Fruit of Babylon / Raccolta differenziata. Grandi dipinti su tela e sculture nate dall'assemblaggio di rifiuti urbani stimolano una riflessione attorno al sistema produttivo ed ai suoi effetti collaterali.
La doppia personale, ospitata negli spazi dello Studio e Laboratorio d’Arte Transvisionismo, vede i due artisti napoletani confrontarsi con un tema di grande attualità: il degrado, materiale e morale, delle nostre metropoli .
Grandi dipinti su tela e sculture nate dall’ assemblaggio di rifiuti urbani si impongono all’attenzione dello spettatore generando una riflessione attorno al sistema produttivo ed ai suoi effetti collaterali.
Il ritratto che ne viene fuori è quello di una società obesa, bombardata da messaggi pubblicitari e affollata da oggetti che nascono già rifiuto.
MarianoDomenico Russo
1979 Napoli, Italia
Vive e lavora a Napoli
Fruit of Babylon
Babylon è un marchio. Esso sta per Babilonia, città del caos, prima metropoli moderna, “la Porta di Dio”evocatrice di caos e meraviglie, indicata nella Bibbia come metafora del male.
Una Babilonia che ritorna nelle nostre metropoli globalizzate, affollate da oggetti, marchi, codici a barre,
in un’ epoca intrisa di consumismo, dove tutto è merce e tutto è contrassegnato da un logo.
Da un logo appunto sono contrassegnati i lavori di MarianoDomenico Russo, loghi che ricordano la promozione mass-mediatica dei prodotti industriali ma che puntano a metterne in luce quelli che sono i meccanismi nascosti, la visione distorta del reale che essi propongono.
I suoi dipinti, accompagnati da accattivanti slogan, bollati da un marchio e da un codice a barre, si pongono come ironica alternativa alle merci di largo consumo, presentando in una veste ludica e delicata di grande impatto estetico, la grande follia collettiva che caratterizza l’ attuale propensione al consumo.
Anonimo Napoletano
Napoli, Italia
Vive e recupera a Napoli
Raccolta differenziata di Anonimo Napoletano
Il prelievo dall’ ambiente circostante, la tendenza a raccogliere, a ricomporre ossessivamente, come in un operazione di fabbrica, singoli frammenti di realtà vissuta. La realtà consumata e dimenticata nei bidoni, nei depositi, quella ammassata nelle zone d’attesa agli angoli delle città; questa la realtà dalla quale l’artista attinge, restituendo utilità all’oggetto consunto, capovolgendo il disutile in esperienza estetica.
Sembra quasi un suggerimento quello di Anonimo Napoletano: trasformare simbolicamente in risorsa il superfluo che crea emergenza sociale, ribaltando i problemi della prosaicità napoletana e convertendoli in qualcosa di diverso: quelli che erano rifiuti, cumuli di spazzatura, adesso sono opere d’arte!
Galleria Transvisionismo
via Sforza Caolzio, 78 - Castell'Arquato (PC)