Sculture monumentali in Piazza Duomo, Piazzetta Reale, Piazza della Scala e Piazza Duca d'Aosta e nelle stesse date i dipinti dell'artista nella Sala delle otto colonne di Palazzo Reale. Il lavoro di Indiana, classe 1928, riflette la cultura americana in tutti i suoi aspetti, la sua opera piu' nota e' la scritta tridimensionale Love, di cui a Milano e' esposta una versione momumentale in marmo alta 180 cm e scolpita a Pietrasanta.
La galleria Gmurzynska in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di
Milano presenterà nei più prestigiosi spazi cittadini – Piazza Duomo, Piazzetta Reale, Piazza
della Scala e Piazza Duca d'Aosta – sculture monumentali di Robert Indiana. Fra i più noti e
celebrati esponenti dell'arte contemporanea statunitense Robert Indiana ha avuto tuttavia in
Italia pochissime occasioni espositive.
Al fine di colmare questa lacuna, all'esposizione di sculture negli spazi pubblici, che avrà
luogo dal 21 giugno e alla fine di settembre, si aggiungerà nelle stesse date quella di dipinti
dell'artista, ospitati nella “Sala delle otto colonne” di Palazzo Reale.
Al fine di colmare questa lacuna, all'esposizione di sculture negli spazi pubblici, che avrà
luogo dal 21 giugno e alla fine di settembre, si aggiungerà nelle stesse date quella di dipinti
dell'artista, ospitati nella “Sala delle otto colonne” di Palazzo Reale.
Nato Robert Clark nel 1928, l'artista scelse come nome d'arte quello del proprio stato
d'origine. La sua opera piú nota, la scritta tridimensionale LOVE – di cui a Milano sarà
esposta una versione momumentale in marmo alta
180 cm e scolpita a Pietrasanta – è oggi fra le
immagini piú diffuse al mondo e la sua notorietà è
tale da aver ingiustamente messo in secondo piano
la restante produzione dell'artista. LOVE è
divenuta negli anni un simbolo il cui significato va
oltre il riferimento originario, quello al movimento
pacifista degli anni Sessanta, per assumere un
significato universale.
Il lavoro di Indiana riflette la cultura americana in
tutti i suoi aspetti: la sua storia, la sua letteratura, la
sua cultura sociale, antropologica e visiva. Il suo
stile è caratterizzato da forme geometriche, da
spigoli vivi e, nel caso dei dipinti, da colori vivaci e da uno spiccato gusto grafico. Tali caratteristiche
pongono l'opera dell'artista in linea di continuità con
quello dei pittori delle avanguardie statunitensi come
Charles Sheeler e Charles Demuth. Con quest'ultimo, così
come con molti altri protagonisti della scena artistica fra
le due guerre, Indiana condivide anche la passione per gli
elementi tipografici. Una passione chiaramente espressa
dalle opere della rassegna milanese. Fra queste in
particolare una serie di cifre tridimensionali –
rappresentative anche della sua fascinazione per i numeri
– in acciaio corten o in alluminio smaltato, ognuna 244 x
228 x 122 cm.
Nel 1955 Robert Indiana stabilì il proprio studio nel
distretto di Coenties Slip all'estremità sud di Manhattan
che già ospitava artisti che avrebbero contribuito a
definire la fisionomia di minimalismo e Pop Art come Ellsworth Kelly, Agnes Martin, James
Rosenquist e Jack Youngerman. L'esperienza di lavoro a fianco di queste personalità appare
con evidenza nell'opera di Indiana e la serie delle grandi cifre metalliche, allo stesso tempo
riferimenti ai segni che popolano il paesaggio urbano e imponenti solidi geometrici,
rappresenta un interessantissimo esempio di coniugazione fra scultura minimalista e Pop-Art.
In occasione di un'intervista al New York Times del dicembre 2002, Indiana disse: “Ci sono
piú segni che alberi in America. Ci sono più segni che foglie. Per questo penso a me stesso
come a un pittore del paesaggio americano”. Ogni opera di Indiana, condensa infatti in sé una
molteplicità di segni e significati.
Tale stratificazione è particolarmente evidente nel caso
del dipinto Decade Autoportrait 1968, del 1972, che
sarà esposto a Palazzo Reale. La grande tela che ha
come antecedente un'altra opera di tema numerico, il
celebre dipinto Figure Five in Gold di Demuth si
articola – come si conviene a un autoritratto – in
riferimenti piú o meno diretti al suo autore. Bouwerie
allude alla zona di New York in cui Indiana aveva
trasferito il proprio studio a metà degli anni Sessanta; la
stella, simbolo ricorrente nell'opera di Indiana, allude
allo stesso tempo alla fama e al patriottismo, cui fa
riferimento anche la combinazione di colori rosso e blu,
ecc.
L'apparente immediatezza dell'opera di Robert Indiana nasconde dunque una straordinaria
ricchezza di significati e allusioni tanto all'immaginario popolare e alla tradizione letteraria e
visiva che alla storia personale dell'artista.
Per ulteriori informazioni:
Mathias Rastorfer: galerie@gmurzynska.com, 0041 (0)44 226 7070
Guido Comis: library4@gmurzynska.com, 0041 (0)44 226 7096
http://www.gmurzynska.com
Sedi:
Piazza Duomo, Piazzetta Reale, Piazza della Scala e Piazza Duca d'Aosta e Sala delle otto colonne di Palazzo Reale