Museo Marino Marini Ufficio Stampa
Una mostra con le opere di Gloria Campriani, Andrea Dami, Astrid Hjort e Mario Girolami, legate a un tema caro a Giovanni Michelucci: il rapporto uomo-natura, che ha caratterizzato il suo lavoro di costruttore, e che sono esposte al Centro di Documentazione nel Comune di Pistoia, insieme ai numerosi lavori michelucciani.
Gloria Campriani, Andrea Dami, Astrid Hjort, Mario Girolami
Radici è una mostra di opere degli artisti: Gloria Campriani, Andrea Dami, Astrid Hjort e Mario Girolami, legate a un tema caro a Giovanni Michelucci: il rapporto uomo-natura, che ha caratterizzato il suo lavoro di costruttore, e che sono esposte al Centro di Documentazione nel Comune di Pistoia, insieme ai numerosi lavori michelucciani. Alberi, ragnatele, nervature di conchiglie sono una parte degli appunti grafici di Michelucci pronti per essere trasformati in pilastri, travi e coperture. Infatti per Michelucci vivere la natura non significava abbandonare la città, ma piuttosto abitarla e modellarla.
La natura, per l'architetto pistoiese, non è un riferimento formale da guardare e imitare, ma un processo di trasformazione continua da comprendere ed entro cui inserirsi ed è da tale atteggiamento che deriva l'interesse per i sistemi di relazioni, più che per gli elementi costituenti, e fra questi i più interessanti divengono quelli marginali, fragili, diversi, nei quali è possibile intuire precocemente le variazioni di sistema. Natura come metodo ha scritto Roberto Agnoletti. Insomma nell'opera e nel pensiero progettuale elaborati da Michelucci, nel suo "viaggio lungo un secolo", il tema centrale è rappresentato dal rapporto tra mondo naturale e trasformazioni antropiche, rapporto spesso conflittuale, ma foriero di riflessioni metodologiche e filosofiche. Questi spunti di riflessione hanno coagulato l'interesse dei quattro artisti visivi che, oltre a rendere omaggio all'illustre concittadino, hanno cercato di verificare l'attualità della metodologia michelucciana confrontandosi operativamente. Dal rapporto dialogico fra nuove opere visive e documentazione grafica della progettualità di Giovanni Michelucci scaturiranno ulteriori stimoli di studio e di riflessione.
Il titolo Radici è stato scelto perché fosse chiaro, da subito, scrive Siliano Simoncini (sul catalogo edito da Settegiorni-Pistoia), il rapportarsi con il messaggio lasciato da Giovanni Michelucci e con la sua poetica, presentando opere in grado di dialogare con l'esistente. Come i disegni di progetto di Michelucci sono radicati alla terra, alla natura, alla sua Toscana, addirittura da presentarsi come forze primigenie scaturite da capovolgimenti tettonici, così le opere di Gloria Campriani, Andrea Dami, Astrid Hjort e Mario Girolami intendono rapportarsi a questo messaggio, ritenendo la periodicizzazione della natura il riferimento costante. Dunque non un esplicito richiamo stilistico alla morfologia delle architetture di Michelucci, né tanto meno al suo imperioso linguaggio grafico; piuttosto un'operazione di tipo concettuale che in maniera didascalica affronta le problematiche con intenti metaforici.
Per i quattro artisti il tema della natura, proposto dall'architetto pistoiese, è pretesto per dialogare intimamente con la problematica ecologica, con il disincanto attuale, con la disattenzione dell'uomo odierno nei confronti della "storia" scritta dalla natura.
L'arte al servizio dell'impegno civile, l'arte come etica... questo intendono i nostri artisti. Le loro opere esigono dal fruitore una riflessione attenta e partecipe, ovvero, quasi gli "impongono" di fare delle scelte precise, di impegnarsi affinché anche il suo più piccolo contributo possa influire sul destino del mondo. Simoncini chiude il suo pensiero con questa frase piena di speranza: chi ha fiducia nell'uomo non può fare a meno di credere che ciò sia possibile.
Museo Civico e Centro di Documentazione Giovanni Michelucci
piazza Duomo, 1 (Palazzo Comunale) - Pistoia
ingresso libero