso esploratore, materiale custodito presso l’archivio di Acqui Terme (sua città di adozione insieme a Genova).
La mostra è corredata da 2 pannelli didattici (relativi alla storia delle esplorazioni nella Terra del Fuoco, alla figura di Bove, ai suoi viaggi sui mari e nelle terre australi ed alle popolazioni indigene fuegine), dalla riproduzione della cartografia storica ed attuale della Terra del Fuoco, dalle edizioni originali dei resoconti di viaggio dell’esploratore e da oggetti e documenti a lui appartenuti donati dalla pronipote Franca Bove all’Associazione G.Bove di Maranzana d’Asti, dove Bove nacque nel 1852.
Ulteriori strumenti di approfondimento sono il documento filmato ed il libro relativi al viaggio della spedizione Il Sentiero Estremo sulle tracce di Giacomo Bove in Patagonia e in Terra del Fuoco, edito da CDA & Vivalda di Torino.
E’ importante infine segnalare che questa mostra, curata da Claudio Ceotto e Gianni Tolozzi, rappresenta la prima tappa di un itinerario che a fine anno approderà in Argentina, dove a dicembre toccherà il Museo Etnografico Ambrosetti della Facoltà di Filosofia e Lettere dell’Università di Buenos Aires, per arrivare, tra gli altri, al Museo de la Fin del Mundo di Ushuaia e al Museo Martin Gusinde di Puerto Williams.
Collaborazioni scientifiche
Myrian Rosa Álvarez, CADIC-CONICET Ushuaia, Argentina
Ivan Briz i Godino, CSIC Barcelona, España
M. Luz Funés, Museo Ambrosetti, Università di Buenos Aires, Argentina
Luis Abel Orquera, CADIC-CONICET Ushuaia, Argentina
Raquel Piqué i Huerta, Universitat Autònoma Barcelona, España
Santiago Reyes, Museo del Fin del Mundo, Ushuaia, Argentina
Luisa Vietri, dottoranda Universitat Autònoma Barcelona, España
Giacomo Bove
Giacomo Bove nacque il 23 aprile 1852 a Maranzana (Acqui Terme, Asti). Dopo aver frequentato la Scuola Navale di Genova, da cui uscì nel nel 1872 con il grado di Guardiamarina, compì il suo primo viaggio nel Borneo nel 1874 sulla corvetta Governalo. Successivamente prese parte a una Missione Italiana in Giappone. Fu prescelto a rappresentare l’Italia nella spedizione di A.E. Nordenskjold per la ricerca del passaggio a Nord-Est (1878-1880) e, a bordo della Vega, sperimentò le difficoltà e la durezza della navigazione tra i ghiacci. Sull’onda della fama conquistata, progettò un viaggio nel continente antartico, ma l’iniziativa non raccolse in Italia molti consensi. Fu solo con l’appoggio del governo argentino nel 1881-82 e della Società Geografica Italiana nell’84 che riuscì a compiere due viaggi nelle terre australi dell’America meridionale, Patagonia e Terra del Fuoco. Tra questi viaggi si inserì una breve spedizione nel Nord-Est dell’Argentina, alla ricerca di terre da colonizzare. Nel 1886, su invito del Governo italiano, Bove accettò di guidare una spedizione nel bacino del Congo, dalla quale tornò malato e stanco. Dopo varie delusioni lasciò la Marina e assunse la direzione tecnica della società di navigazione “La Veloce” senza riuscire a rassegnarsi alla fine dei suoi sogni. Nell’agosto del 1887, a Verona, mise fine alla sua breve vita con un colpo di rivoltella, ai piedi di un gelso. Giacomo Bove ha scritto molto, documentando tutte le sue imprese, in una prosa semplice e appassionata, ricca di annotazioni particolari ma non prolissa. Il piacere della scrittura si univa , dove necessario, con un alto rigore scientifico, evidente nella cura posta al rilevamento dei dati e alla compilazione di grafici e tabelle.
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Inaugurazione: mart 17 giugno, ore 18
Castello D’Albertis Museo delle Culture del Mondo
Corso Dogail,18 Genova
Ingresso gratuito