In mostra 80 opere, realizzate tra il 1988 e il 2008. La sua pittura a olio su tela e' estremamente originale per la sua doppia natura: da un lato, si nutre della piu' nobile tradizione pittorica italiana, soprattutto quella del '500 manierista, dall'altro presenta una forte ascendenza fumettistica.
Venerdì 27 giugno 2008, alle 18.30, presso il Castello Cinquecentesco dell’Aquila, s’inaugura
una grande mostra del pittore Giuseppe Fiducia (nato ad Anversa degli Abruzzi, L’Aquila, nel
1952), spesso segnalato dalla critica come uno dei più interessanti artisti italiani della sua
generazione. La mostra, dal titolo GIUSEPPE FIDUCIA : ALBE DISATTESE. Opere 1988-
2008, comprenderà 80 opere, realizzate appunto tra il 1988 e il 2008, e sarà visitabile fino al 31
agosto 2008.
Promosso dalla Presidenza della Giunta Regionale d’Abruzzo, con la collaborazione della
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo, della Sovrintendenza al
Patrimonio Storico, Artistico ed Etno-antropologico dell’Abruzzo, con il Patrocinio della
Provincia dell’Aquila e del Comune dell’Aquila, e la consulenza organizzativa
dell’Associazione Culturale “Angelo Ribelle” dell’Aquila, l’evento espositivo sarà documentato
da un catalogo edito da MAZZOTTA, con testi di Ottaviano Del Turco, Anna Imponente,
Enrico Crispolti e Silvia Pegoraro, curatrice della mostra.
La mostra resterà aperta dal martedì alla domenica, dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 19.30.
Lunedì chiuso. L’ingresso è libero
GIUSEPPE FIDUCIA, che attualmente vive e lavora a Pescara, ha esordito nell’ambito della
mostra Condizioni di ricerca 1972 (Roma, Galleria Due Mondi, 1972), partecipando
successivamente ad importanti rassegne, come Alternative Attuali/ Abruzzo 1987, curata da Enrico
Crispolti e tenutasi proprio al Castello Cinquecentesco dell’Aquila (1987). Il critico Mario De
Micheli, in occasione di una personale milanese di Fiducia nel 1982 , poneva al centro della sua
arte “la tematica della modernità in un mondo che non cessa d'avere radici in un retroterra arcaico”,
riferendosi anche alla contestualità sociologica della sua collocazione geo-culturale in terra
d'Abruzzo.
La sua pittura a olio su tela, di straordinaria perizia tecnica, è estremamente originale per la sua
doppia natura: da un lato, si nutre della più nobile tradizione pittorica italiana, soprattutto quella del
Cinquecento manierista, dall’altro presenta una forte ascendenza fumettistica, come scrive Crispolti
nel suo testo in catalogo: “Non dimentichiamo infatti che Fiducia è stato vicino a Andrea Pazienza,
e lo è a Tanino Liberatore, dunque ad un ambito molto avanzato, innovativo e vividamente
spericolato del fumetto e dell'illustrazione. E del resto il fumetto stesso Fiducia ha praticato con
esiti che hanno avuto fortuna anche fuori d'Italia”.
L’arte di Giuseppe Fiducia si muove tra due poli psicologici : quello di un intenso e singolarissimo
vitalismo cromatico e quello di una sottile malinconia (proprio Melanconia s’intitola un suo
splendido dipinto del ’95). Due poli che l’artista ha saputo unire efficacemente, creando
un’irripetibile simbiosi di “reale” e “fantastico”. Le cromie acide e i silenzi irreali in cui sono
immersi figure ed oggetti nei suoi dipinti producono un irripetibile effetto di straniamento, che
rende unica la sua figurazione.
E’ una narrazione per immagini, quella di Fiducia, secondo uno stile unico e immediatamente
riconoscibile, che fonde le suggestioni del Manierismo di Rosso Fiorentino, Pontormo, Bronzino,
con l’esacerbata, tagliente eleganza della grafica Jugendstil e Déco (Beardsley), e con
l’immediatezza aggressiva dell’iconografia Pop, del fumetto e dello story-board.
A partire dal radicalismo critico e dall’impegno socio-politico degli anni ’70, questo artista ha
tracciato un suo percorso alieno da ogni snobismo, come da ogni intellettualismo di posa: Fiducia
incarna la figura di un artista che esce dalla sua torre d’avorio e scende in campo, entrando in stretto
rapporto, seppur dialettico e contrastato, con quel reale che poi supera e trascende, guidandoci in un
mondo che travalica la contingenza fenomenica e la realtà sociale.
Nel corso degli anni ’80 e ‘90 si è andata rafforzando la vocazione narrativa della sua pittura, che si
è fatta così sempre più ansia di racconto, inarrestabile flusso di memorie e di sogni, architettura di
fiabe e di incubi del moderno. Crispolti ha evidenziato, nelle opere di Fiducia a partire dagli anni
’90, “meno espressionismo d'un tempo” , e invece “più metafisica, più lucidità di visione, in una
contestualità non più urlata”. Superata “la dimensione sociologica iniziale”, Fiducia è via via
pervenuto a “una dimensione di valenza onirico-immaginativa”, a “situazioni che spaziano dal reale
possibile all'irrealtà onirica”. E tutto ciò “Per dare figura tuttavia nuovamente, ma in modo più
sottilmente inquietante, ad uno spaesamento che sembra essere oggi d'ogni possibile orizzonte, e
non più soltanto di situazioni di comportamento”.
Inaugurazione Venerdì 27 giugno 2008, alle 18.30
Castello Cinquecentesco dell’Aquila
dal martedì alla domenica, dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Lunedì chiuso.
L’ingresso è libero