Museo Le Carceri
Asiago (VI)
via Benedetto Cairoli, 13
0424 464081 FAX 0424 464137
WEB
Michele Cascella
dal 4/7/2008 al 6/9/2008
lun-ven 10/13 , 15/19 sabato, prefestivi e festivi ore 10/19
0424 464081
WEB
Segnalato da

Giorgio Barberis




 
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4/7/2008

Michele Cascella

Museo Le Carceri, Asiago (VI)

La natura come colore. La rassegna presenta, attraverso una settantina di dipinti ed opere grafiche, la significativa evoluzione dell'artista per far conoscere al meglio la sua produzione e omaggiare la sua figura a quasi venti anni dalla scomparsa. A cura di Giorgio Barberis.


comunicato stampa

a cura di Giorgio Barberis

La rassegna presenta, attraverso una settantina di dipinti ed opere grafiche, la significativa evoluzione artistica del grande Michele Cascella per far conoscere al meglio la produzione di questo pittore che, della sua arte e del suo mestiere, ha fatto la propria ragione di vita e del quale si vuole omaggiare la figura a quasi venti anni dalla scomparsa. Molto amato dal pubblico e dai collezionisti ma, come scrisse il collega Carrà, “mal capito dalla critica italiana che ne ha una conoscenza del tutto superficiale e in gran parte errata” la mostra ripercorre il lavoro di quasi ottant’anni di attività (dal 1907 al 1987), proprio per continuare a far comprendere a studiosi ed estimatori d’arte il lungo ed impareggiabile iter dell'artista abruzzese noto ormai a livello internazionale.

La felice carriera del giovane Michele che, con il fratello Tommaso diverrà, grazie alla scuola paterna, un precocissimo prodigio del mondo dell'arte (a sedici anni a Parigi è già recensito su L'humanité e a diciassette espone al Salon de l'Automne), trova i suoi esiti migliori nell'uso abilissimo delle tecniche del pastello e dell'acquerello, ma il talento artistico gli ha permesso di esprimersi al meglio anche con olio, china e tempera, utilizzati con identica disinvoltura ed altissimi effetti coloristici. Ne sono esempio, in mostra, opere come “Il ciliegio, 1907”, “Foce della Pescara, 1912”, “Venezia, Riva degli Schiavoni, 1928”, il famosissimo “Solennità in San Pietro, 1939” e ancora “Portofino, 1953” , il coloratissimo “Campo di papaveri, 1980” e tutte le felici esecuzioni, comprese quelle grafiche, condotte sino a pochi anni prima della morte.

L’ensemble a sottolineare l'impegno assiduo e la crescente fama di Cascella il quale, fin dal 1910 è a Milano, dove stringe amicizia con la Sarfatti, Boccioni e Marinetti e, nel 1924, si presenta per la prima volta alla Biennale di Venezia. Situazioni che lo condurranno ben presto fuori dai confini nazionali, in giro per l'Europa, da Parigi a Londra a Bruxelles, nonchè negli Stati Uniti e nell'America del Sud. Di quest'ultimo felicissimo periodo la mostra offre un corposo nucleo di opere attraverso le quali si sottolinea il gusto per le atmosfere solari ed i colori caldi di quelle lontane terre amate e abitate da Cascella (particolari di questo felice momento le versioni stagionali della Casa di Faffi, ripresa d'inverno e nel fulgore dell'estate, o la poeticissima opera dedicata alla casa di Carmel). E proprio di poesia si può parlare in ordine all’opera di Cascella: technè e poesis di questo Maestro del colore e della visione erano del resto già stati sottolineati dall’amico De Chirico che aveva elogiato “…il poetico realismo riscontrabile soprattutto nei paesaggi…” ed il fatto che Cascella fosse “ …uno dei pochi artisti che risvegliano in noi la poesia del Paradiso perduto”. Solarità, leggerezza poetica, luminosità caratterizzano infatti, come visibile in rassegna, tutta l'opera del Pittore e vanno aumentando negli anni.

Lo si evince dal confronto tra le opere giovanili e quelle della maturità e degli ultimi anni: in particolare dai tanti paesaggi della amata Portofino, ritratta da ogni angolatura senza mai stancarsi, e ripercorsa nelle sale del Museo “Le Carceri” anche attraverso gioiose vele colme di vento, nonchè da alcuni meno noti paesaggi della terra ligure, dalle marine dedicate a Capri, dalle esplosioni floreali di ginestre, papaveri e zinnie o da solitari, ma indimenticabili tagli come “Studio dell’artista, 1953”.
Grande presenza quindi, nella mostra asiaghese, di opere di elevatissima qualità tecnica e particolare atmosfera dove l’Autore raggiunge esiti di impareggiabile freschezza, luminosità e atmosfera, specie nei pastelli che, sullo stesso, esercitarono sempre un fascino particolare. Quasi un potere suggestivo che lo indussero più volte a sognare – detto dallo stesso Pittore – “… di uscire dalla realtà per raggiungere uno stato di intima attrazione”. Quello stato che Cascella riesce magicamente a trasmettere in chi osserva. “Ciò che preme a Cascella – come ha notato Sgarbi in una suo scritto dedicato al Maestro - è evocare, alludere a un intero mondo con limpidi frammenti di visione, smuovere stratificazioni di pensieri ed emozioni sepolte, o forse mai a noi appartenute, ma che egli ci fa credere nostre. Questo è il potere di seduzione, di incantamento delle immagini: che si radicano dentro di noi come se ci fossero sempre state…”. Questo è stato, è, e sempre più sarà, il potere di Michele Cascella. Giorgio Barberis

MICHELE CASCELLA (Ortona 1892 - Milano 1989)
Dopo aver svolto le prime attività artistiche sotto la guida del padre Basilio, nel 1907, tiene assieme al fratello Tommaso la sua prima mostra personale nelle sale della Famiglia Artistica di Milano. Nel 1909, sempre con il fratello Tommaso, allestisce una mostra nella Galleria Druet di Parigi, partecipando l'anno successivo al Salone d'Automne. Nel 1911 organizza una mostra mostra di disegni a pastello nel Ridotto del Teatro Nazionale di Roma. Tra il 1914 ed il 1915 collabora a "La Grande Illustrazione" pubblicata dal padre Basilio con disegni ed illustrazioni grafiche, esponendo nel 1917 al Salone dell'Associazione della Stampa e nella Galleria Centrale d'arte a Milano. A Roma, nel 1919, tiene una mostra personale alla Galleria Bragaglia e conosce in quella occasione Carlo Carrà che consente poi il trasferimento della mostra a Milano nella Galleria Lidel. Nel 1920 si stabilisce definitivamente a Milano dove frequenta con entusiasmo il poeta Clemente Rebora, da cui confesserà di aver tratto ispirazione per la realizzazione di alcune sue opere. Dal 1928 al 1932 viaggia tra l'Italia e Parigi dove nel 1937 gli viene assegnata la medaglia d'oro all'Esposizione Internazionale. Nel 1938 esegue le scenografie dell'opera "Margherita da Cortona" rappresentata al Teatro alla Scala. Dal 1928 al 1942 è presente a tutte le edizioni della Biennale di Venezia, risiedendo quindi a Portofino dal 1938, fonte d'ispirazione delle sue opere tarde. Particolare rilievo è da attribuirsi ai suoi ritratti di donne, realizzati con raffinate tecniche prefuturiste. Pare che uno di questi, intitolato "Paola", sia andato perduto nelle aste di una famiglia nobile decaduta. Il suo valore si aggira intorno al milione di euro, ma ci sono collezionisti disposti a spendere cifre ben più elevate, che meglio si adattano alla straordinaria bellezza ed alla raffinatezza del meraviglioso olio su tela del Maestro di Ortona.

Catalogo a cura di : Giorgio Barberis
Coordinamento artistico : Giorgio Barberis , Pier Paolo Cimatti
Catalogo: volume brossurato formato cm 21x23, cento illustrazioni b/n e colori
Testi in catalogo: Giorgio Barberis, Giuseppe Bonini, Maurizio Fagiolo dell’Arco, Elena Pontiggia,

Ente organizzatore: Città di Asiago
In collaborazione con: Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Spettabile Reggenza dei 7 Comuni, Torcular S.r.L. - Milano

Museo Le Carceri
via Benedetto Cairoli - Asiago (VI)
Orario: da lunedì a venerdì ore 10/13 , 15/19
sabato, prefestivi e festivi ore 10/19
Biglietteria: Interi euro 6,00
Ridotti (fino a 18 anni,carta argento e studenti universitari) euro 3,00
Gruppi organizzati o prenotati ( minimo 15 persone) euro 3,00
Visite scolastiche (materne, scuola dell’obbligo e superiori) euro 2,00
Speciale residenti Asiago e Altopiano euro 2,00
Festivi e prefestivi visite con guida artistica (compresa nel biglietto)

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