Collettiva. Opere pittoriche, fotografie e gioielli d'argento per inaugurare il nuovo spazio espositivo. In mostra Mouhamadou Lamine Seck, Emma Vitti ed Enrico Terzago.
Gli Eroici Furori …spalanca i sipari grazie all’audacia e alla passione viscerale di Silvia Agliotti che con l’ardore per la filosofia e il desiderio di immergersi nell’arte inaugura la prima mostra dedicata alla pluralità delle espressioni artistiche, con la ferma convinzione che Arte è tutto ciò che risiede nel cosmo fisico e spirituale dell’uomo e in chiave creativa e interpretativa l’artista estrae, destando un sempre rinnovato stupore e l’appagamento dei sensi!
D’altronde sono gli eroici furori (dalle sensuali propaggini di Giordano Bruno) che consentono all’Arte di danzare sui passi di un’armoniosa melodia con ritmi plurimi: iniziando con la pittura di Mouhamadou Lamine Seck, continuando con lo sguardo fotografico di Emma Vitti, per finire coi gioielli in argento di Enrico Terzago.
Sic simpliciter ci si ritrova là nelle viscere della terra, dove Thanatos ha scatenato il dinamico fervore del movimentismo eclettico che suscita idee e creatività e che l’ingegno artistico equilibra facendo esplodere nervature sincroniche da interpretare con chiavi di lettura simboliche e del tutto personali, senza lasciar da parte il filo rosso della storia! E proprio perché le idee risiedono nel cosmo di un’apparente forza esplicita e l’artista crede di aver esternato sintomi e nostalgie rigenerative per la sola forza del levare …e proprio allora che rinasce l’esigenza di prendere tempo e ritornare a far esplodere quei suggerimenti dell’anima ancora incompiuti e tutti da modellare, magari negli antri riflessivi della notte …
Mouhamadou Lamine Seck
La sua arte è memoria di una terra misteriosa e affascinante, rivitalizzata da uno sguardo del tutto personale e su fotogrammi empirici di sensazioni introspettive ed emozioni mai dimenticate e radicate nel DNA della sua persona. L’Africa per Lamine è vita, spazio fisico e mentale dove ritrovare le origine e capire se stesso senza falsi o intrinseci metabolismi ideologici. Gli squarci d’Africa visibili o rintracciabili nei quadri di Lamine sono per noi occidentali lo sprone a guardare il mondo partendo dalla radice e con la semplicità dei gesti puri e iniziatici, anche perché con la sua pittura l’artista è figlio di quell’Africa che vive nel cuore dello straniero, invitando l’altro ad immergersi nel suo mondo. È un gioco misterioso di comprensioni e dialoghi espletati dentro insenature profonde che sviluppano punti di vista differenti ma non per questo opposti, anzi, sembrano poli magnetici che si attraggono per fornire sviluppi figurativi corposi che si chiariscono solo con uno sguardo attento dei particolari. Infatti, il mondo pittorico di Lamine è ricco di materia cromatica, raggrumata e ripassata in varie e singole fasi pittoriche, come se il quadro fosse l’assunto di un diario iniziato in un’ora e completato dopo varie interruzioni durante il giorno, senza stasi di notte, e poi chissà quante volte ripreso e rielaborato! È lo specchio della vita! solo che nel quotidiano è difficile tornare indietro, qui, si può! Ed ecco che l’arte di Lamine risponde, allora, a una primordiale domanda sull’arte stessa: l’arte può aiutare la vita!? direi proprio di si!
Attraverso sguardi attenti, lunghi, meditabondi, profondi, è possibile lasciarsi incantare dai gesti pittorici dell’artista per consentire che essi diventino consigli silenti!
Consigli, spiegazioni, …distrazioni di masse viscerali o nuclei disturbati da scosse turbolenti o quieti, …forse mistiche apparizioni! In realtà queste sono Trasmutazioni in sequenza, quelle che presenta in questa mostra
Emma Vitti
Le sue fotografie sono empiriche desertificazioni del globo terreste, lo stesso che corrisponde alla carcassa del corpo, dove all’interno risiede l’anima: l’essenza vitale di ciascun essere umano ed elemento primordiale dell’esistenza. Le pietre di Emma sono realtà viventi che chiedono di risorgere e cercano un’identità ben precisa, in preda a informi stati di calma apparente non ancora profondamente trovata. Sono percorsi che accompagnano la vita e giungono dalla prigione delle viscere del globo terrestre dove sono rimaste sin dall’eternità e ora irrompono sulla scena di ciascuno: sono sentimenti e questioni assopite, drammi dimenticati o silenti atmosfere tacitamente lasciate affondare e che ora riemergono per accompagnare il quotidiano! Masse che scarnificano la superficie e scalfiscono i visi e gli animi; consistenze che restano a lungo quasi come Prigioni di michelangiolesca memoria. Lungo quel lungo scrutare di sguardi profondi si scorgono profili magici e misterici che si avvertono come presenze di trasfigurazioni ancora in corso ma che da sempre esisitono! Il filtro dell’arte di Emma è un simbiotico accostamento fra sentieri tumultuosi di impeti nascosti e tacite richieste di un panteistico senso di appartenenza alla madre terra.
Anche qui, l’immagine sviscera un’altra insenatura affascinante in cerca di un’identità definitiva … e si lascia invadere, certo anche da leggendarie ideologie rinascimentali, le stesse da cui trae ispirazioni, in chiave leonardesca, Enrico Terzago per la realizzazione dei suoi gioielli d’argento, autentiche inondazioni segnìche di forme primordiali e geroglifiche. Un’arte, questa, che accompagna le stagioni della vita e che come tale attende solo di percorrere strade di umana atmosfera per far sì che gli eroici furori non cessino di meravigliarci e lasciarci innamorare ancora di tutte le forme d’arte e della vita in primis!
Gli Eroici Furori
via Melzo, 30 - Milano
Ingresso libero